+++NOTIZIARIO INTERNAZIONALE SULL'ACCESSIBILITÀ.
Accesso alla tecnologia per tutti, indipendentemente dalle capacità.
- NUMERO 147, APRILE 2012.
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++Numero 147: In questo numero:
01: Le applicazioni rischiano di creare un nuovo mondo di esclusioni, secondo
una relazione.
-
“Possibilità di scelta, adattabilità e flessibilità” sono essenziali per
l’accessibilità.
02: Gli editori fanno appello all’unità per quanto riguarda i libri elettronici
accessibili
- Tutti gli anelli di questa catena dovrebbero collaborare fra loro, viene
dichiarato in una relazione.
03: L’esclusione digitale per gli anziani “è destinata a continuare”.
-
I designer di rete devono aggirare le limitazioni.
Notizie in breve: 04: Appello per impedire la chiusura – a rischio un centro di
valutazione delle tecnologie; 05: Un giorno speciale – La Giornata della Consapevolezza dell’Accessibilità Globale; 06: Presente su Cosmopolitan – il
profilo di una pioniera dell’istruzione elettronica.
Sezione Due: Nella casella della posta.
07: Richieste relative ai problemi con la TV – la nuova funzione di conversione
testo-voce per il televisore ha fatto colpo.
Sezione Tre: L’Opinione – L’imprenditoria.
+08: Le persone con patologie croniche possono diventare grandi imprenditori?
Julie Howell, che vive con la sclerosi multipla dall’età di 19 anni, dichiara
che avere a che fare con una patologia cronica l’ha resa un’imprenditrice più
efficiente – e altre persone potrebbero imparare qualcosa dalla sua esperienza.
[Fine dei contenuti].
++Sezione
Uno: Notizie.
+01: Le
applicazioni rischiano di creare un nuovo mondo di esclusioni, secondo una
relazione.
I creatori di applicazioni (app) per i cellulari devono inserire “tutta la possibilità
di scelta, l’adattabilità e la flessibilità possibili” nei loro prodotti, per
ottimizzarne l’accessibilità per i disabili, oppure rischieranno di creare un
intero nuovo mondo di esclusione digitale, secondo quanto riportato in una
nuova relazione.
La relazione, dal titolo “Muoversi assieme: le applicazioni dei cellulari per
l’inclusione e l’assistenza” ( http://bit.ly/yBTdwo
) è stata scritta da Dan Jellinek, direttore del Notiziario Internazionale
sull’Accessibilità, in collaborazione con Peter Abrahams della Bloor Research, per
conto della OneVoice for Accessible IT Coalition (Coalizione UnaVoce per le
Tecnologie Accessibili).
La relazione riporta una serie di problemi fondamentali affrontati dagli
anziani e dai disabili che si servono di app per il cellulare, ed esprime
alcune raccomandazioni per migliorare l’accessibilità di queste app.
Un’area emergente in questo settore è quella delle app di assistenza, che si servono del “crowdsourcing” (lavoro collettivo svolto da vari utenti della rete) per assistere gli utenti, viene spiegato nella relazione. Si tratta di applicazioni che attingono alle conoscenze di un determinato gruppo per fornire informazioni oppure aiuto ad altri utenti, come l’app per iPhone VizWiz, che consente agli utenti di fotografare qualcosa, registrare una domanda relativa alla foto scattata e poi ottenere tramite “crowdsourcing” la risposta, rivolgendosi ad un team di operatori online.
Parlando con il Notiziario Internazionale sull’Accessibilità, Peter Abrahams, coautore della relazione, ha spiegato che le app accessibili potrebbero consentire agli utenti disabili “di essere indipendenti in maniere che l’ambiente non digitale normalmente non consentirebbe loro”. Tuttavia, “se l’app non è accessibile, il disabile viene privato di questo diritto ed emarginato”. Ciò è inaccettabile dal punto di vista morale, etico, finanziario e legale”, ha affermato Abrahams.
