+++NOTIZIARIO INTERNAZIONALE SULL'ACCESSIBILITA'.
Accesso alla tecnologia per tutti, indipendentemente dalle capacità
- NUMERO 122, FEBBRAIO 2010.
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++Numero 122: In questo numero:
01: Il Braille lotta contro la minaccia rappresentata dalle tecnologie audio
- Traduzione in esclusiva di un servizio del quotidiano italiano La Repubblica.
02: Una proposta di legge negli Stati Uniti imporrebbe l’accessibilità degli apparecchi
- Gli strumenti elettronici per il grande pubblico dovrebbero contenere interface non visive.
03: Alcuni ricercatori progettano di automatizzare la descrizione delle immagini di rete
- Un network accademico del Regno Unito avvia un esperimento pionieristico a livello globale.
- Notizie in breve: 04: Da segnare in agenda – stabilita una data per la conferenza e-Access '10; 05: Caratteristiche della “tavoletta” – l’iPad di Apple e l’accessibilità; 06: La barra degli strumenti di Southampton – l’accessibilità ad internet si potrà scaricare.
++Sezione Due: Servizio Speciale.
Il declino del Braille: è giunta la fine per i puntini? L’avvento delle tecnologie informative e dell’istruzione Sonora ha provocato il declino dell’apprendimento del Braille, ed il sistema Braille tradizionale è stato modificato per adattarsi all’era di Internet. In un articolo pubblicato dal quotidiano italiano La Repubblica, tradotto in esclusiva per il Notiziario Internazionale sull’accessibilità, Alessandra Retico valuta se dovremmo lottare per conservare il Braille, e in che modo le nuove tecnologie possono essere in grado di integrare ed aumentare l’efficacia di questo sistema.
[Fine dei Contenuti].
++Sezione Uno: Notizie.
+01: Il Braille lotta contro la minaccia rappresentata dalle tecnologie audio.
Il futuro del Braille viene minacciato dall’avvento delle tecnologie audio e digitali, ma il sistema conserva comunque un valido potenziale per migliorare la vita delle persone non vedenti, secondo un articolo apparso nel quotidiano italiano La Repubblica e tradotto in esclusiva per questo numero del Notiziario Internazionale sull’Accessibilità da Margherita Giordano.
Il Braille potrebbe diventare una “lingua morta”, dato che le nuove tecnologie, come i servizi telefonici con voci sintetiche per la lettura dei giornali, i computer parlanti e gli audiolibri fanno sì che l’alfabeto tattile venga sempre meno usato, secondo questo articolo. Al giorno d’oggi, solo il 25% degli italiani non vedenti (362.000) e il 10% dei ciechi americani (1.300.000) conosce il sistema Braille, mentre negli anni ’50 più della metà dei ragazzi ciechi degli Stati Uniti imparava il Braille, secondo un articolo recentemente pubblicato dal New York Times.
Il Braille è stato modificato per adattarlo all’era informatica, con una versione ad otto punti corrispondente ai caratteri digitali “ASCII” per lo schermo, utilizzato nelle nuove barre Braille che traducono le righe di testo che appaiono sullo schermo del computer. Tuttavia, questo strumento continua ad essere molto costoso e, presso i giovani, meno popolare degli strumenti di conversione testo-voce, viene affermato nell’articolo. "Più prosaicamente, perché leggere Harry Potter in 36 volumi, quando è possibile ascoltarlo nel formato MP3?".
I difensori del Braille, d’altra parte, portano a testimonianza ricerche scientifiche sull’importanza della lettura nello sviluppo cognitivo dei bambini. Essi lo considerano un valido sistema per l’emancipazione dei ciechi, dato che offre un accesso indipendente ed immediato alla conoscenza.
La verità probabilmente sta negli incroci dei linguaggi e delle tecniche: “vecchio e nuovo, puntini e bit”, si afferma nell’articolo.
Tommaso Daniele, Presidente dell’Unione Italiana Ciechi, ha dichiarato a La Repubblica che le nuove tecnologie sono state in grado non di affossare il Braille, semmai di valorizzarlo. "Noi neghiamo l’assunto che siano concorrenziali. I due […] collaborano, sono complementari. La tecnologia sta portando una rivoluzione nella vita dei ciechi e nella loro autonomia, permettendo loro di navigare in Internet e di leggere testi che sarebbero troppo voluminosi e costosi se venissero tradotti in Braille”.
Ma il Braille possiede anche vantaggi tutti suoi, secondo Daniele. “E’ originale, universale, è una forma diretta di accesso alla comunicazione. […] la lettura è più lenta, ma consente un miglior processo di apprendimento. Non ha bisogno di mediazioni”.
