+++NOTIZIARIO INTERNAZIONALE SULL'ACCESSIBILITÀ.
Accesso alla tecnologia per tutti, indipendentemente dalle capacità.
- NUMERO 142, NOVEMBRE 2011.
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++Numero 142: In questo numero:
01: L’azione legale contro la Disney per l’accesso alla rete è stata definita in via amichevole prima del processo.
- La class action è terminata ma i termini non sono ancora chiari.
02: Un’applicazione per gli smartphone consente di usufruire di tessere fedeltà accessibili.
- Un progetto pilota avviato dal servizio directory della Yell.
03: Le barriere all’accesso alle tecnologie ICT “sono comuni a tutta l’Europa”.
- Un’indagine internazionale si propone di incentivare l’istruzione per tutta la vita.
Notizie in breve:
04: Un aiuto per gli elettori – progetto pilota per il voto con l’iPad nell’Oregon; 05: I presupposti di base dal vivo – un corso di istruzione elettronica sull’accessibilità alla rete; 06: Un guru per i cellulari – un grande magazzino di telefonia mobile offre un’assistenza di vastissima portata.
Sezione Due: Nella casella della posta – Il forum dei lettori:
07: Aste bloccate – le barriere esistenti in eBay; 08: La lotta con i file – la distorsione delle pagine pdf ingrandite.
Sezione Tre: Il punto di vista – L’accessibilità nel mondo reale.
09: Una scelta obbligata: Le nuove tecnologie possono liberare le persone, ma anche creare nuovi modi di escluderle. Miro Griffith ci spiega come spesso i disabili siano costretti ad utilizzare sistemi di accesso alle informazioni che, se potessero, non sceglierebbero mai.
[Fine dei contenuti].
++Sezione Uno: Notizie.
+01: L’azione legale contro la Disney per l’accesso alla rete è stata definita in via amichevole prima del processo.
Una class action americana contro la Walt Disney Company per la presunta inaccessibilità dei suoi siti web è stata composta in via extragiudiziale, evitando così un processo che era previsto per il gennaio del 2012, secondo quanto appreso dal Notiziario Internazionale sull’Accessibilità.
Il 29 giugno, Dolly Gee, giudice distrettuale californiano, aveva dato a tre donne cieche della California e del Kansas il permesso di organizzare una class action, confermando che i siti della Disney risultano inaccessibili ai programmi di screen reader, e non consentono agli utenti ciechi di effettuare prenotazioni per i parchi a tema dell’azienda, o di scaricare i biglietti elettronici.
Le tre donne sono rappresentate da Andy Dogali, dello studio legale della Florida Forizs & Dogali, affiancato dall’avvocato di Los Angeles Eugene Feldman. Dogali ha dichiarato al Notiziario Internazionale sull’Accessibilità che sono stati concordati i termini di un accordo extragiudiziale tra le parti, da sottoporre al tribunale per l’approvazione, come previsto dalla legislazione statunitense.
“Attualmente stiamo preparando la documentazione necessaria per questo accordo, pertanto la maggior parte dei dettagli precisi è ancora confidenziale, anche se ritengo che la procedura non richiederà più di qualche altra settimana”, ha affermato Dogali. “I documenti a sostegno dell’accordo verranno pubblicati in un futuro molto prossimo, assieme alla richiesta di approvazione”.
La notizia di un accordo extragiudiziale prima del processo potrà deludere alcuni osservatori, dato che il processo, previsto per gennaio, avrebbe messo in evidenza la necessità di esigere una maggiore accessibilità alla rete dalle aziende di tutto il mondo. Il mese scorso Samantha Fothergill, funzionario anziano addetto alle politiche legali del RNIB, l’ente assistenziale britannico dei ciechi, aveva dichiarato che il fatto che un’azienda con un profilo tanto alto venisse citata avrebbe sicuramente avuto una ripercussione sui comportamenti delle multinazionali e sulle campagne di pressione in ogni luogo (vedere Notiziario Internazionale sull’Accessibilità, Ottobre 2011 http://www.headstar.com/eablive/?p=633 ).