I
rivenditori al dettaglio di apparecchi portatili dovrebbero far sì che il
personale addetto alla vendita riceva un’istruzione sui problemi fondamentali
dell’accessibilità e si serva del database della Global Accessibility Reporting
Initiative (GARI – Iniziativa per la Presenza dell’Accessibilità Globale), gestito dal Forum dei Produttori di Cellulari (Mobile Manufacturers Forum, http://bit.ly/reiCg ) per fornire ai clienti
informazioni sull’accessibilità, viene detto nella relazione.
La relazione è stata presentata il mese scorso durante l’inaugurazione
dell’Assemblea Generale Annuale della One Voice for Accessible ICT Coalition,
un insieme di gruppi del settore privato e pubblico e del terzo settore, che si
sono impegnati ad aiutare le aziende e le organizzazioni a migliorare
l’accessibilità delle loro tecnologie IT. Durante l’assemblea, i membri della
coalizione hanno firmato una carta dei principi ribadendo così il loro impegno
a promuovere ed incrementare l’adozione e la fornitura di servizi accessibili
online e per i telefoni cellulari.
La
coalizione ha anche redatto una “Guida in Sette Fasi” per coloro che progettano
e realizzano l’accessibilità di base delle app per i telefoni cellulari.
Consultare il sito: http://bit.ly/yL8iaZ
Tutte queste fasi hanno l’obiettivo di aiutare a superare l’idea che
l’accessibilità sia qualcosa di eccessivamente complicato, ha spiegato
Abrahams. “Esse evidenziano inoltre il fatto che l’accessibilità non significa
soltanto trovare il codice tecnico corretto, ma riguarda il ciclo completo,
dall’incarico della progettazione alla gestione dei suggerimenti”.
-
I commenti su questo articolo sono oggi reperibili sul Notiziario
Internazionale sull’Accessibilità Dal Vivo: consultare il sito: http://www.headstar.com/eablive/?p=716
.
+02: Gli editori fanno appello all’unità per quanto riguarda i libri
elettronici accessibili
Una
richiesta dell’industria editoriale di collaborare con tutti coloro che fanno
parte della fornitura di materiale editoriale, per migliorare l’accessibilità
dei libri elettronici, è stata presentata dall’Associazione Editori (Publishers
Association, PA), che chiede un sostegno di tipo trasversale.
Questa dichiarazione congiunta ( http://bit.ly/HzaaBV
) è stata presentata in occasione della Fiera del Libro di Londra del 2012 (London
Book Fair 2012), che si è tenuta questa settimana, ed ha ottenuto il sostegno
di parecchie organizzazioni, compreso l’Istituto Reale Nazionale dei Ciechi (Royal
National Institute of Blind People, RNIB) ed EDItEUR, l’ente internazionale
degli standard commerciali per l’industria editoriale.
Anche se i progressi tecnologici hanno reso più facile agli editori produrre materiali più accessibili a coloro che hanno problemi con la stampa normale, tutti i componenti della catena di fornitura oggi hanno bisogno di collaborare per migliorare l’accessibilità dei libri elettronici, secondo quanto riportato in questa dichiarazione.
“I meccanismi per cui un libro elettronico viene reso accessibile coinvolgono tutti coloro che fanno parte della catena di fornitura, dall’autore al lettore, e nessun singolo anello di questa catena è in grado di risolvere il problema dell’accessibilità da solo. Gli editori, i produttori di lettori di libri elettronici, i creatori di piattaforme, i grossisti ed i dettaglianti di libri elettronici e, naturalmente, gli stessi consumatori, devono fare la loro parte”, è scritto nella dichiarazione.
Oggi
gli editori stanno cercando di collaborare con i creatori di lettori per libri
elettronici e di piattaforme, con i rivenditori al dettaglio di libri
elettronici, con i provider di materiali di studio e le biblioteche, e con i
lettori che hanno problemi con la stampa normale.