NOTA: Per la traduzione integrale dell’articolo di Alessandra Retico per La Repubblica, vedere la Sezione Due del presente Notiziario. Margherita Giordano è la traduttrice dell’edizione italiana del nostro Notiziario, che viene pubblicato dall’Istituto Cavazza di Bologna.
I commenti su questo articolo sono oggi reperibili sul Notiziario Internazionale sull’Accessibilità Dal Vivo: consultare il sito: http://bit.ly/9t5O3L.
+02: Una proposta di legge negli Stati Uniti imporrebbe l’accessibilità degli apparecchi.
Negli Stati Uniti, i produttori e i fornitori di apparecchi tecnologici per il grande pubblico potrebbero essere costretti a rendere tutti i loro prodotti accessibili ai consumatori non vedenti, se il Congresso approverà una certa proposta di legge.
Presentata da Jan Schakowsky, democratico proveniente dall’Illinois e membro della Camera dei Rappresentanti, l’Atto sulla Tecnologia del 2010, attinente alla Legge sui Diritti dei Ciechi (http://www.opencongress.org/bill/111-h4533/text) si basa sulla possibilità di realizzare alternative accessibili a quelle che vengono definite “interface per gli utenti sempre più complesse” esistenti nell’elettronica destinata al grande pubblico.
Molti di questi apparecchi, dai televisori alle lavastoviglie fino alle attrezzature per ufficio, come le fotocopiatrici ed i telefax, vengono attivati grazie alla tecnologia touch-screen o ad altri strumenti visivi che non sono accessibili alle persone non vedenti, secondo la proposta di legge. "Questa minaccia sempre più grande all’indipendenza ed alla produttività dei ciechi non è affatto necessaria, perché gli apparecchi elettronici possono essere costruiti facilmente con interface per gli utenti di tipo non esclusivamente visivo”, vi si afferma.
La proposta di legge si basa sulle direttive stabilite nella Sezione 508 della Legge sulla Riabilitazione, che impone agli enti governativi statunitensi di rifornirsi di tecnologie IT ed elettroniche accessibili (consultare il sito: http://www.section508.gov ).
L’atto è suddiviso in tre parti: la prima prevede di commissionare una ricerca per determinare i metodi di controllo non visivo per gli apparecchi elettronici destinati ai consumatori; la seconda intende creare una base di “standard minimi di accesso non visivo” a cui gli apparecchi dovranno conformarsi; la terza, infine, prevede di istituire un “ufficio per l’accertamento della conformità all’accesso non visivo", incaricato di svolgere questa ricerca e rendere obbligatori gli standard di accesso.
Peter Abrahams, direttore delle pratiche di accessibilità ed usabilità presso l’ente di ricerca sulle tecnologie IT denominato Bloor Research ( http://www.bloorresearch.com/ ), ha spiegato al Notiziario Internazionale sull’Accessibilità che, oltre a rappresentare un notevole passo avanti nella produzione di apparecchi elettronici accessibili, questo atto potrebbe teoricamente essere utilizzato anche per imporre l’accessibilità ai siti web. “Immagino che potreste dire che [un sito web] è l’interface di un prodotto o di un servizio, e pertanto deve essere accessibile e regolamentato da questo stesso atto. La mia opinione è che, in futuro, questa legge potrebbe essere utilizzata anche per promuovere [l’accessibilità alla rete]”.
Tuttavia, potrebbe passare diverso tempo prima che i produttori e i proprietari di siti web siano costretti a conformarsi a questo atto sulla tecnologia, anche se verrà promulgato, Abrahams ci avverte. L’atto dovrà essere approvato da entrambe le Camere del Congresso con un voto di maggioranza, prima di essere esaminato e controfirmato dal Presidente Obama. Questa procedura, unita all’istituzione dell’ufficio per l’accertamento della conformità all’accesso non visivo ed allo svolgimento della ricerca con relativo rapporto, stabiliti nell’atto in questione, potrebbe far sì che siano necessari diversi anni prima che questa proposta di legge divenga effettiva.
I commenti su questo articolo sono oggi reperibili sul Notiziario Internazionale sull’Accessibilità Dal Vivo: consultare il sito: http://bit.ly/cRZVrs.
+03: Alcuni ricercatori progettano di automatizzare la descrizione delle immagini di rete.
Un progetto rivoluzionario per tentare di rendere i computer capaci di descrivere i contenuti visivi delle pagine web è stato iniziato questo mese, con la formazione di un nuovo network accademico di ricerca nel Regno Unito.
