+++NOTIZIARIO INTERNAZIONALE SULL’ACCESSIBILITA’.
- NUMERO 50, FEBBRAIO 2004.
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++NUMERO 50 - IN QUESTO NUMERO
01: Il divario nell’accessibilità si ridurrà entro cinque anni
- è quanto dichiara un analista statunitense in un seminario in diretta in rete.
02: Un gruppo di lavoro intende promuovere le soluzioni “open source”
- un’iniziativa per favorire l’accesso a Linux.
03: Il progetto di una stazione radio britannica per la comunità dei non vedenti
- un ente assistenziale cerca di costituire un consorzio per le trasmissioni.
04: Messaggi parlati di testo “disponibili entro qualche settimana”
- la BT offre una sintesi vocale per i messaggi di testo ai telefoni fissi.
Notizie in breve: 05: Esempi luminosi – i concorsi del RNIB; 06: Un formato unico – come scaricare un formato “in fogli di stile”; 07: Nuovo lancio di Access World – il bollettino sarà disponibile online; 08: Hanno vinto i processi – il sito degli archivi del tribunale vince tutti i concorsi.
Sezione due: “Nella casella della posta” – Il forum dei lettori.
09: La scelta migliore – dibattito sui caratteri; 10: Sintetizzatore gallese – un hardware per la lingua; 11: Nuova informazione musicale – una risorsa elettronica.
Sezione tre: L’opinione – retrospettiva.
12: Sono 50 passi avanti - e 49 indietro. In occasione del 50° compleanno del Notiziario Internazionale sull’Accessibilità, Kevin Carey esamina con irritazione gli scarsissimi progressi compiuti in 50 mesi nel settore dell’accesso ai computer.
Sezione quattro: Ricerca – l’accesso alla rete.
13: Valutazione dei problemi nel laboratorio degli utenti: I risultati di un’ampia ricerca nel settore dell’accessibilità rivelano che una serie di barriere continua ad impedire il progresso, dichiarano John Knight e Marie Jefsioutine.
[Fine dei contenuti].
++SEZIONE UNO: NOTIZIE.
+01: IL DIVARIO NELL’ACCESSIBILITA’ SI RIDURRA’ ENTRO CINQUE ANNI.
Negli Stati Uniti, il divario fra le tecnologie di largo consumo e quelle accessibili si ridurrà in maniera significativa entro i prossimi cinque anni, secondo uno dei principali esperti del settore.
Mike Paciello, fondatore e presidente dell’ente di consulenza sull’accessibilità denominato Paciello Group (http://www.paciellogroup.com), ha formulato questa previsione durante lo svolgimento di un seminario trasmesso in diretta in rete la scorsa settimana dalla stazione televisiva di rete AT508 (http://www.at508.com)
Il dibattito online, “Sicurezza interna – il sistema per ottenere l’osservanza alle norme della Sezione 508” (http://fastlink.headstar.com/seminar1), era incentrato sulla sezione 508 della Legge sulla Riabilitazione del 2001 (http://www.section508.gov), che obbliga tutti i siti web del governo statunitense ad essere accessibili.
Paciello, che è anche co-fondatore della WAI (Web Accessibility Initiative, Iniziativa per l’Accessibilità alla Rete, http://www.w3.org/WAI/) del World Wide Web Consortium, ha dichiarato: “Noi abbiamo davanti un divario nell’accessibilità. I progressi compiuti dalla tecnologia, per quanto riguarda i settori dell’accessibilità, tendono a seguire passivamente i progressi compiuti nella tecnologia dell’informazione principale”. Tuttavia, ha affermato, "Grazie all’ottemperanza alle norme della sezione 508 ed agli standard del World Wide Web Consortium, entro i prossimi cinque anni dovremmo riuscire a vedere una riduzione del divario tecnologico, tanto che ci imbattiamo già in un maggior numero di nuovi prodotti che vengono lanciati sul mercato e sono di per sé già accessibili".
Gli ascoltatori potevano porre le loro domande via e-mail ai partecipanti al seminario. Secondo Paciello, il Dipartimento per la Sicurezza Interna (http://www.dhs.gov/dhspublic/accessibility.jsp) è l’ente maggiormente all’avanguardia nell’adempiere a quanto previsto dalla Sezione 508 fra tutti i ministeri del governo statunitense, che a sua volta è il datore di lavoro che impiega il maggior numero di disabili negli Stati Uniti.
Per rendere accessibile una tecnologia è di fondamentale importanza coinvolgere gli utenti nelle fasi di collaudo, ha dichiarato Paciello. “Se per rendere accessibile un sito web ci si affida esclusivamente agli strumenti, posso garantire che non funzionerà; è necessario che gli utenti vengano coinvolti”. Ha affermato che c’è anche bisogno di addestrare il personale: “I dipendenti devono comprendere come le persone affette da disabilità utilizzano queste tecnologie informative elettroniche”, ha spiegato.
