+++NOTIZIARIO INTERNAZIONALE SULL’ACCESSIBILITA’.
Accesso alla tecnologia per tutti, indipendentemente dalle capacità
- NUMERO 106, OTTOBRE 2008.
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++
NUMERO 106 – IN QUESTO NUMERO
+01:
Conto alla rovescia definitivo per le tanto attese Direttive per
l’Accesso alla Rete
- Gli standard del World Wide Web
Consortium verranno pubblicati a dicembre.
+02: La recessione
non è una scusa valida per l’esclusione, secondo un
analista
- La svolta negativa è “un ottimo momento
per aumentare le attività a favore dell’accessibilità”.
+03:
Le persone con disabilità visive hanno “meno possibilità
di trovare un’occupazione”
- Una relazione del RNIB
sul mercato del lavoro rivela che per gli anziani la difficoltà
è maggiore.
Notizie in breve: 04: Piano di azione –
il divario digitale; 05: Il futuro nei cellulari – le
indicazioni di Bluetooth; 06: Elogio a Nano – l’iPod
accessibile.
Sezione Due: Un’organizzazione alla ribalta
- W3C.
07:
Il gigante degli standard mondiali si arma per la battaglia: Con la
versione 2.0 delle Direttive per l’Accessibilità ai
Contenuti della Rete (Web Content Accessibility Guidelines) del W3C,
che verranno finalmente pubblicate nel mese di dicembre, verrà
creato lo scenario per una nuova ondata di lavoro nel settore della
consapevolezza. Dan Jellinek ha parlato con due membri del personale
del W3C su ciò che il futuro ha in serbo per l’accessibilità
alla rete, considerando che questo compito viene reso ancora più
urgente dall’invecchiamento della popolazione mondiale.
[Fine
dei contenuti].
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tutti: un approccio complessivo all’editoria in rete, a mezzo
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[Fine
dell’annuncio speciale].
++Sezione Uno:
Notizie.
+01: Conto alla rovescia definitivo per le tanto
attese Direttive per l’Accesso alla Rete.
La
seconda versione, attesa da lungo tempo, dei principali standard
internazionali per rendere i siti web accessibili alle persone
disabili verrà sicuramente pubblicata in dicembre, secondo
quanto appreso dal Notiziario Internazionale sull’Accessibilità.
Le
Direttive per l’Accessibilità ai Contenuti della Rete
(Web Content Accessibility Guidelines, WCAG) versione 2.0, realizzate
dal World Wide Web Consortium (W3C - http://www.w3c.org)
sono state sviluppate nel corso di parecchi anni.
La prima
versione delle direttive WCAG risale a circa un decennio fa e, anche
se si è dimostrata uno strumento di importanza vitale per la
conoscenza dei problemi relativi all’accessibilità,
viene ormai da lungo tempo considerata eccessivamente tecnica,
complessa e poco chiara in svariate situazioni.
La Versione
2.0 dovrebbe risolvere molti di questi problemi, passando dai “punti
chiave” rigidamente tecnici ai “criteri di successo”,
decisamente più flessibili.
Durante
la prima settimana di questo mese, il gruppo di lavoro incaricato dal
World Wide Web Consortium si è riunito a Boston, Stati Uniti,
per mettere a punto l’attuale fase delle “Raccomandazioni
per i candidati” delle direttive WCAG 2.0, le cui nuove
indicazioni sono state collaudate su siti web reali per accertarne
l’applicabilità.
Questo
gruppo dovrà stabilire quali criteri di successo possono
essere considerati sufficientemente stabili per essere applicati, ed
alcuni dei requisiti precedentemente considerati “a rischio”
verranno riesaminati per garantire che queste direttive siano
applicabili nella pratica. Un portavoce del W3C ha spiegato al
Notiziario Internazionale sull’Accessibilità questa
settimana che oramai ci si aspetta di poter pubblicare le direttive
in dicembre e che, se questa scadenza dovesse slittare ulteriormente,
sarebbe una questione di settimane e non di mesi.
NOTA: Per
leggere l’intervista in esclusiva con due membri del personale
del W3C, vedere “Un’organizzazione alla ribalta”,
sezione due, in questo numero.
+02:
La recessione non è una scusa valida per l’esclusione,
secondo un analista.
Le organizzazioni non dovrebbero usare la
recessione economica come motivazione per non svolgere il lavoro
necessario a rendere i loro siti web più accessibili alle
persone disabili, ha dichiarato questa settimana un importante
analista.