- I commenti su questo articolo sono oggi reperibili sul Notiziario Internazionale sull’Accessibilità Dal Vivo: consultare il sito: http://www.headstar.com/eablive/?p=646 .
+02: Un’applicazione per gli smartphone consente di usufruire di tessere fedeltà accessibili.
Un’applicazione per gli smartphone, che offre versioni digitali delle tessere fedeltà distribuite dai negozi, consentirà per la prima volta a molte persone disabili di usufruire di questo servizio, secondo quanto dichiarato dai creatori del progetto.
L’applicazione, denominata “mClub” e realizzata dall’azienda Yell, che si occupa di directory di stampa e digitali; essa è scaricabile gratuitamente e consente ai negozianti di applicare le offerte del tipo “acquista nove tazze di caffé e avrai gratis la decima” senza per questo obbligare l’utente ad utilizzare una tessera vera e propria. Un servizio pilota, disponibile sia per l’iPhone della Apple ( http://bit.ly/pDmUyC ) che per i cellulari Android ( http://bit.ly/rfB9u6 ) è stato inaugurato a Londra, Plymouth e Reading, mentre un analogo servizio della BlackBerry diventerà effettivo nelle prossime settimane.
Anche se questo servizio non era stato originariamente concepito appositamente per le persone disabili, Artur Ortega, progettista anziano per l’accessibilità presso la Yell, ha raccontato questo mese al Notiziario Internazionale sull’Accessibilità che, quando ha visionato la presentazione interna di questo progetto, si è reso immediatamente conto dei potenziali benefici per le persone disabili ed ha pertanto modificato in questo senso la procedura di realizzazione.
“In precedenza, per i non vedenti era impossibile utilizzare le tessere fedeltà”, ha spiegato Ortega. “Non era possibile trovare la tessera giusta fra quelle presenti in tasca e non potevano conoscere il numero dei timbri apposti su di essa. Questa applicazione è utile anche per le persone le cui mani hanno capacità motorie ridotte e che pertanto potrebbero avere qualche problema ad estrarre la tessera dalla tasca o dal portafoglio”.
Una volta attivata l’applicazione, i punti fedeltà vengono aggiunti dai vari negozi che partecipano a questo progetto trasferendoli dalla tessera ad un terminale presente sui cellulari Android, tramite la Near Field Communication (NFC - standard di trasmissione per lo scambio senza contatto di dati su brevi distanze) oppure scannerizzando un codice QR (codice a barre quadrato) tramite un iPhone. Anche se viene emesso un “bip” quando l’applicazione viene utilizzata, la mancanza di un’effettiva comunicazione NFC sugli iPhone rappresenta ancora una limitazione per gli utenti ciechi, che devono ricorrere all’aiuto di un commesso del negozio, ha ammesso Ortega.
L’attivazione dell’applicazione in sé non è troppo difficile per gli utenti ciechi, se sugli iPhone è stata precedentemente installata la funzionalità VoiceOver di conversione testo-voce, e i cellulari Android sono in grado di gestire un software analogo, come la serie Mobile Accessibility della Code Factory, ha affermato Ortega.
Questo tipo di approccio, unito ad una tecnologia di localizzazione, è stato sviluppato nella nuova versione per smartphone della home page dell’azienda (consultare il sito www.yell.com ), e risulta estremamente utile per le persone affette da disabilità, secondo Ortega. “Se ho bisogno di un taxi, sono in grado di localizzarne uno immediatamente e chiamarlo subito utilizzando lo stesso apparecchio; non ho più bisogno di copiare il numero di telefono, bastano due semplici click. Oppure posso prenotare un tavolo al ristorante; tutto questo comporta un vantaggio enorme per le persone non vedenti o dalle limitate capacità motorie.