+02: UN GRUPPO DI LAVORO INTENDE PROMUOVERE LE SOLUZIONI “OPEN SOURCE”.
Un’istituzione con sede negli Stati Uniti, che si occupa di software “open source” (gratuito e condivisibile), ha creato un gruppo di lavoro sull’accessibilità con il compito di stabilire gli standard necessari a rendere accessibile alle persone con disabilità visive il sistema operativo Linux e tutto il software relativo ad esso.
Questa istituzione, un ente indipendente senza scopo di lucro che si occupa di standard gratuiti (http://www.freestandards.org), ha inaugurato il gruppo di lavoro in occasione di un convegno di Linux tenutosi a New York la scorsa settimana (http://accessibility.freestandards.org).
Il gruppo creerà alcuni standard di sostegno per le tecnologie assistive destinati agli utenti di applicazioni “open source”, vale a dire di software contenente un codice di base gratuito e condivisibile. Una priorità assoluta sarà costituita dallo sviluppo di uno standard in grado di consentire alle tecnologie assistive, come gli screen reader e gli ingranditori, di interagire con i comandi di interfacce grafiche.
Janina Sajka, presidente di questo gruppo, ha dichiarato al Notiziario Internazionale sull’Accessibilità: “La tecnologia è troppo costosa e troppo complicata per imparare ad utilizzarla. Tramite il Gruppo di Lavoro sugli Standard Gratuiti per l’Accessibilità noi intendiamo cambiare questo stato di cose e lo faremo in piena conformità con lo spirito comunitario dello sviluppo della tecnologia condivisibile”.
Attualmente, molte piattaforme condivisibili utilizzano interfacce grafiche non accessibili, per i quali esistono ben poche tecnologie assistive. Il gruppo lavorerà assieme ai programmatori di Linux allo scopo di rendere accessibili le informazioni, di fornire consulenza e informazioni e di incoraggiare lo sviluppo del sostegno agli utenti tramite piattaforme che promuovano gli standard gratuiti e condivisibili.
"Gli utenti sono invitati a collaborare con la progettazione e lo sviluppo delle tecnologie di cui hanno bisogno. Il nostro lavoro non è proprietà privata di nessuno, anzi è totalmente aperto al pubblico ed alla partecipazione” ha dichiarato Sajka, che è anche direttore della ricerca presso l’Associazione Americana dei Ciechi (vedi Notiziario Internazionale sull’Accessibilità, numero 49, gennaio 2004, sezione tre). Fra gli altri membri ci sono alcuni rappresentanti della Sun Microsystems, della IBM e di svariate organizzazioni “open source”.
+03: IL PROGETTO DI UNA STAZIONE RADIO BRITANNICA PER LA COMUNITA’ DEI NON VEDENTI.
La settimana scorsa, un’importante istituzione assistenziale ha rivelato il suo progetto di costituire un consorzio volto a creare il primo servizio radiofonico nazionale del Regno Unito dedicato agli utenti ciechi o affetti da handicap visivi.
Il St Dunstan's (http://www.st-dunstans.org.uk), l’ente assistenziale che si occupa di disabili visivi che hanno prestato servizio nelle forze armate, ha lanciato un appello alle parti interessate allo scopo di creare un gruppo pilota con il compito di esaminare le piattaforme di trasmissione, le possibilità di finanziamento ed i contenuti per questo servizio.
Il Regno Unito è un po’ indietro rispetto ad altre nazioni che hanno già dato vita a stazioni radio nazionali create su misura per la comunità dei non vedenti, come ad esempio l’Australia con la sua Radio for the Print Handicapped (Radio per gli Handicappati nell’accesso alla Stampa, RPH - http://www.rph.org.au); negli Stati Uniti c’è invece la ACB Radio, di proprietà dell’American Council for the Blind (Consiglio Americano dei Ciechi, http://www.acbradio.org) e da esso gestita, che trasmette i suoi programmi in 70 Paesi.
In Scozia esiste già una stazione radio reperibile in rete e sostenuta dal RNIB, chiamata VIP ON AIR (http://www.junction-18.com/viponair/home/view), che trasmette da Glasgow in tutto il mondo, ma a tutt’oggi non esiste alcun servizio di questo tipo che copra l’intero territorio del Regno Unito.
"Il nostro obiettivo è quello di creare un servizio rivolto alle necessità dei ciechi e degli ipovedenti del Regno Unito, che però non sarà basato esclusivamente sui problemi dell’handicap visivo”, dice Nick Ward, tesoriere e direttore delle comunicazioni del St Dunstan's. "Abbiamo suscitato un forte interesse nelle persone cieche ed ipovedenti addette alla creazione dei programmi; coinvolgendole nel progetto saremo sicuri di riuscire a trattare una vasta gamma di argomenti”.