In effetti, vi sono molte prove del fatto che la recessione economica può rappresentare il momento adatto ad incrementare questa attività, con notevoli opportunità di aumentare le quote di mercato, secondo quanto dichiarato da Ted Page, dell’agenzia di servizi di rete PWS, alla conferenza “Niente se non la Rete“ (Nothing but the Net), organizzata dalla Società Scozzese di Giurisprudenza” (Law Society of Scotland, http://www.lawscot.org.uk/update/NBTN/).
"Uno
studio pubblicato da McKinsey nel 2002 ha scoperto che una delle
differenze più significative fra le aziende più
redditizie e quelle meno redditizie all’interno del ciclo
economico era relativa alla loro capacità di spesa nel
marketing e nella pubblicità durante il periodo della
recessione”, ha spiegato Page.
"Anziché
ridurre le spese quando l’economia entra in una fase negativa,
le aziende più lungimiranti hanno preferito investire più
denaro in questi settori, non soltanto rispetto alla concorrenza, ma
anche rispetto ai budget di spesa previsti nei periodi economici più
favorevoli. Sono stati effettuati parecchi studi analoghi e tutti
sono più o meno giunti alla stessa conclusione”.
Una recente indagine condotta dalla PWS ha scoperto che più dell’80% delle aziende che forniscono servizi professionali non si conformano a quanto previsto dalla Legge sulla Discriminazione dei Disabili per quanto riguarda i loro siti web, anche se i costi di risoluzione dei problemi di accessibilità sono generalmente modesti o molto limitati, ha dichiarato Page.
Risolvere questi problemi consentirebbe alle aziende di raggiungere in maniera più efficace i 10 milioni di disabili residenti nel Regno Unito, che hanno un potere d’acquisto annuale pari ad 80 miliardi di sterline, ha affermato Page. Inoltre, consentirebbe un miglior accesso alle persone che utilizzano gli apparecchi cellulari per accedere alla rete, dato che questi apparecchi non sono progettati in modo da entrare nei siti web inaccessibili, e migliorerebbe l’accesso anche al mercato delle forniture per il settore pubblico, il cui giro d’affari è pari a 160 miliardi di sterline l’anno, e che potrebbe ben presto divenire totalmente dipendente dall’accessibilità dei beni e dei servizi acquistati.
Infine,
vi è un ultimo motivo per cui l’accessibilità non
dovrebbe essere ignorata, ha spiegato Page: Google. “Non è
affatto contraddittorio affermare che un sito web accessibile è
quasi sempre un sito web legato a Google. Quando Google riporta
l’elenco dei contenuti di rete, naviga più o meno nella
stessa maniera di un cieco che si serve di uno screen reader. E’
per una buona ragione che Google è stato spesso definito il
“grande miliardario cieco”; se decidete di escluderlo,
agite a vostro rischio e pericolo”.
Per
la versione integrale dell’intervento di Page, consultare il
sito: http://www.pws-ltd.com.
+03: Le persone con disabilità visive hanno “meno
possibilità di trovare un’occupazione”.
Le
persone con disabilità visive hanno meno possibilità di
trovare un’occupazione rispetto alle persone con altri tipi di
disabilità, secondo una relazione sul mercato del lavoro nel
Regno Unito, riportante le esperienze delle persone con problemi di
vista e realizzata per conto del RNIB dall’Istituto degli Studi
sull’Occupazione (Institute
of Employment Studies, http://fastlink.headstar.com/ies1
).
Questa
relazione è stata realizzata utilizzando un’analisi
secondaria dell’Inchiesta sulla Forza Lavoro nel Regno Unito
(Labour Force Survey, LFS - http://fastlink.headstar.com/lfs1
) nel periodo che va dal luglio del 2004 al giugno del 2007. La LFS
ha catalogato 184.000 persone di età lavorativa residenti nel
Regno Unito che hanno dichiarato di avere “difficoltà
visive”. Fra queste, 108.000 sono classificate come disabili e
95.000 di esse hanno una disabilità “che limita le
capacità lavorative”.
La relazione richiesta dal
RNIB ha dichiarato che le persone al di sopra dei 55 anni hanno una
possibilità tre volte superiore di avere difficoltà
visive rispetto a quelle della fascia di età fra i 16 ed i 24
anni, un aumento decisamente superiore a quello riscontrato in altri
tipi di disabilità.