“Prima, queste persone erano costrette a chiamare qualcuno ed a farsi passare il telefono del ristorante; se la linea era occupata, dovevano chiamare di nuovo e rifare tutta la trafila dall’inizio”.
- I commenti su questo articolo sono oggi reperibili sul Notiziario Internazionale sull’Accessibilità Dal Vivo: consultare il sito: http://www.headstar.com/eablive/?p=644 .
+03: Le barriere all’accesso alle tecnologie ICT “sono comuni a tutta l’Europa”.
I problemi riscontrati nel mettere in pratica le politiche di acccessibilità alle tecnologie ITC sono comuni a tutta l’Europa, secondo i primi dati di un’indagine sulle politiche di 30 nazioni (i Paesi dell’Unione Europea, più la Norvegia, l’Islanda e la Svizzera), secondo quanto appreso dal Notiziario Internazionale sull’Accessibilità.
Secondo una ricerca effettuata nel mese di giugno per il progetto “i-access”, finanziato dall’Unione Europea e relativo all’accesso alle informazioni elettroniche e all’istruzione per l’intera durata della vita (http://www.european-agency.org/agency-projects/i-access ), i problemi riscontrati comprendono la creazione di contenuti accessibili, l’ottemperanza agli standard, i problemi relativi alla fornitura di sistemi accessibili e la mancanza di consapevolezza e di comprensione.
Questo progetto viene svolto dall’Ente Europeo per lo Sviluppo dell’Istruzione in presenza di Esigenze Particolari (European Agency for Development in Special Needs Education), con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza dei problemi riguardanti la fornitura di informazioni accessibili per l’istruzione per l’intera durata della vita. Anche se alcuni intervistati hanno risposto all’indagine affermando che le loro organizzazioni forniscono guide di stile per la creazione dei contenuti, soltanto la metà circa degli intervistati prendono in considerazione gli aspetti relativi all’accessibilità, ad esempio cercando di comprendere in che modo i loro programmi potrebbero interagire con gli screen reader.
“Si calcola che nell’Unione Europea vi siano circa 80 milioni di persone affette da disabilità di vario genere e di grado diverso e, man mano che l’età aumenta, aumenta la percentuale delle persone disabili”; ecco ciò che John Galloway, un consulente che lavora nel settore della diffusione delle scoperte nel settore dell’accesso alle tecnologie, ha dichiarato questa settimana al Notiziario Internazionale sull’Accessibilità. “Non esiste nessuna soluzione al problema di fare in modo che qualsiasi informazione in formato elettronico, si tratti di una pagina web, di un messaggio di testo, di un documento sullo schermo o di un filmato informativo, sia ugualmente disponibile a tutti”, ha affermato Galloway.
“Per ogni Paese, dobbiamo scoprire quali sono le politiche previste e in che modo esse vengono messe in pratica, quali differenze e quali analogie esistono. Le lezioni apprese in tutta Europa verranno assemblate in maniera tale da permettere a chiunque di condividerle, ed è soltanto in questo modo che potremo affrontare questo difficile problema”.
Tutti i dettagli relativi a questa ricerca ed il testo di una relazione di una conferenza a progetto co-finanziata dal Ministero Danese per l’Istruzione, tenutasi a Copenhagen in giugno, verranno pubblicati a breve termine, mentre le raccomandazioni finali di questo progetto verranno rese note la prossima estate, ha affermato Galloway.
- I commenti su questo articolo sono oggi reperibili sul Notiziario Internazionale sull’Accessibilità Dal Vivo: consultare il sito: http://www.headstar.com/eablive/?p=641 .