Il gruppo pilota valuterà la possibilità di trasmettere tramite la piattaforma digitale satellitare di BskyB, ma ci sono anche altre possibilità, come la trasmissione su Internet, che dovranno essere esaminate. Verranno inoltre prese in esame le potenziali fonti di finanziamento, gli annunci pubblicitari e le donazioni da parte dei membri del gruppo pilota.
Secondo il St Dunstan's, parecchie organizzazioni, fra cui il RNIB, la Royal London Society for the Blind (Società Reale Londinese dei Ciechi, http://www.rlsb.org.uk) ed il gruppo National
Talking Express (http://www.ntexpress.org), hanno già espresso il loro interesse ad una collaborazione con il gruppo pilota.
NOTA: Per ulteriori informazioni sull’ente St Dunstan's, vedi Notiziario Internazionale sull’Accessibilità, numero 29, maggio 2002 (http://www.headstar.com/eab/issues/may2002.html).
+04: MESSAGGI PARLATI DI TESTO “DISPONIBILI ENTRO QUALCHE SETTIMANA”.
BT, il gigante delle telecomunicazioni (http://www.bt.com) lancerà “entro qualche settimana” un nuovo servizio in grado di consentire agli utenti di inviare messaggi di testo, sotto forma di messaggi vocali, dai telefoni cellulari ai telefoni fissi.
Questo servizio rappresenta un importante innovazione nel settore della tecnologia cellulare per quanto riguarda i ciechi e gli ipovedenti. “Fino a non molto tempo fa, gli SMS (il sistema utilizzato per inviare messaggi di testo) costituivano un settore a cui i ciechi non avevano possibilità di accesso” ci spiega Julie Howell, funzionario del RNIB per le politiche di sviluppo delle tecnologie digitali (http://www.rnib.org.uk). "Ma se diventerà possibile utilizzare un telefono fisso in grado di ricevere messaggi vocali di testo dai telefoni cellulari, ciò rappresenterà un’opportunità interessante”.
Gli utenti in possesso di una casella vocale potranno ricevere i messaggi inviati direttamente alle loro caselle vocali, mentre per coloro che non ne possiedono una, una voce sintetizzata riferirà il messaggio di testo con una telefonata effettuata in automatico.
La BT Wholesale (http://www.btwholesale.com), la divisione di BT che si occupa di servizi in rete, offrirà il servizio “dal SMS alla voce” ad altre linee fisse e ad altri operatori di telefonia cellulare del Regno Unito. Parecchi operatori di telefonia cellulare hanno preso parte agli esperimenti e si sono già messi in lista per questo servizio. “Siamo sicurissimi che tutti vorranno salire a bordo”, afferma Andy Jugg, direttore dei prodotti di messaggeria presso la BT Wholesale. A questo punto ogni operatore potrà determinare un proprio prezzo per questo servizio offerto ai loro utenti.
Secondo la BT, questo nuovo servizio avvantaggerà non soltanto le persone affette da disabilità visive che a tutt’oggi non sono ancora in grado di utilizzare gli SMS, ma anche gli utenti ed i genitori che non sono molto bravi a gestire i messaggi di testo ma desiderano mantenersi in contatto con i figli. “Questo è un grande esempio di una tecnologia che risulterà particolarmente utile per i ciechi ed i disabili visivi, ma che è anche in grado di garantire parecchie applicazioni al grande pubblico”, afferma Howell.
++NOTIZIE IN BREVE:
+05: ESEMPI LUMINOSI: Il RNIB richiede l’invio dei nominativi dei candidati al concorso “Simply the Best” (Semplicemente il Migliore), volto a premiare i datori di lavoro, le aziende e le organizzazioni che hanno migliorato la vita delle persone affette da disabilità visive. Fra le diverse categorie troviamo quella delle “informazioni accessibili”, che comprende anche i siti web, e quella di “Televisione, film, libri e tempo libero accessibili”. I nominativi dei candidati devono essere inviati entro il 31 marzo e la premiazione avrà luogo nel mese di maggio. Per informazioni consultare il sito: http://fastlink.headstar.com/rnib4 .
+06: UN FORMATO UNICO: I file gratuiti “in fogli di stile”, che consentono a chi utilizza il browser di rete Internet Explorer di visionare rapidamente e con facilità i siti web nei colori e con i caratteri preferiti, possono essere scaricati dal sito “One Format” (Un formato unico), creato da Daljit Singh. I fogli di stile consentono cinque diverse dimensioni di caratteri, dieci combinazioni di colori e la possibilità di aggiungere e di togliere le sottolineature ed il grassetto; inoltre, possono essere utilizzati con il software di ingrandimento o al posto di esso. Per informazioni consultare il sito http://www.oneformat.com .