Inoltre, questa relazione ha
rivelato che le persone con disabilità di tipo visivo hanno
meno possibilità di trovare un’occupazione (48%)
rispetto a quelle con altri tipi di disabilità (50%); il tasso
di occupazione totale per le persone di età lavorativa è
pari al 75%. Per le persone affette da disabilità multiple, il
tasso di occupazione scende al 38%, tuttavia per coloro che hanno
“difficoltà a livello visivo” che non
costituiscono una disabilità la percentuale è molto più
alta, ed equivale all’83%.
Il
tasso di disoccupazione è dell’8% per le persone
disabili nel loro complesso, ma del 13% per quelle che hanno un
handicap visivo. In contrapposizione a ciò, questa relazione
ha rivelato anche che la percentuale dei disabili visivi con
un’occupazione di alto livello è superiore alla
media.
++Notizie in breve:
+04:
Piano di azione: Venerdì prossimo il governo inglese
presenterà una bozza del primo Piano di Azione per
l’Inclusione Digitale, dando così inizio ad una vasta
opera di consultazione pubblica, comprendente le risposte online
trasmesse tramite il sito web del Ministero delle Comunità e
dei Governi Locali. Per questa presentazione è stata scelta la
data del 24 ottobre perché è anche la “Giornata
del Collegamento in Linea” (Get online day), un evento volto ad
incoraggiare i nuovi utenti di Internet e promosso da oltre 6.000
centri online finanziati dal governo del Regno Unito. Per
informazioni, consultare il sito: http://www.getonlineday.com
+05:
Il futuro nei cellulari: Un sistema di indicazioni fornito da
Bluetooth per fornire informazioni ai ciechi su ciò che li
circonda è stato presentato dai suoi creatori dell’Università
del Michigan. Questo sistema, noto come “Punti Parlanti”
(Talking Points), utilizza i chip di Identificazione delle Frequenze
Radio (Radio Frequency Identification, RFID) per fornire informazioni
ai passanti equipaggiati con uno speciale apparecchio lettore. Tale
apparecchio è attualmente molto costoso, ma i creatori di
questo sistema Bluetooth dichiarano che in futuro anche i telefoni
cellulari potranno essere utilizzati come lettori. Per informazioni,
consultare il sito: http://fastlink.headstar.com/umich1
.
+06: Elogio a Nano: Nano, il più recente iPod creato
da Apple, ha ricevuto un elogio dalla Federazione Americana dei
Ciechi per le innovazioni in esso contenute, che rendono questo
apparecchio accessibile agli utenti non vedenti. Il modello più
recente del popolare lettore portatile di musica realizzato da Apple
contiene menù vocali che consentono agli ascoltatori di
ascoltare i nomi del brani musicali e le loro caratteristiche, uno
schermo dai contrasti variabili e la possibilità di modificare
i caratteri di testo. Gli utenti di screen reader trovano ancora più
facile accedere alle caratteristiche del magazzino musicale di Apple,
denominato iTunes, dopo le modifiche apportate al sito web per
migliorarne l’accessibilità. Per informazioni,
consultare il sito: http://fastlink.headstar.com/afb3
.
[Fine della Sezione Uno].
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membri del team di Fortune Cookie che si occupano di accessibilità
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[Fine dell’Annuncio Speciale].
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l’iscrizione a chiunque sia interessato ad avere informazioni
sulle comunità, sulle consultazioni, sulla partecipazione
elettronica o sulla promozione di campagne di pressione.
Fra
i relatori confermati ci saranno Mark Byford, vice direttore generale
della BBC, Bethan Jenkins, membro dell’Assemblea del Galles,
Andy Williamson, direttore del programma digitale del governo presso
la Hansard Society, James Crabtree, membro del Consiglio di
Amministrazione di UK Citizens Online Democracy (Democrazia Online
per i Cittadini Britannici) e Tom Steinberg, fondatore di
MySociety.org. Fra i partner ed i sostenitori troviamo la Hansard
Society, Cisco e il Municipio Londinese di Redbridge.
La
presenza di un notevole numero di sessioni primarie, collaborazioni
in rete e interessanti gruppi di lavoro ha già creato le
aspettative che da sempre circondano questo evento. Le quote di
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[Fine
dell’Annuncio Speciale].
++Sezione
Due: Un’organizzazione alla ribalta - W3C.