La PA chiede alle organizzazioni che si trovano in un qualsiasi punto della
catena di forniture editoriali, ma anche alle altre organizzazioni interessate
all’argomento, di fornire il loro sostegno a questa dichiarazione, tramite il
sito web della PA ( http://bit.ly/I7NIfZ ). L’associazione
ha anche pubblicato le sue raccomandazioni sull’editoria accessibile e sulla
conversione testo-voce ( http://bit.ly/ApJbsd
).
- I commenti su questo articolo sono oggi reperibili sul Notiziario
Internazionale sull’Accessibilità Dal Vivo: consultare il sito: http://www.headstar.com/eablive/?p=714
.
+03: L’esclusione digitale per gli anziani “è destinata a continuare”.
I giovani di oggi, esperti di tecnologie, si ritroveranno probabilmente a riscontrare notevoli problemi di acccessibilità alla rete quando saranno più anziani, problemi analoghi a quelli che gli anziani utenti di computer di oggi devono affrontare, secondo quanto dichiarato da un professore di informativa.
Parlando con il Notiziario Internazionale sull’Accessibilità prima di pronunciare il suo discorso in occasione della conferenza W4A sull’accessibilità alla rete, tenutasi questa settimana a Lione, in Francia ( http://www.w4a.info/2012/ ), Alan F. Newell, professore emerito presso la Scuola di Informatica dell’Università di Dundee, ha dichiarato di essere “assolutamente sicuro” che i giovani di oggi in futuro avranno problemi nell’utilizzo della rete, anche se attualmente possiedono buone conoscenze di informatica. Ciò avverrà a causa del declino delle capacità fisiche (come il peggioramento della vista, della capacità di apprendimento, della destrezza) e della necessità di tenersi al passo con la costante evoluzione tecnologica, ha dichiarato Newell.
Per combattere questa situazione, i designer di rete dovranno prendere in considerazione i problemi che gli anziani devono affrontare – cosa che adesso non fanno, ha affermato Newell. “Il design si occupa soltanto di aggirare le limitazioni, ma i designer di rete non considerano [i problemi riscontrati dalle persone anziane] come una limitazione che essi dovrebbero affrontare”.
Per contribuire a risolvere questo problema, i designer di rete dovrebbero incontrare gli anziani che utilizzano i computer per saperne di più sugli ostacoli in cui essi si imbattono, ha dichiarato Newell. Ciò aiuterebbe i designer a creare siti più facili da utilizzare per le persone anziane e questo, a sua volta, aumenterebbe l’usabilità per chiunque, in base ai principi del design universale, ha spiegato.
“Anche se gli anziani sono comunemente considerati degli incapaci dal punto di vista tecnologico, in realtà sono i difetti del design di rete a far sì che questa non sia utilizzabile dalle persone anziane e da altri gruppi di utenti svantaggiati, ha affermato Newell.
Ispirandosi
ad alcuni estratti del libro che ha pubblicato lo scorso anno, “Il design e la
linea di demarcazione digitale”; Newell ha spiegato che gli ostacoli incontrati
dagli anziani sono diversi da quelli incontrati dai giovani disabili utenti di
computer.
“Sull’accessibilità dei siti web per le persone disabili è stato compiuto un
lavoro notevole, ma esso tende sempre a focalizzarsi su persone relativamente
giovani, altamente motivate ed affette da un’unica disabilità; tuttavia, se
guardate gli anziani, vi accorgerete che di solito soffrono di molteplici
disabilità minori”.
- I commenti su questo articolo sono oggi reperibili sul Notiziario
Internazionale sull’Accessibilità Dal Vivo: consultare il sito: http://www.headstar.com/eablive/?p=712
.