++ Notizie in breve:
+04: Un aiuto per gli elettori: Gli elettori disabili dell’Oregon, negli Stati Uniti, verranno aiutati ad esprimere il loro voto da un software adattabile inserito negli iPad dagli addetti ai seggi di diversi luoghi, come comunità e cliniche mediche. I residenti in cinque delle 36 contee dell’Oregon hanno potuto votare nelle speciali elezioni primarie tenutesi lo scorso martedì per nominare i candidati per la sostituzione di David Wu, un membro del Congresso che ha dato le dimissioni a seguito di uno scandalo sessuale. Gli elettori disabili hanno potuto esprimere le loro preferenze online utilizzando screen reader, caratteri di stampa modificabili e colori dello schermo modificabili, oltre ad altre caratteristiche accessibili. Una volta effettuata la selezione, i voti sono stati stampati per essere consegnati all’ufficio elettorale. Secondo i media, se questo programma pilota avrà successo, questa tecnologia verrà resa disponibile nell’intero stato dell’Oregon in occasione delle prossime elezioni. Link breve: http://apne.ws/swsnGT . Link lungo: http://hosted.ap.org/dynamic/stories/U/US_VOTE_BY_IPAD?SITE=TNMEM&SECTION=HOME&TEMPLATE=DEFAULT
+05: I presupposti di base dal vivo: Il primo corso di istruzione elettronica del Regno Unito in grado di fornire un diploma valido a livello nazionale in accessibilità alla rete è stato inaugurato questa settimana. Il corso, denominato Web Accessibility Essentials (Presupposti di Base per l’Accessibilità alla Rete) è stato sviluppato da AbilityNet, l’ente assistenziale che si occupa di inclusione digitale, assieme alla Commissione per l’Uguaglianza ed i Diritti Umani ed alla BCS (l’istituto certificato per le tecnologie IT). Con un costo di iscrizione inferiore alle 50 sterline, offre uno standard minimo grazie al quale i creatori dei contenuti di rete ed i direttori possono dimostrare le loro competenze di base ed il loro impegno a garantire l’accessibilità. Per informazioni, consultare il sito: http://www.bcs.org/wae
+06: Un Guru per i cellulari: Un alto livello di assistenza per i clienti disabili viene offerto in via sperimentale dal nuovo grande magazzino dell’operatore di rete mobile O2, situato nel centro di Londra. Questo negozio offre consulenza in loco sui benefici forniti da apparecchi portatili come gli smartphone e sulle applicazioni, caratteristiche e funzioni che essi possono fornire alle persone con disabilità sensoriali. Tutti i dipendenti hanno anche frequentato un corso di formazione sui problemi attinenti alla perdita della vista ed alla sordità, grazie alla collaborazione con l’Istituto Reale Nazionale dei Ciechi (Royal National Institute of Blind People, RNIB) e con l’ente di consulenza Positive Signs (Segnali Positivi); il negozio ospita inoltre Abigail, il “guru” di O2, non udente ed esperto dei linguaggio inglese dei segni. Sono attualmente in fase di sviluppo vari progetti per la fornitura di ulteriori consulenze e servizi alle persone affette da disabilità motorie e problemi di apprendimento. Link breve: http://bit.ly/vvrCYj . Link lungo: http://news.o2.co.uk/Press-Releases/O2-store-on-Tottenham-Court-Road-aims-to-improve-service-for-D-deaf- people-and-those-living-with-sight-loss-345.aspx
[Fine della Sezione Uno].
++Sezione Due: “Nella Casella della Posta” - Il forum dei lettori.
Vi preghiamo di inviare i vostri contributi e le vostre risposte all’indirizzo inbox@headstar.com.
+07: Aste bloccate: Il nostro lettore Martin Jones ci scrive per lamentarsi di un problema di accessibilità ad uno dei più grandi e più popolari siti internet del mondo. Martin scrive: “Volevo iniziare a vendere alcuni articoli su eBay, dato che altre persone hanno potuto guadagnare una notevole somma di denaro; però, quando tento di inserire un articolo nell’elenco, il sito risulta praticamente inaccessibile.
“Pensavo che eBay, essendo probabilmente il principale sito di aste del mondo intero, avrebbe preso in considerazione i problemi della disabilità ed avrebbe reso accessibile il suo sito, ma a quanto pare le cose non stanno affatto così.