+07: Il
gigante degli standard mondiali si arma per la battaglia
di
Dan Jellinek.
Poiché la pubblicazione a lungo attesa della Versione 2.0 delle Direttive per l’Accessibilità alla Rete (Web Content Accessibility Guidelines, WCAG) del World Wide Web Consortium è oramai prevista per dicembre, puntiamo ancora una volta i riflettori sull’attività di questo importantissimo organismo internazionale di creazione di standard.
Il
Consorzio, noto con il nome di W3C, venne fondato nel 1994 da Tim
Berners-Lee, inventore di Internet, che ne rimane ancora oggi il
direttore. Esso funziona come ente di sviluppo e di archiviazione dei
principali standard tecnici e protocolli che le aziende produttrici
di tecnologia e gli utenti devono necessariamente condividere, per
far sì che la rete rimanga aperta a tutti e universalmente
utilizzabile.
Il
WC3, di cui attualmente fanno parte oltre 400 organizzazioni, da
grandi aziende multinazionali di tecnologie a università ed
enti assistenziali, ha tre principali basi mondiali: il Consorzio di
Ricerca Europeo per l’Informatica e la Matematica (European
Research Consortium for Informatics and Mathematics, ERCIM) presso il
parco tecnologico Sophia Antipolis, nel sud della Francia; il
Laboratorio di Informatica e Tecnologie Artificiali (Computer Science
and Artificial Technology Laboratori) dell’Istituto del
Massachusetts di Tecnologia (Massachusetts Institute of Technology) e
l’Università Keio, con sede in Giappone.
Il
Consorzio ha un personale di circa 70 dipendenti, di cui circa 30 in
Europa, 30 negli Stati Uniti e 10 in Giappone. Ma il numero effettivo
di coloro che collaborano alle sue attività è superiore
alle 500 persone, se conteggiamo tutti coloro che partecipano ai
gruppi di lavoro del Consorzio, ai gruppi di interesse, o che fanno
parte di questa comunità nel senso più ampio del
termine.
Il lavoro svolto dal WCAG rientra nell’Iniziativa per l’Accessibilità alla Rete (Web Accessibility Initiative, WAI), del W3C, un programma a cui partecipano tutti i diversi settori del Consorzio. Durante una visita al Regno Unito, il mese scorso, due membri del personale WAI, Shadi Abou-Zahra e Andrew Arch, hanno avuto un incontro con il Notiziario Internazionale sull’Accessibilità a Londra per spiegare il loro programma di lavoro.
“WAI è uno dei principali settori di lavoro del Consorzio, e coinvolge tutte le sedi del W3C a livello globale”, ha spiegato Abou-Zahra. "Uno dei nostri compiti consiste nell’effettuare un controllo incrociato di tutte le attività del W3C, come quella di HTML [il protocollo di base della rete], per valutare se favorisce l’accessibilità, perché se uno standard come HTML non favorisce l’accessibilità, non è possibile avere siti web accessibili.
“Questa
attività è sicuramente una delle più importanti
fra quelle da noi svolte, anche se è la meno visibile al mondo
esterno. Ciò che si conosce maggiormente sul lavoro svolto da
WAI è lo sviluppo di tre direttive: WCAG, ATAG (Authoring Tool
Accessibility Guidelines, Direttive per l’Accessibilità
agli Strumenti Autoriali) e UAAG (User Agent Accessibility
Guidelines, Direttive per l’Accessibilità agli Agenti
degli Utenti).
”Le direttive relative agli strumenti
autoriali si rivolgono ai sistemi di gestione dei contenuti, ed hanno
lo scopo di garantire che questi sistemi creino contenuti
accessibili, mentre gli agenti per gli utenti sono strumenti come i
browser ed i lettori multimediali, ci ha spiegato Abou- Zahra.
“Fra gli altri settori della nostra attività ci sono l’istruzione e l’impegno nel sociale, che è estremamente importante perché la maggior parte di coloro che creano siti web inaccessibili spesso non sono consapevoli dei problemi delle persone con disabilità”.
Un
nuovo settore di attività intrapreso da WAI è il
progetto WAI-AGE, finanziato dalla Comunità Europea
(http://www.w3.org/WAI/WAI-AGE/
), che si occupa delle implicazioni dell’accesso alla rete per
una popolazione che invecchia, se consideriamo che gli anziani hanno
più possibilità di essere affetti da disabilità
e spesso hanno poca familiarità con le nuove tecnologie.