+07: NUOVO LANCIO DI ACCESS WORLD: Access World, la pubblicazione bimestrale dell’American Foundation for the Blind (Fondazione Americana dei Ciechi) sulle tecnologie assistive, è stata nuovamente presentata sotto forma di bollettino gratuito reperibile esclusivamente in rete. Fra le novità troviamo “spedisci questo articolo ad un amico tramite e-mail” e la possibilità di inviare file direttamente alle stampanti Braille o ai notepad Braille. Sul primo numero online troviamo un servizio sull’inchiesta attualmente condotta da Access World's sui telefoni cellulari accessibili. Per informazioni consultare il sito http://www.afb.org/accessworld.
+08: HANNO VINTO I PROCESSI: Il sito web The Old Bailey Proceedings (Le procedure di Old Bailey, http://www.oldbaileyonline.org), un’edizione online di resoconti di migliaia di processi del tribunale di Londra, è stato ufficialmente premiato come vincitore di tutti i concorsi del progetto Cybrarian. Questi concorsi, indetti dal Ministero dell’Educazione e delle Attività, premiano l’accessibilità, l’utilizzabilità e la qualità dei siti web. Per informazioni consultare il sito http://www.shef.ac.uk/marcoms/2004/194.html .
[Fine della sezione uno].
++ANNUNCIO SPECIALE: CERCASI TESTERS DELL’USABILITA’.
Headstar, la casa editrice che pubblica il Notiziario Internazionale sull’Accessibilità, sta cercando utenti di computer che utilizzano speciali tecnologie di accesso o tecnologie adattative come gli screen reader per un lavoro retribuito di valutazione dei siti web.
Questo lavoro occasionale comporta la navigazione di siti web e la compilazione di un semplice questionario sulle esperienze fatte (possiamo fornire questi questionari in qualsiasi formato richiesto, digitale e non).
Se siete interessati a questo tipo di lavoro, vi preghiamo di inviare una e-mail all’indirizzo usability@headstar.com specificando dettagliatamente la tecnologia (o le tecnologie) di accesso da voi utilizzate per navigare in rete e noi vi contatteremo dandovi ulteriori informazioni.
[Fine dell’annuncio speciale].
++SEZIONE DUE: “NELLA CASELLA DELLA POSTA”
- IL FORUM DEI LETTORI.
- Vi preghiamo di inviare i vostri contributi e le vostre domande a mezzo e-mail all’indirizzo inbox@headstar.com .
+09: LA SCELTA MIGLIORE: Un gran numero di lettori ha risposto al problema posto da John Conway sul nostro ultimo numero, relativamente ai migliori caratteri di stampa utilizzabili per un testo leggibile: è chiaramente un argomento molto sentito. Veronica Dry è stata breve e concisa nel descrivere il carattere preferito da molte persone: “Indubbiamente Arial. Tutti quelli che conosco e che sono ancora in grado di leggere preferiscono Arial a qualsiasi altro carattere”.
Sue Allard, Direttore associato della rivista Modern Eyes, stampata nel Gloucestershire e rivolta alle persone con disabilità visive (http://www.modern-eyes.co.uk), è d’accordo: “Abbiamo svolto ampie ricerche per scoprire quali sono i caratteri preferiti dalle persone affette da handicap visivi e Times New Roman è stato irrimediabilmente bocciato. Quasi tutte le persone interpellate preferiscono utilizzare il carattere Arial. Noi utilizziamo normalmente anche il grassetto ed il carattere Arial Black per i titoli, dal momento che abbiamo scoperto che anche il corsivo e le sottolineature possono rendere difficile la lettura”.
Percy Limb scrive: "Sono ufficialmente cieco anche se ho un residuo visivo minimo in un occhio. Credo che il carattere Arial, dimensione 24, per me sia il migliore, anche se per poterlo leggere come si deve ho bisogno di una lente di ingrandimento. Quando ricevo il Notiziario Internazionale sull’Accessibilità, clicco su “Rispondi”, poi su “Formato” e su “Carattere” ed in questo modo il testo viene convertito automaticamente in Arial 24, la mia impostazione fissa”.
Anche Erica Cole, del New College del RNIB con sede a Worcester, sostiene la candidatura di Arial, scrivendoci: “Tutti i nostri studenti utilizzano Arial nelle dimensioni che preferiscono. Comunque trovo che sia una buona idea chiedere alla gente quale sia il carattere preferito, dal momento che alcuni hanno esigenze di tipo specifico”.
Sylvie Kashdan, insegnante nel progetto KAIZEN, con sede a Seattle, diretto agli studenti di inglese affetti da disabilità visive, è assolutamente d’accordo: “Abbiamo scoperto che Arial è di gran lunga il carattere preferito. Abbiamo anche scoperto che la maggior parte degli studenti e degli assistenti volontari ritiene leggibile una dimensione di carattere pari a 20, anche se sappiamo che in passato veniva consigliata la dimensione 18 e persino la 16. [Tuttavia] ora che i computer ci consentono una certa flessibilità riteniamo che la cosa migliore, se possibile, sia che ogni persona scelga il carattere che ritiene più adatto.