++ Notizie in breve:
+04: Appello per impedire la chiusura: L’Associazione Britannica per le
Tecnologie Assistive (British Assistive Technology Association, BATA) ha
chiesto il sostegno del governo per aiutare ad impedire la chiusura del Centro
ACE, un centro indipendente di Oxford che fornisce consulenze, valutazioni,
consigli sulle tecnologie assistive e formazione ai giovani ed agli adulti con
problemi di comunicazione, come pure ai loro assistenti. Durante l’assemblea
generale di marzo, è stato deciso che il Centro ACE avrebbe dovuto chiudere
alla fine di giugno, a causa della mancanza di finanziamenti. Per informazioni,
link breve:
http://bit.ly/HKsAif
+05: Un giorno speciale: Una Giornata della Consapevolezza dell’Accessibilità
Globale è in via di organizzazione tramite Facebook ed è prevista per il 9 maggio:
per questa occasione, viene chiesto alle comunità di tutto il mondo di
organizzare eventi per promuovere l’accessibilità digitale. L’idea è stata
ispirata da un blog di Joe Devon, creatore di siti web ( http://bit.ly/tYRJNX ), e il gruppo a cui ha
dato origine sta contribuendo ad organizzare attività e dimostrazioni a favore
dell’accessibilità in tutto il mondo, oltre a chiedere alle persone che quel
giorno tentino di utilizzare il computer senza accendere lo schermo, senza
usare il mouse e senza attivare gli altoparlanti, per poter avere un’idea dei
problemi riscontrati dai disabili che usano il computer. Per informazioni,
consultare il sito: http://www.facebook.com/globalaccessibilityawarenessday/info
Link breve: http://on.fb.me/INGlNW
+06: Presente
su Cosmopolitan: Maria Zedda, che risiede nel Regno Unito e si occupa di
formazione sulla disabilità e sull’uguaglianza ed è stata una pioniera
dell’utilizzo dell’istruzione elettronica nel suo settore, ha ottenuto
l’insolito riconoscimento di un profilo nell’edizione italiana della rivista
Cosmopolitan. Zedda, che è ipo-udente, è direttrice della formazione presso l’organizzazione
Wideaware, che utilizza tecniche di istruzione elettronica per aiutare i datori
di lavoro e i dipendenti a conoscere meglio i problemi della disabilità ed a
conformarsi ai requisiti di legge. Per informazioni, consultare il sito: http://blog.wideaware.co.uk/archive/36/maria-zedda-featured-on-cosmopolitan-italy.
Link breve: http://bit.ly/H9lVby
[Fine della Sezione Uno].
++Sezione
Due: “Nella Casella della Posta” - Il forum dei lettori.
Vi preghiamo di inviare i vostri contributi e le vostre risposte all’indirizzo inbox@headstar.com.
+07:Problemi con la TV: Nigel Timbrell, un nostro lettore cieco, ha inserito un
commento nel nostro sito web di discussione “Notiziario sull’Accessibilità Dal
Vivo” a seguito dell’articolo da noi pubblicato a marzo, “Il primo televisore
del Regno Unito con la funzione testo-voce incorporata approda nei negozi”, in
cui parlavamo della scelta della Panasonic di inserire una funzione di
conversione testo-voce in 30 dei suoi modelli di televisori, rendendoli così i
primi televisori di questo genere reperibili sul normale mercato del Regno
Unito.
“La scelta della Panasonic di inserire un software di conversione testo-voce nei suoi televisori può anche costituire un passo nella direzione giusta”, scrive Timbrell. “Ma quello che mi chiedo è: quante persone che avrebbero bisogno di questa funzione andranno a comperare un televisore nuovo di zecca? Sarebbe interessante scoprire se la Panasonic è in grado di inserire nei televisori già esistenti una componente che consenta di utilizzare la conversione testo-voce nei nostri apparecchi, invece di costringerci ad acquistarne uno nuovo”.
La situazione è simile a quella della presentazione, da parte del RNIB, di una nuova top-box Freeview parlante, afferma Timbrell: le persone che hanno già acquistato una top-box Freeview inaccessibile si troveranno in posizione di svantaggio. “Mi sembra una discriminazione nei confronti delle persone disabili, che non hanno avuto scelta [se non quella] di arrangiarsi con ciò che era disponibile in quel momento, ma [che] non possono ottenere ciò che è disponibile oggi con lo stesso sistema”.