Potete dirmi se esiste un programma accessibile che potrei utilizzare per elencare i miei oggetti? Qualcuno mi ha detto che esiste un software di questo genere. Altrimenti, che cosa si potrebbe fare per informare eBay e collaborare con essa per rendere accessibile il suo sito? (Ho tentato di utilizzare Turbo Lister, ma ho riscontrato gli stessi problemi di inaccessibilità).
Ve lo chiedo perché, quando tento di contattare eBay, non ricevo mai una risposta alle mie mail, e la linea telefonica risulta perennemente occupata. Dal momento che eBay oggi è tanto conosciuta, pensavo che, se qualcuno trovasse una soluzione, molte altre persone gli sarebbero molto grate; e, se non si trovasse nessuna soluzione, bisognerebbe agire in questo senso e, più persone saranno a conoscenza del problema, più forza potremmo avere.
[Vi preghiamo di inviare le vostre risposte all’indirizzo inbox@headstar.com].
+08: La lotta con I file: La nostra corrispondente regolare Fay Rohrlach ci scrive dall’Australia meridionale per parlare di un altro dei suoi obiettivi: la lotta contro l’inacccessibilità di molti file in formato pdf.
“Sto ancora lottando per avere accesso a materiali di cui ho bisogno; molti di essi sono in formato pdf e le persone non collaborano, cambiando sistema quando sarebbe necessario farlo”, ci scrive Fay.
“Tutti noi vorremmo fare parte della comunità. Però l’inaccessibilità di questo, di quello o di quell’altro non ce lo permette. Io mi servo di ZoomText, e quando apro sullo schermo qualsiasi file in formato pdf, le lettere risultano distorte se le ingrandisco eccessivamente.
“Mi piacerebbe se qualcuno potesse spiegarmi come convertire i file da pdf a word, specialmente word 2003, se possibile. Mi hanno mandato alcuni testi in file di word 2010, che per me non è accessibile; se esiste una soluzione, vorrei conoscerla. Siamo nel 2011, ormai quasi nel 2012, allora perché ci comportiamo come se fossimo ancora negli anni ’50?
“Vorrei dire a tutte le aziende, e a tutte le organizzazioni interessate, che forse verrà il giorno in cui avrete bisogno dei nostri servizi, se non sarete più in grado di leggere per vostro conto. Vorrei dire a tutti gli utenti vedenti: per favore, cambiate i vostri sistemi per noi e per tutte le altre persone affette da disabilità, oppure presto vi ritroverete inadempienti alle normative che potrebbero entrare in vigore in un futuro non troppo lontano”.
[Vi preghiamo di inviare le vostre risposte all’indirizzo inbox@headstar.com].
[Fine della Sezione Due].
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[Fine dell’Annuncio Speciale].
++Sezione Tre: Il punto di vista
- L’accessibilità nel mondo reale.
+09: Una scelta obbligata
di Miro Griffiths.
Il modello sociale della disabilità ritiene che siano le barriere create dalla società, e non gli handicap effettivi, a limitare le opportunità delle persone disabili.
Le persone disabili si ritrovano svantaggiate dal modo in cui la società è organizzata dalle persone non disabili. Prendete un qualsiasi problema o un qualsiasi settore della società, come l’occupazione, l’istruzione, le abitazioni, i trasporti o la povertà, e scoprirete che i disabili sono decisamente più svantaggiati delle persone cosiddette normali, e che questa differenza non può essere spiegata o scusata con la disabilità stessa.
La spiegazione di questo “svantaggio strutturale” tanto radicato si trova nelle barriere sociali, fisiche ed attitudinali che la società innalza e che impediscono ai disabili di realizzare appieno il loro potenziale e di usufruire delle stesse possibilità di vita riservate alle persone non disabili.