"Abbiamo anche scoperto che la maggior parte dei lettori di testi a caratteri grandi si trovano meglio se non vengono usati il grassetto, il corsivo o la sottolineatura. La spaziatura fra le parole, fra le lettere e fra le righe sembra essere il sistema migliore per evidenziare ed allo stesso tempo consentire la massima leggibilità. Però ovviamente ci sono sempre persone che trovano utile l’uso del grassetto”.
"Per finire, abbiamo scoperto che alcune persone il cui problema principale è costituito da una limitazione del campo visivo trovano più facile utilizzare il carattere Century Schoolbook formato 13 anziché Arial”.
Jane Fowler, funzionario del marketing presso il Consiglio di Contea dell’Hampshire, dichiara che i caratteri Serif non vanno assolutamente bene: “I nostri consulenti del personale che si occupano di rendere accessibili le comunicazioni normalmente consigliano l’utilizzo del carattere Sans Serif, specialmente quando si stampano informazioni in caratteri grandi. Però attualmente stiamo riesaminando questa indicazione e la correggeremo, utilizzando le direttive “Per una stampa chiara” contenute nel pacchetto “See it Right” (Vediamoci chiaro) del RNIB, dove si spiega che i caratteri Serif sono spesso facili da leggere per i testi in caratteri molto grandi, ma si sconsiglia di utilizzare caratteri troppo stilizzati”.
Judyth Mermelstein, da Montreal, aggiunge un appunto sulla necessità di una certa flessibilità con i caratteri quando si inviano messaggi e-mail: “Inviare un messaggio e-mail di solo testo significa che questo messaggio parte senza aver ricevuto precise indicazioni sul carattere; chi lo riceverà, lo leggerà nel carattere che avrà pre-impostato nel programma di posta elettronica utilizzato. Anche se si invia un messaggio e-mail in formato HTML, di solito il carattere pre-impostato dall’utente viene rispettato, sia che il messaggio venga letto all’interno del programma di posta elettronica o direttamente sul browser.
"D’altra parte, le persone che utilizzano i prodotti di Microsoft di solito non sanno bene quali siano gli indicatori contenuti nei loro programmi. La Microsoft ha costruito il suo impero con azioni che violano gli standard e mettono a disagio le persone che utilizzano software basati sugli standard.
"Se si scrive un messaggio in Outlook Express e lo si invia utilizzando la versione HTML della Microsoft (che è alquanto differente sia dallo standard HTML che dallo standard XML), il programma inserisce da solo gli indicatori e specifica che i destinatari leggeranno il messaggio con i caratteri e le dimensioni scelti dal mittente. Dal punto di vista dei disabili visivi non è certo una buona cosa. Il software di Microsoft ha anche la pessima abitudine di inserire molti più indicatori del necessario, provocando un aumento delle dimensioni del file pari al doppio o al triplo, un’autentica seccatura per coloro che pagano un tanto al minuto per il trasferimento dei dati e per quelli che utilizzano connessioni lente”.
Elizabeth Izatt dello Scottish Sensory Centre (Centro Sensoriale Scozzese) dell’Università di Edimburgo, ci invia un utile riferimento ad un articolo accademico su questo tema: “Le dimensioni contano: l’importanza delle dimensioni, dei caratteri e dello stile di stampa viene esaminata dai lettori affetti da handicap visivi”, di Marianna Buultjens, Stuart Aitken, John Ravenscroft e Kevin Carey. Questo articolo, pubblicato sulla Rivista Britannica delle Disabilità Visive, volume 17, 1999 (ISSN: 0264-6196), "giunge alla conclusione che il carattere di testo Helvetica 24 batte di un soffio il carattere di testo Arial 24".
Inoltre John Thompson, amministratore delegato di Mousetrap Media, ci invia un altro utile riferimento, relativo ad un libro sui caratteri di stampa accessibili in rete. Per informazioni consultare il sito http://www.scotconnect.com/webtypography .
Per finire, Peter Thomson, funzionario delle politiche governative elettroniche presso il Consiglio Municipale di Wolverhampton, ci pone una domanda supplementare che potrebbe riaccendere la discussione sul prossimo numero del Notiziario: “Recentemente, frequentando un corso sulla Legge sulla Discriminazione dei Disabili, qualcuno ha affermato che è preferibile utilizzare un carattere in cui le lettere “a” e “g” somigliano alle loro versioni in corsivo anziché a quelle più fantasiose normalmente utilizzate nella stampa. La motivazione era che le persone che hanno difficoltà a leggere rimangono confuse dalle diverse forme assunte da queste lettere. Non avevo mai sentito niente del genere; è una teoria accettata?