"La
situazione demografica a livello mondiale sta cambiando radicalmente
in questo periodo”, spiega Andrew Arch, che collabora con
Abou-Zahra al progetto WAI-AGE. “La proporzione del numero
degli anziani rispetto a quello dei giovani sta cambiando, come pure
il numero complessivo. Viviamo più a lungo e non ci viene
fornito alcun sostegno.
“Ci
sono molte cose che devono cambiare, nei governi e nelle
organizzazioni: dal momento che la forza lavoro sta invecchiando,
bisogna continuare ad apprendere se si vuole rimanere
accessibili".
Uno degli obiettivi del progetto WAI-AGE è
quello di scoprire se si renderanno necessari altri tipi di attività
per garantire l’accessibilità alla rete ad una
popolazione più anziana, ha spiegato Arch.
“Abbiamo valutato l’andamento della ricerca e dell’osservazione degli utenti in questi ultimi dieci anni. Esiste una notevole sovrapposizione fra gli anziani e le persone disabili: la vista inizia a calare, le capacità motorie si riducono, e questi elementi si sovrappongono a livello individuale. Ma le persone anziane spesso non riconoscono neppure la loro situazione di disabilità; ad esempio, alcuni dicono semplicemente che la loro memoria non è più quella di una volta, anziché ammettere di avere un handicap cognitivo. Altre persone non ritengono che il calo della vista debba essere considerato una disabilità, ma soltanto una componente del fatto di “invecchiare”. Ma in realtà queste sono disabilità, spesso di tipo multiplo”.
Dopo aver effettuato una serie di ricerche, il progetto è ritornato ad occuparsi delle direttive, come le WCAG Versione 2.0, per valutare l’opportunità di apportare modifiche. "Le nuove direttive prendono in considerazione una notevole percentuale delle necessità delle persone anziane, ma forse si renderà necessario introdurre altri elementi durante lo sviluppo di queste direttive, ad esempio alcune istruzioni sul modo in cui bisogna preparare i contenuti rivolti agli anziani”, ha affermato Arch.
“Molte persone anziane non sono cresciute utilizzando i computer e non si rendono conto di ciò che possono fare, ad esempio della possibilità di ingrandire il testo con il browser”.
Tuttavia, oltre a cercare di affrontare i problemi legati all’invecchiamento, è importante anche confutare i miti e i presupposti esistenti sugli anziani, ad esempio la convinzione che essi non provino interesse per il computer o non abbiano le capacità necessarie per utilizzarlo, ha spiegato Abou-Zahra. “Il networking sociale è una parte importante dell’invecchiamento, per fare un esempio, e rendere più accessibili i siti di networking sociale a beneficio degli utenti si rivela vantaggioso per tutti”.
Questo argomento è uno sviluppo del vecchissimo presupposto degli addetti all’accessibilità, che dichiara che le persone disabili vogliono utilizzare la rete allo stesso modo di chiunque altro: “E’ un diritto umano riconosciuto dalle Nazioni Unite" dichiara Abou-Zahra, che però riconosce che anche le aziende, in particolare, saranno interessate agli ulteriori vantaggi che ciò comporta per la loro attività, specialmente se si considera l’attuale situazione finanziaria.
“Con le organizzazioni commerciali, il ritorno sull’investimento è spesso un argomento importante. Bene, alcuni anni fa le aziende avrebbero chiesto “ma quanti sono gli anziani online?”. Oggi, con tutti questi cambiamenti a livello demografico, conoscono già la risposta, e l’attuale incremento dell’uso di telefoni cellulari fornisce loro un altro incentivo, dato che i siti accessibili funzionano meglio con i telefoni cellulari.
Fra gli altri fattori finanziari, c’è la necessità di non dover sostituire i dipendenti man mano che la loro età media aumenta, rendendo più accessibili i sistemi interni di rete, anche se c’è ancora molto lavoro da compiere in tutti questi settori, afferma Abou-Zahra. “Sappiamo di non avere abbastanza dati per quanto riguarda i casi aziendali, ma speriamo di ottenerli presto. Sul sito web di WAI viene riportato un caso aziendale documentato relativo all’accessibilità e lo stiamo aggiornando per avere un’idea dei nuovi sviluppi”.