Questo network di ricerca intende sviluppare un browser di rete collegabile esternamente, in grado di analizzare un’immagine e di descriverla all’utente con disabilità visive. Si tratta soltanto di uno dei diversi progetti relativi alla programmazione della visione computerizzata e del linguaggio informatico che verranno intrapresi dal nuovo network di ricerca, denominato V&L Net ( http://www.vlnet.org.uk/ ): la Rete di Visione e Linguaggio (Vision and Language Network) del Consiglio di Ricerca di Ingegneria e Scienze Fisiche (Engineering and Physical Sciences Research Council, EPSRC).
Questo network, che lavorerà per tre anni, è coordinato dalla dottoressa Anja Belz dell’Università di Brighton, che ha parlato al Notiziario Internazionale sull’Accessibilità dell’importanza di promuovere l’accessibilità alla rete a favore dell’utente, dato che molti proprietari di siti web continuano ad ignorare le disposizioni di legge, che prevedono la creazione di pagine accessibili. “Intendiamo sviluppare uno strumento polifunzionale che dia agli utenti con disabilità visive qualche possibilità di accesso alle informazioni visive esistenti nella rete”.
Il progetto è considerato il primo del suo genere e lo strumento finito potrebbe costituire un notevole perfezionamento dei browser di rete o delle estensioni attualmente esistenti ed accessibili, come pure degli screen reader tradizionali, che cercano di spiegare i file contenenti immagini, ha dichiarato Belz. Tuttavia, è del parere che ci vorranno probabilmente molti anni prima che l’opzione di descrizione delle immagini raggiunga un livello qualitativo soddisfacente e questo strumento possa essere messo a disposizione del pubblico.
Fra gli altri progetti del network V&L per fornire assistenza ai disabili visivi, abbiamo uno strumento in grado di descrivere il colore e la struttura di un oggetto (un’estensione dell’attuale software di descrizione dei colori), che potrebbe diventare disponibile entro i prossimi cinque-dieci anni, ed un lettore delle etichette dei prodotti, che scannerizza le informazioni riportate sulle confezioni, come quelle delle etichette dei prodotti alimentari, e le legge all’utente, un risultato attualmente difficile da ottenere con le tecnologie standard di riconoscimento ottico dei caratteri, a meno che il prodotto non sia completamente piatto.
I commenti su questo articolo sono oggi reperibili sul Notiziario Internazionale sull’Accessibilità Dal Vivo: consultare il sito: http://bit.ly/99GolJ.
++Notizie in Breve:
+04: Da segnare in agenda: E’ stata fissata la data per e-Access '10, la conferenza e fiera sull’accesso alle tecnologie per le persone disabili, promossa da Headstar, l’editore del Notiziario Internazionale sull’Accessibilità. Questo evento, che prevede incontri, studio di casi e seminari tenuti da dirigenti di grandi industrie, avrà luogo il 24 giugno a Earls Court, Londra. Per iscriversi e per ulteriori informazioni, visitare il sito: http://bit.ly/atNK9r
+05: Caratteristiche della “tavoletta”: Il nuovo computer iPad “a tavoletta” prodotto dalla Apple contiene molte nuove caratteristiche di accessibilità per gli utenti disabili: aumento dell’ingrandimento di molti programmi attualmente utilizzati per gli apparecchi più piccoli come l’ iPhone e l’ iPod Touch, una tastiera esterna opzionale, una maggior accessibilità per gli utenti privi della vista o che trovano difficile utilizzare il touch-screen ed amplificatori interni, che consentiranno alle persone con lievi disabilità uditive di usare l’ iPad senza collegare amplificatori esterni. L’ iPad contiene inoltre tutte le caratteristiche di accessibilità già presenti nell’ iPhone, compreso uno screen reader “VoiceOver” (che però comprenderà un numero inferiore di lingue rispetto all’ iPhone), uno zoom a schermo pieno, l’opzione di caratteri bianchi su schermo nero, un canale audio mono e un ausilio per le didascalie fisse. Per informazioni, consultare il sito: http://bit.ly/b22Q8U.
+06: La barra degli strumenti di Southampton: Una barra degli strumenti che consente una maggiore accessibilità ad internet, compresi i siti dei social network, compatibile con tutti i browser di rete, è stata sviluppata dai ricercatori dell’Università di Southampton. La barra degli strumenti “TechDis”, creata dalla Commissione Congiunta per i Sistemi Informativi (Joint Information Systems Committee, JISC), contiene la conversione testo-voce, un semplice ingranditore ed un controllo ortografico, e può venire installata nei siti web o scaricata dagli utenti. Per informazioni, consultare il sito: http://bit.ly/c2iJtw
[Fine della Sezione Uno].
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[Fine dell’Annuncio Speciale].