Inoltre, sembra che sfortunatamente l’unico carattere di Windows in grado di soddisfare questa esigenza sia “Comic Sans”, che non è proprio l’ideale come standard unitario”.
[Vi preghiamo di inviare le vostre risposte all’indirizzo inbox@headstar.com].
+10: SINTETIZZATORE GALLESE: Il mese scorso Rebecca Redmile, istruttrice di mobilità quotidiana a Toronto, ci aveva chiesto informazioni su un software o uno screen reader in grado di leggere la lingua gallese. Bob Hall del RNIB, funzionario per la tecnologia in Galles, ci ha scritto inviandoci notizie del progetto Welsh Access Technology (Tecnologia di Accesso al Gallese) dell’Istituto, che prevede la realizzazione di un sintetizzatore di lingua gallese con un’emissione vocale dal suono quasi naturale, utilizzando una voce maschile o femminile.
"Recentemente è stato compiuto un grande passo avanti, quando è stata resa nota la concessione di un finanziamento da parte del Fondo Sociale Europeo e dell’Ente per la Lingua Gallese Board per sovvenzionare un progetto della Bangor University: la produzione di un sintetizzatore con una vasta gamma di applicazioni. La sezione Cymru del RNIB ha avuto incontri con i finanziatori e con la Dolphin Computer Access (http://www.dolphinuk.co.uk/index_dca.htm - l’azienda produttrice del software di sintesi vocale Hal), per garantire che uno dei principali impieghi di questo sintetizzatore abbia luogo nel settore dei software delle tecnologie di accesso. Speriamo di poter avere un prototipo di sintetizzatore vocale in lingua gallese già per il mese di luglio 2004 e che una versione perfezionata venga resa disponibile per il mese di novembre 2005.
"Nel frattempo, c’è un sintetizzatore vocale hardware, chiamato “Apollo 2”, reperibile presso la Dolphin con una sintesi vocale in gallese, ma si ritiene che il nuovo sintetizzatore sopra descritto sarà molto più avanzato”.
Vicky Millson, funzionario per la riabilitazione presso il Gowerton Resource Centre for Visually Impaired People (Centro Risorse Gowerton per i Disabili Visivi), con sede a Swansea, aggiunge che se qualcuno fosse interessato ad acquistare un sintetizzatore Apollo 2 “varrebbe la pena di comperarne uno di seconda mano, dal momento che per la maggior parte [degli scopi] questi strumenti sono ormai obsoleti, mentre un tempo erano hardware talmente costosi che alcune persone potrebbero rifiutare l’idea di separarsene!”.
Per finire, Russell Bloom, presidente del Wales Council for the Blind (Consiglio Gallese dei Ciechi), ci informa che Braille Maker per Windows (http://www.braillemaker.com) comprende un modulo di lingua gallese. [Preghiamo inviare le ulteriori risposte all’indirizzo inbox@headstar.com].
+11: CODA MUSICALE: A seguito dei suggerimenti, pubblicati sul numero scorso, relativamente ad una tecnologia in grado di aiutare i disabili visivi a leggere le partiture musicali, Jerry Weichbrodt ci scrive: “Oltre alle fonti specifiche di musica in Braille ed alle istruzioni che avete pubblicato a gennaio, vorrei suggerire alle persone interessate alla musica in Braille di iscriversi alla mailing list “Braillem”. E’ una mailing list relativamente poco frequentata, ma utilizzata da alcuni dei più importanti esperti di trascrizione di musica in Braille di tutto il mondo. Per iscriversi basta inviare un messaggio e-mail privo di testo all’indirizzo braillem-subscribe@topica.com ."
[Fine della sezione due].
++SEZIONE TRE: L’OPINIONE
- RETROSPETTIVA.
+12: SONO 50 PASSI AVANTI – E 49 INDIETRO
di Kevin Carey humanity@atlas.co.uk
Oggi esce il 50° numero del Notiziario Internazionale sull’Accessibilità. Ora, tutti coloro che conoscono lo stato della mia cantina si renderanno ben presto conto che non sono proprio il tipo adatto ad organizzare una festa, ma in questo giorno di celebrazioni ritengo di dovervi dire quanto mi sento infelice quando penso a questi ultimi 50 mesi.
Nel dicembre 1999 ero felicissimo del mio computer portatile 486, dove era installato WordStar 7 per DOS, del mio display Braille Navigator da 40 caratteri e del suo software. Il tutto era un po’ pesante da portare in giro, ma d’altra parte era efficiente e comodo. Però nel 2002 l’hardware del mio portatile collassò, il drive dell’hard disk si ruppe, la barra spaziatrice smise di funzionare e, quando lo aprimmo, scoprimmo un’enorme quantità di altri problemi.