Anche un altro lettore, Luca Davanzo, ha inviato un commento sullo stesso articolo: “Che notizia fantastica! Mi chiedo se la funzione di conversione testo-voce sarà disponibile anche in lingue diverse dall’inglese, e quando… e sarebbe anche utile sapere quali sono esattamente i modelli di televisore attrezzati [con la conversione testo-voce]… qualche suggerimento?”.
[Nota
dell’editore: Nigel Prankard della Panasonic ci ha gentilmente inviato un
elenco dei modelli Panasonic contenenti la funzione di conversione testo-voce
in un commento sulla versione in rete del nostro articolo. Il link si trova
alla fine, ma se volete un link diretto alla sua risposta, utilizzate il
seguente: http://www.headstar.com/eablive/?p=693%20.#comment-6417
.
Per quanto riguarda i televisori con la funzione di conversione testo-voce
disponibili in altre lingue, Prankard ha risposto: “Non abbiamo in programma
l’aggiunta di altre lingue nella nostra gamma di modelli del 2012. Il problema
con le altre lingue è la memoria necessaria per conservare la biblioteca
linguistica. La Panasonic sta valutando se sarà possibile farlo con i modelli
futuri. Vorremmo ricevere suggerimenti sulle lingue europee che dovremmo
prendere in considerazione per i modelli futuri. Inoltre, vorremmo capire se
per gli utenti sarebbe un problema dover scaricare una lingua tramite una card
SD nell’apparecchio televisivo, per sostituire la lingua originariamente
inserita”].
Vi
preghiamo di inviare le vostre risposte via email all’indirizzo inbox@headstar.com o di inserire i vostri
commenti a questo articolo utilizzando il modulo online in fondo alla pagina,
nel sito: http://www.headstar.com/eablive/?p=693
.
[Fine della Sezione Due].
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++Sezione Tre: L’opinione
- L’imprenditoria.
+08: Le persone con patologie croniche possono diventare grandi imprenditori?
di Julie Howell
Provate a pensarci: avere una patologia a lungo termine comporta qualche
vantaggio?
Io vivo con la sclerosi multipla fin dall’età di 19 anni. Fino a non molto
tempo fa lavoravo per altre persone, predicando i molti vantaggi
dell’accessibilità alla rete. A seguito di un esubero di manodopera nel 2010, mi sono ritrovata di fronte ad uno dei bivi della vita: avrei dovuto cercare un altro lavoro o
imboccare la strada meno frequentata ed avviare un’attività per conto mio? Ho
scelto la seconda ipotesi senza guardarmi indietro.
Recentemente
mi è stato chiesto di partecipare ad una riunione sul networking assieme ad
alcuni imprenditori locali. Non avendo mai avuto il desiderio di scalare una
montagna o di nuotare in mezzo agli squali, avrei dovuto dire qualcosa di diverso
dal solito.
Che cosa c’è di “buono” nell’avere una patologia cronica? Ed esistono motivi
per cui essere affetti da una patologia a lungo termine potrebbe fare di una
persona un buon imprenditore? Ho trovato sette risposte.
1: La malattia fissa determinati parametri.
Una delle
cose più difficili nel lavorare per conto proprio è imparare a concentrarsi sui
propri obiettivi senza un capo che ti ordini cosa fare. Vivere con una
patologia a lungo termine comporta soprattutto concentrazione – concentrarsi su
ciò che si può fare, non su ciò che non si può fare. Il fatto di avere periodi
di “ricaduta” in cui non sono in grado di lavorare mi rende più prezioso il
tempo in cui riesco a lavorare, e il “tempo giusto” non è mai sprecato.
2: Abbiamo imparato a perdonare noi stessi.
Mi sorprende vedere come sia difficile per certe persone perdonare se stessi
per i loro errori. Il lavoro consiste soprattutto nell’imparare dai propri
errori e nell’andare avanti; pertanto, se risulta difficile perdonare se stessi
per aver commesso un errore, è molto probabile che anche il lavoro risulti
difficile. Quando si vive con una patologia cronica, una delle cui principali
caratteristiche è un affaticamento paralizzante, si impara molto in fretta che
il tempo e l’energia usati per sentirsi colpevoli sono tempo ed energia
sprecati.