++Sezione Tre: Servizio Speciale
+07: Il declino del Braille: è giunta la fine per i puntini?
di Alessandra Retico
Erano le parole da toccare: sei puntini da sfiorare con le dita, 64 combinazioni per leggere il mondo. Adesso il codice Braille, l’esperanto per i ciechi, rischia di rimanere lettera morta.
Le nuove tecnologie lo rendono meno indispensabile, grazie al sonoro che prende il posto dell’alfabeto tattile. Servizi telefonici con voci sintetiche per la lettura dei quotidiani, computer parlanti, audiolibri. Molti giovani ciechi non imparano più quella grammatica fisica che permette di comunicare con chiunque in qualunque lingua, molti preferiscono mettere su le cuffiette. Al giorno d’oggi solo il 25 per cento degli italiani non vedenti (362 mila) e il 10 per cento dei milione e 300 mila americani ciechi conosce il sistema Braille (mentre negli anni 50 negli Stati Uniti, ha raccontato di recente il New York Times, la metà dei ragazzi ciechi lo conosceva). Inventato nel 1829 da Louis Braille, cieco dall’età di sei anni, che si era ispirato ad un codice militare per trasmettere messaggi notturni, il sistema sopravvive ancora, ma con la concorrenza forte e facile delle tecnologie di informazione.
Braille addio? Non proprio, ma i sei puntini che, hanno tradotto per oltre 180 anni lettere, note musicali, numeri e formule chimiche, non bastano più. Ha aggiunto segni, il vecchio Braille, per adeguarsi al linguaggio web: otto punti anziché sei e 256 combinazioni in tutto, per permettere ai non vedenti di leggere pagine da Internet. Il passaggio dal video alle mani avviene grazie alla barra Braille, che traduce parole e icone visualizzate sullo schermo in un testo a rilievo, utilizzando punte che si alzano e si abbassano, fornendo informazioni su una riga lunga da 20 a 80 caratteri.
Potenziato, arricchito, modernizzato, questo è il Braille dell’universo Internet. Ma è ancora molto costoso e poco diffuso: benché il Servizio sanitario nazionale fornisca gratuitamente le barre, i ragazzi preferiscono collegarsi con l’orecchio.
Questa è l’epoca della riproducibilità sonora. Marshall McLuhan sosteneva che la tecnica avrebbe riportato la cultura occidentale a uno stato tribale e orale: il declino del mondo scritto avrebbe formato una generazione post-alfabetizzata. Il Braille ha avuto fin dalle origini molti detrattori che lo consideravano una forma arcana e marginale di comunicazione, un codice ghettizzante. Altri lo hanno sempre sostenuto come via per l’emancipazione dei non vedenti, un accesso indipendente e non mediato al sapere. Ma oggi, più prosaicamente, perché leggere Harry Potter in 36 volumi quando basta mettere l’auricolare e ascoltarlo in mp3?
Dobbiamo preoccuparci? I difensori del Braille portano a testimonianza molte ricerche scientifiche sull’importanza della lettura nello sviluppo cognitivo dei bambini. Per loro abbandonare la scrittura è tornare ad una società pre-Gutemberg, quando la cultura era nelle mani di intellettuali e religiosi. Ma altri obiettano che tutto sommato noi leggiamo da appena 6.000 anni, e l’alfabetizzazione di massa è in fondo una conquista recente. La verità probabilmente sta negli incroci dei linguaggi, vecchi e nuovi, puntini e bit.
Tommaso Daniele, presidente dell’Unione Italiana Ciechi, è fra i sostenitori del vecchio sistema di lettura, e da anni si batte per diffonderlo, soprattutto nelle scuole. Afferma che le nuove tecnologie non hanno affossato il Braille: semmai, lo hanno valorizzato.
“Noi neghiamo l’assunto che siano concorrenziali. I due […] collaborano, sono complementari. La tecnologia sta portando una rivoluzione nella vita dei ciechi, nella loro autonomia. Permette di navigare su Internet, leggere testi che tradotti in Braille sarebbero troppo voluminosi e costosi”.
NOTA: Questo articolo di Alessandra Retico è apparso per la prima volta in lingua italiana sul quotidiano “La Repubblica” del 21 gennaio (Copyright La Repubblica 2010). Ringraziamo Margherita Giordano per la traduzione.
I commenti su questo articolo sono oggi reperibili sul Notiziario Internazionale sull’Accessibilità Dal Vivo: consultare il sito: http://bit.ly/b84WWr.
[Fine della Sezione Due].
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[Fine dell’Annuncio Speciale].
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[Fine dell’Annuncio Speciale].
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Direttore - Dan Jellinek
Reporter – Tristan Parker
Consulente Editoriale - Kevin Carey
ISSN 1476-6337
[Fine del notiziario.]