Passai ad un Sony Vaio, ad un display Braille ALVA e a JAWS. La scelta si rivelò un disastro nonostante l’alto costo dell’insieme, che era leggermente più pesante di quello vecchio: il cursore rimaneva inchiodato alla colonna 40, le lotte per poter controllare autonomamente la configurazione mi lasciavano esausto, tutto era più lento, sentivo la mancanza del sistema di marcatura dei blocchi di testo e per la maggior parte delle operazioni di revisione avrei avuto bisogno di tre mani.
Dopo quattro mesi di inferno mi arresi e passai ad un notepad portatile BrailleNote, che si rivelò brillante, con il cursore che restava a sinistra del display, la possibilità di contrassegnare i blocchi di testo, la capacità di utilizzare un mucchio di formati e, naturalmente, le dimensioni e la leggerezza. Tuttavia, in seguito fui così stupido da consentirne il potenziamento, ed ecco cosa accadde: il cursore si piazzava sulla colonna più a sinistra, o nelle vicinanze di essa; il sistema rifiutava di riconoscere l’esistenza di file scritti dalla funzione di promemoria, specialmente se riportavano il carattere 4 (il che, nel 2004, è una bella seccatura); i parametri di conversione iniziarono a sputare fuori o ad ingoiare i lavori a caso ed ora, ogni volta che scrivo, il computer fa apparire sullo schermo un sacco di sciocchezze inutili.
Nel complesso, pertanto, me la cavo molto peggio di quattro anni fa, ho un computer molto più costoso ma meno controllabile e con molti più difetti.
Non importa; dopotutto, questa è l’era dei telefoni cellulari. Quattro anni fa possedevo un Nokia dalle dimensioni e dal peso di un quarto di mattone; ora ho un Nokia 9210i Communicator dallo stesso peso e dalle stesse dimensioni, ma questo è equipaggiato con una tastiera qwerty completa, spedisce messaggi e testi a mezzo posta elettronica ed inoltre parla. Teoricamente, sto molto meglio ora, ma in pratica il pannello anteriore con il telefono standard non parla e la parte del telefono controllata dalla tastiera è pressoché inutilizzabile. Io vorrei soltanto un telefono in grado di dirmi a voce i numeri che ho premuto ed un’emissione vocale che mi aiuti a scegliere i tasti del cursore per permettermi di usare i menu standard.
Mi spiace anche dovervi informare che, anche se per quanto riguarda il settore dell’accesso alla televisione le cose non sono peggiorate, io sto relativamente peggio. Quattro anni fa quasi nessuno dei miei amici aveva un televisore satellitare multicanale; ora la maggior parte di loro ne possiede uno, come me del resto, ma la mia guida elettronica ai programmi è inaccessibile. Al posto di un telecomando ora ne possiedo due, ma nessuno dei due è in grado di parlare; e poi, ogni volta che vado in un albergo, devo lottare per capire come funziona la configurazione di un telecomando che è sempre diverso dai miei. Il mio buon vecchio stereo degli anni ’80 si è rotto due anni fa e non sono riuscito a trovarne uno che potessi sintonizzare da solo. Posso ancora sintonizzare la mia buona vecchia radio portatile Sony ICF-SW 7600, ma non ho ancora trovato una radio digitale a cui accedere in maniera autonoma.
Dovunque io vada, incontro tastiere numeriche che non parlano, così posso soltanto sperare di aver premuto i tasti giusti. Sarebbe molto facile avere una voce sintetizzata e non sarebbe certo difficile produrre telecomandi con caratteristiche standard, dal momento che è già stato fatto con i telefoni.
La luminosa eccezione a questa tendenza così deprimente è costituita dal mio forno a microonde, dove ogni tasto “parla”, assieme alla mia bilancia “parlante” da cucina. Perciò, a meno che nel periodo di uscita dei prossimi 50 numeri del Notiziario non intervengano notevoli miglioramenti nell’accessibilità alle tecnologie, mi consolerò mangiando ed ingrasserò parecchio.
[Fine della sezione tre].
++SEZIONE QUATTRO: RICERCA
- L’ACCESSO ALLA RETE.
+13: VALUTAZIONE DEI PROBLEMI NEL LABORATORIO DEGLI UTENTI
di John Knight e Marie Jefsioutine .
Nell’estate del 2003 il centro User-Lab (Laboratorio degli utenti, http://www.userlab.com) dell’Istituto di Arte e Design di Birmingham diffuse un questionario online, intervistò parecchie persone e pubblicò un’indagine sull’accessibilità alla rete. A questo studio parteciparono circa 117 intervistati, alcuni dei quali erano designer, funzionari addetti all’informazione e fautori dell’accessibilità.