Per molte persone però, l’evento principale relativo all’accessibilità rimane la pubblicazione delle direttive WCAG Versione 2.0 (sempre che avvenga entro quest’anno).
Il gruppo di lavoro addetto allo sviluppo delle direttive WCAG ha avuto un incontro a Boston all’inizio di ottobre, per esaminare i risultati delle prove effettuate con la bozza di queste direttive su siti web autentici, ed ora si aspetta di poter formalizzare le direttive WCAG 2.0 come standard del W3C pienamente riconosciuto entro il mese di dicembre, o al massimo all’inizio del prossimo anno, ha dichiarato Abou-Zahra.
La
prima versione delle direttive WCAG risale a circa un decennio fa e,
anche se si è dimostrata uno strumento di importanza vitale
per la conoscenza dei problemi relativi all’accessibilità,
viene ormai da lungo tempo considerata eccessivamente tecnica,
complessa e poco chiara in svariate situazioni.
La Versione
2.0 dovrebbe risolvere molti di questi problemi, passando dai “punti
chiave” rigidamente tecnici ai “criteri di successo”,
decisamente più flessibili.
Un altro cambiamento di stile consiste in una maggiore separazione fra le direttive fondamentali ed i riferimenti alle specifiche tecnologie, come Javascript o i diversi tipi di browser, ha spiegato Abou-Zahra.
“Questo
lavoro deve essere unito alle tecnologie, ma come possiamo farlo in
maniera tale da non renderlo già obsoleto al momento della
pubblicazione? E’ un problema davvero complesso”,
afferma.
"Le direttive WCAG Versione 1.0 erano troppo
legate all’aspetto tecnologico. A quell’epoca lo standard
HTML era più dominante e l’utilizzo dei sistemi
multimediali era meno diffuso, ma oggi abbiamo tantissime tecnologie,
come Ajax, pertanto la prima lezione che abbiamo dovuto apprendere è
stata quella di non scrivere per una tecnologia specifica. Inoltre,
ai tempi delle direttive WCAG 1.0 abbiamo dovuto escludere Javascript
perché non era ancora sufficientemente standardizzato e le
tecnologie assistive non riuscivano a gestirlo pienamente, ma oggi la
situazione è notevolmente cambiata e pertanto è stato
necessario inserirlo, per stabilire in che modo qualsiasi tecnologia
debba divenire accessibile. I requisiti, come le etichette di testo
per le immagini, devono essere applicati a qualunque tecnologia si
desideri adoperare.
“Pertanto, le direttive WCAG sono più dissociate; detto questo, però, non importa fino a che punto ci si dissoci da una specifica tecnologia, devono comunque esistere dei punti di contatto con le tecnologie reali, punti in cui la ruota tocca l’asfalto. Si tratta di un problema che il gruppo sta cercando di risolvere aggiornando la guida all’applicazione”.
Un altro problema relativo alle direttive WAI sui contenuti della rete consiste nel fatto che esse non trattano in maniera esauriente le esigenze delle persone con disabilità cognitive, ammette Abou-Zahra, anche se dichiara che si tratta di un problema da affrontare a lungo termine, e che l’organizzazione intende risolverlo in modo da ampliare la comunità che ha accesso alla rete.
“Sappiamo
bene che non le nuove direttive non soddisfano pienamente le
necessità delle persone affette da disabilità di tipo
cognitivo, nelle varie forme, lo ammettiamo senza problemi”,
spiega. “Si tratta di un progetto più a lungo termine,
che forse riusciremo ad affrontare nella Versione 3.0 delle direttive
WCAG. Credo che questo sia un problema che l’intera comunità
interessata all’accessibilità dovrà affrontare,
ed avremo bisogno di effettuare un maggior numero di ricerche”.
A
parte la pubblicazione delle direttive WCAG 2.0, il W3C e WAI
continueranno a dare la priorità all’accessibilità
in tutti i settori del loro lavoro, ha affermato Abou-Zahra. “Per
il pubblico, l’attività di WAI spesso sembra limitata
alle direttive WCAG, ma in realtà è molto più
articolata, il suo obiettivo è quello di rendere accessibile
la rete nel senso più ampio del termine".
[Fine
della Sezione Due].
++Note
finali.
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REDAZIONE:
Direttore - Dan Jellinek
Reporter – Majeed Saleh
Consulente Editoriale - Kevin Carey
Direttore marketing – Claire Clinton
ISSN 1476-6337
[Fine del notiziario.]