Si ritiene che le tecnologie ICT siano estremamente promettenti per i disabili, perché dispongono del potenziale necessario a ridurre o ad eliminare molte delle barriere che li rallentano, o addirittura impediscono loro del tutto di lavorare, di imparare, di fare acquisti, di usufruire dei servizi bancari, di divertirsi e di comunicare con gli altri.
Tuttavia, esistono ancora moltissime barriere.
Le nuove tecnologie vengono realizzate, collaudate e progettate a beneficio delle persone non disabili. Esse forniscono nuove capacità agli utenti, ma si appoggiano anche pesantemente alle tecnologie preesistenti. I telefoni dipendono dalla capacità di parlare e di ascoltare; gli schermi dei computer dipendono dalla capacità di vedere; i sistemi di navigazione satellitare dipendono dalla capacità di vedere e di sentire, e così via.
Qualsiasi nuova tecnologia porta con sé un nuovo potenziale per coloro che la utilizzano e una nuova disabilità per coloro che non riescono ad utilizzarla.
La maniera in cui la strategia delle tecnologie ICT viene sviluppata e resa operativa può significare, per una persona disabile, la differenza fra una vita dipendente ed una vita autonoma.
Ho sentito raccontare la motivazione commerciale in base alla quale le persone disabili devono essere “riconcettualizzate” come potenziale settore di mercato (sono il 18% della popolazione) e devono potersi fidare di come il mercato e l’industria affrontano il problema dell’accessibilità.
Tuttavia, io rifiuto questa motivazione commerciale e preferisco affermare che l’industria deve fare proprio l’ “ambito mentale” del modello sociale della disabilità.
Le tre principali pietre miliari di questo approccio sono: primo, il rispetto per i diritti umani delle persone disabili. Ad esempio, i creatori di nuovi prodotti devono assumere dipendenti disabili e consultare attivamente la comunità dei disabili per fare in modo che l’accessibilità diventi una componente fondamentale dei prodotti.
Secondo, il rispetto per le scelte personali. Le opzioni delle tecnologie ICT non devono venire imposte ai disabili. Spesso, le scelte per ovviare ad un handicap vengono fatte da un “esperto” tecnico, una persona che conosce le opzioni di quella tecnologia e decide quello che ritiene sia il meglio per l’utente. Se soltanto poche tecnologie ICT risultano accessibili, le persone disabili possono scegliere esclusivamente fra le opzioni accessibili, e questa è una scelta obbligata. Le scelte obbligate convogliano il messaggio che le persone cosiddette normali hanno diritto ad una vasta gamma di opzioni a prezzi contenuti, mentre quelle disabili meritano soltanto le poche opzioni, spesso specialistiche e molto costose, che vengono messe a loro disposizione.
La terza pietra miliare è lo sviluppo di un design universale e di sostegni appositi per la disabilità. Spesso le soluzioni sviluppate in conformità con il modello sociale della disabilità si rivelano utili non soltanto per i disabili, ma anche per le altre persone.
Inoltre, esistono varie differenze nelle maniere in cui le persone disabili e quelle non disabili possono accedere alle tecnologie ICT ed utilizzarle; queste differenze possono risultare al di là della portata del design universale e creano l’esigenza di sostegni appositi per i disabili, oltre che di informazioni, formazione e servizi di sostegno locale per potersi collegare al mondo digitale in maniera valida. La prospettiva del modello sociale afferma che la società dovrebbe mettere i supporti necessari a disposizione della gente. In questo modo, le persone disabili possono sfruttare i vantaggi della società ed essere allo stesso tempo cittadini produttivi.
Riassumendo, le tecnologie ICT non sono un potente fattore di cambiamento; è la strategia che viene adottata a rivelarsi il vero fattore di cambiamento.
La mia esperienza personale di utilizzatore di tecnologie ICT ai tempi dell’istruzione superiore (sono un laureato che sta studiando per un master in disabilità presso l’Università di Leeds), nel complesso, si è dimostrata positiva; tuttavia, ci sono alcuni argomenti che ritengo utile evidenziare.