3: La settimana di 4 ore non è più soltanto un sogno.
”Non lavorare più duramente, lavora in maniera più intelligente” è il motto
degli imprenditori, il cui sogno è quello di ottenere l’inafferrabile
“settimana lavorativa di quattro ore”. Ora sto scherzando un po’… molti di noi
che siamo affetti da una patologia cronica riescono a lavorare soltanto per
quattro ore alla settimana… e restereste sorpresi nello scoprire quante cose si
possono fare, quando si dispone soltanto di questo tempo (Legge di Parkinson).
Per me questo è “vivere il sogno”.
4: Non
sprechiamo mai tempo.
Le persone hanno l’abitudine di procrastinare. Sono certa che anche voi abbiate
lavorato con qualcuno che non era capace di prendere una decisione. Per me,
prendere delle decisioni è una cosa molto facile; magari non sono sempre le
decisioni giuste, ma nel lavoro non è questa la cosa più importante. Se ci si
accorge di aver sbagliato, bisogna prenderne atto e riprovare. Il tempo è un
bene prezioso, non sprecatelo con l’indecisione.
5: Lavoriamo in orari diversi rispetto agli altri.
Io lavoro quando mi sento completamente lucida e all’erta, e questo di solito
accade nel pomeriggio e alla sera. Il fatto che mi piaccia lavorare alla sera
mi permette di ottenere lavori che altre persone troverebbero scomodi. .
6: Respingiamo le osservazioni sgradevoli.
Molte persone si sentono ferite troppo spesso da ciò che altre persone dicono
loro. Tutti coloro che soffrono di una patologia cronica devono sopportare
commenti cretini. Imparare a respingere i commenti ignoranti senza farsene
influenzare negativamente è una cosa importante, dato che il tempo trascorso a
rimuginare potrebbe essere impiegato molto meglio per fare qualsiasi altra cosa.
7: Non sentiamoci colpevoli quando diciamo di no.
Il senso di colpa è spossante. Imparare ad accettare i nostri limiti e a dire
“no”, in modo da poter dire “sì” più spesso alle cose realmente importanti, significa
semplicemente lavorare con buonsenso. Se tutti gli imprenditori facessero la
stessa cosa, credo proprio che avrebbero un maggior successo.
Scommetto che esistono molte altre motivazioni per cui le persone affette da
una patologia cronica possono diventare grandi imprenditori. Non è arrivato il
momento di celebrare ciò che siamo capaci di fare e di ricordarci dei nostri
numerosi punti di forza, persino (o magari specialmente) quando si affrontano
le avversità? Gli imprenditori a cui ho parlato mi sono sembrati convinti:
missione compiuta.
NOTE: Julie Howell è Amministratore Delegato presso la Giraffe Sense Mentoring.
- I commenti su questo articolo sono oggi reperibili sul Notiziario
Internazionale sull’Accessibilità Dal Vivo: consultare il sito: http://www.headstar.com/eablive/?p=709
[Fine della Sezione Tre].
++Annuncio Speciale: Accessify Forum
- Sei anni di discussioni sull’accessibilità.
Accessify Forum è stato il primo sito web per le discussioni sull’accessibilità
ed è stato realizzato quasi sei anni fa. Dal momento che il mese prossimo
festeggeremo il nostro sesto compleanno, vi troverete discussioni
sull’accessibilità a tutti i livelli, dai principianti agli esperti del
settore.
Il sito è stato riprogettato di recente ed il sistema del forum è stato
migliorato. Il forum è sempre attivo e potrete unirvi alle discussioni.
Pertanto, se volete saperne di più sull’accessibilità, se volete aiutare altre
persone ed aumentare le vostre conoscenze, o anche se vi interessa soltanto
dare un’occhiata ai nostri archivi, unitevi a noi e consultate il sito: http://www.accessifyforum.com/
[Fine dell’Annuncio Speciale].
++Note finali.
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ISSN 1476-6337
[Fine del notiziario.]