L’indagine rivelò che l’86% degli intervistati concordava nell’affermare che la maggior parte dei creatori di siti web non risultavano sufficientemente istruiti nell’accessibilità alla rete. In effetti, la “mancanza di conoscenze” veniva considerata la barriera principale allo sviluppo di siti web accessibili.
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I risultati dell’indagine indicano anche una mancanza di consapevolezza fra i manager, relativamente all’importanza dell’accessibilità ed alle barriere che impediscono un miglioramento dell’accessibilità. Circa il 64% degli intervistati concordava nell’affermare che “I manager non si rendono conto dell’importanza dell’accessibilità alla rete” e “La mancanza di politiche e/o di una gestione adeguata” veniva considerata, in ordine di importanza, la seconda barriera allo sviluppo dell’accessibilità alla rete. Ciò potrebbe suggerire che per migliorare l’accessibilità occorrerebbe una campagna informativa di alto profilo.
Tuttavia, è interessante notare che la stragrande maggioranza (il 94%) degli intervistati ha dichiarato che “I clienti chiedono che i loro siti siano accessibili”. Non è però chiaro se questi clienti costituiscano una rappresentanza di tutte le organizzazioni presenti in rete.
Le direttive WAI (Web Accessibility Initiative, Iniziativa di Accessibilità alla Rete) del World Wide Web Consortium, che sono gli standard internazionali generalmente accettati per quanto riguarda l’accessibilità, hanno ricevuto alcune critiche da parte degli intervistati. Nel complesso, il 67% concordava nell’affermare che “Alcune delle direttive WAI sono difficili da mettere in pratica” e nella classifica delle “Barriere allo sviluppo dei siti web accessibili” le difficoltà con le direttive si sono piazzate al terzo posto.
Joe Clark, consulente per l’accessibilità (http://www.joeclark.org) fa notare che “Teoricamente, tutte le risorse relative all’accessibilità online sono rimaneggiamenti o abbellimenti delle direttive WAI, che sono poco chiare, molto mal organizzate, inutilmente arroganti e in molti casi poco realistiche”.
E’ stata criticata anche l’approssimazione da parte dei fornitori di strumenti di software utilizzati per controllare automaticamente l’accessibilità (spesso in conflitto con le direttive WAI).
Uno dei funzionari addetti al controllo dell’accessibilità ha inviato una storia apocrifa: “In precedenza, quando calcolavamo il costo del software per la valutazione dell’accessibilità, pensavamo di acquistare un’unica copia di Bobby. Ora, le nuove politiche di Watchfire pretendono da noi l’acquisto di dieci copie di Bobby, facendo aumentare il nostro investimento da 299 a 2.990 dollari; e non è certo un aumento da poco”.
La consulente Cheryl Wise aggiunge: “Per ottenere la valutazione AAA (lo standard più alto di accessibilità stabilito dalla WAI) non ci sono strumenti, oppure sono troppo costosi”. E la stessa nozione di standard di accessibilità viene criticata da alcuni, che affermano: “A che cosa servono questi standard, quando i browser cambiano tanto rapidamente da aggiungere nuove caratteristiche ogni mese? Le esigenze o le richieste degli utenti cambiano in base ad ogni nuova applicazione”.
La maggior parte degli intervistati riconosce l’esistenza di una compensazione tra l’accessibilità e gli altri problemi relativi al design. Solo poco più della metà (il 56%) concorda con l’affermazione “Esiste un conflitto tra l’usabilità e l’accessibilità”. Molta della letteratura esistente sull’accessibilità mette in discussione la tendenza da parte delle persone a richiedere siti web, o versioni di siti web, di solo testo, e mette in risalto le opportunità di migliorare le esperienze d’uso per tutti gli utenti.
Da un punto di vista più positivo, il 48% non concordava con l’affermazione “La maggior parte dei cicli vitali di sviluppo sono troppo brevi per includere l’accessibilità”. Circa il 51% concordava nell’affermare che “L’accessibilità alla rete garantisce un utile sugli investimenti” e l’80% dichiara che l’accessibilità non va a bloccare l’innovazione.
Per finire, ecco un contributo che può fornire materia di riflessione: “Ci sono situazioni in cui diversi problemi possono imporre requisiti sull’accessibilità in conflitto fra loro… fino ad oggi si è discusso molto poco su questo argomento”.
NOTA: John Knight è un ingegnere dell’usabilità presso il centro User-Lab dell’Istituto di Arte e Design di Birmingham (BIAD), Università dell’Inghilterra Centrale, mentre Marie Jefsioutine è ricercatore anziano sui media digitali presso il BIAD. Una versione di questo articolo era stata originariamente pubblicata sul bollettino Usability News (Notizie sull’Usabilità, http://www.usabilitynews.com).
[Fine della sezione quattro].
++NOTE FINALI.
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[Fine del notiziario.]