Si presume che i finanziamenti per le Borse di Studio per gli Studenti Disabili (Disability Student Allowance, DSA) debbano servire a ripagare i costi aggiuntivi dei corsi che gli studenti devono sostenere proprio a causa delle loro disabilità.
Io vivo su una sedia a rotelle e soffro di una patologia neuro-muscolare associata ad una debolezza muscolare che va dal collo in giù. Quando ho presentato la mia domanda per ottenere una DSA, ho richiesto diversi tipi di attrezzature adatte al mio tipo di handicap.
Il primo articolo da me richiesto è stata un’applicazione multi-monitor per il mio computer. Normalmente, uno studente lavora circondato da numerosi libri di testo, da leggere o da consultare. Nel mio caso, io sono impossibilitato a sollevare un libro, a tenerlo in mano o a voltarne le pagine, perciò avevo richiesto questa attrezzatura, consistente in tre monitor e alcuni software, per poter passare da un monitor all’altro ed avere così accesso a materiali scritti o a documenti. Il costo totale ammontava a circa 700 sterline. Invece, mi hanno dato un volta-pagine meccanico molto poco diffuso, che occupa praticamente tutta la mia scrivania, ha una funzionalità limitata, costa circa 2.500 sterline e non è assolutamente adatto alle mie esigenze; questa è stata una delle “scelte obbligate” di cui parlavo prima. Alla fine, ho dovuto comprarmi il multi-monitor pagandolo di mia tasca.
Il secondo articolo che avevo richiesto era un computer portatile; ho bisogno di un laptop ergonomicamente adatto alla mia particolare disabilità, così ho richiesto un modello che consideravo appropriato, dal punto di vista funzionale, per le mie esigenze di accesso. Anche in questo caso mi è stata imposta una “scelta obbligata” e di conseguenza ho dovuto andare ad acquistare un laptop che mi consentisse l’accesso.
Allo stesso modo, volevo un Kindle che mi permettesse di accedere ai materiali di lettura anche stando sdraiato sul letto. Io passo 14 ore al giorno seduto sulla mia sedia a rotelle e a volte preferisco studiare restando sdraiato. Avevo richiesto il Kindle perché è più leggero ed ergonomicamente più adatto alla mia disabilità; invece mi hanno dato il Sony Reader, che è più pesante e ha dei pulsanti in cima a cui non potevo accedere.
Così, ho dovuto comprarmi un Kindle.
Tutto questo dimostra che il problema non è nelle tecnologie ICT, ma ha a che fare soprattutto con le strategie di mercato e con l’approccio prescrittivo dei “custodi” del servizio. Pertanto, è l’ “esperto tecnico” a sapere ciò che è meglio per l’utente.
Poi c’è stata la questione dei libri per la consultazione. Tutto il materiale del corso era accessibile elettronicamente, ma la maggior parte dei libri da consultare non lo era, pertanto sono stato costretto a pagare una persona che scannerizzasse i libri che avevo acquistato e li convertisse nel formato pdf. Tutto questo mi è costato il triplo del prezzo dei libri.
Quello che vorrei spiegare è che io non mi trovo “allo stesso livello degli altri studenti”, e che molti studenti disabili sarebbero stati costretti a rinunciare al corso a causa dei costi elevati.
Le tecnologie ICT devono essere a buon mercato, disponibili, accessibili, ma soprattutto applicabili.
© Copyright Miro Griffiths 2011. Miro Griffiths è un consulente disabile per l’uguaglianza. Questo articolo è la versione scritta di un intervento da lui fornito in occasione della conferenza e-Access ’11 di quest’anno, organizzata da Headstar, l’editore del Notiziario Internazionale sull’Accessibilità.
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[Fine della Sezione Tre].
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REDAZIONE:
Direttore: Dan Jellinek.
Consulenti editoriali: Kevin Carey, Tristan Parker.
ISSN 1476-6337
[Fine del notiziario.]