Il 6 maggio 2022 non è stato un giorno come gli altri, all’Istituto dei Ciechi F. Cavazza di Bologna. É stato un giorno di grande coinvolgimento umano e grande intensità emotiva per tutta la struttura e i suoi servizi. Si è potuto ridare vita alla cerimonia di consegna dei diplomi di qualifica per centralinista, operatore dell’informazione nella comunicazione, per gli allievi del corso 2021/2022, unitamente agli allievi del corso 2020/2021. Si è ripresa una consuetudine in essere da una ventina di anni, tristemente, ma doverosamente sospesa a causa delle restrizioni conseguenti alla pandemia di Covid, che tanto ha condizionato la vita di tutti, e ancora fa sentire, anche se in forma meno devastante, la sua presenza. Una modalità questa, che l’Istituto ha scelto nel tempo, per far conoscere alle principali istituzioni del territorio metropolitano e regionale, e, in particolare ai loro responsabili e rappresentanti di rilievo, una delle attività fondamentali che caratterizzano il ruolo e la funzione sociale della struttura. In questi anni, si sono succeduti nel presenziare e consegnare direttamente i diplomi agli allievi dei corsi: il Sindaco di Bologna, Virginio Merola, il Cardinale di Bologna Monsignor Matteo Zuppi, l’Assessore regionale alla scuola, formazione e lavoro, Ottavio Bianchi, il Prefetto di Bologna Matteo Piantedosi, tra i più rappresentativi. E molti altri: assessori del comune, funzionari regionali, e funzionari dell’ufficio territoriale del lavoro e del centro per l’impiego. Tutti loro, hanno avuto l’opportunità di costatare, non solo la realtà formativa e la peculiarità del modello proposto dall’Istituto, ma anche di cogliere e raccogliere le sollecitazioni, le richieste, le proposte e le aspirazioni, manifestate dagli allievi, in merito ai temi della formazione e del lavoro, che li coinvolgono e li interessano da vicino.
Nella sala Bentivoglio, sala di rappresentanza dell’Istituto, insieme ai dirigenti dell’ente: (il Presidente del C.D.A., ed altri consiglieri, il Direttore e Presidente Nazionale U.I.C.I.), il personale, i collaboratori, gli insegnanti, oltre agli allievi dei due corsi, è stata presente in rappresentanza della Regione Emilia-Romagna, che sostiene e finanzia l’attività di formazione professionale dell’Istituto, la dottoressa Francesca Bergamini, nella sua veste di dirigente responsabile del Servizio Programmazione delle politiche dell’istruzione, della formazione, del lavoro e della conoscenza.
In un clima di suggestiva e simpatica partecipazione, il Presidente dell’Istituto Elio De Leo ha aperto la cerimonia facendo, come si suol dire, gli onori di casa. Ha ringraziato i presenti per essere intervenuti, con riferimento particolare alla dott.ssa Bergamini, per la sua costante attenzione nei confronti dell’Istituto, e la Regione Emilia-Romagna, per il sostegno fattivo e continuato in favore dell’attività di formazione che lo stesso svolge. È poi intervenuto in rappresentanza del corso, Egidio Sosio, che ha raccontato l’esperienza dell’iter formativo e la sua ricaduta nell’ambito dell’inclusione lavorativa e, più estesamente, sociale. Ha preso la parola, a seguire, il Direttore Mario Barbuto, che ha tracciato la storia di questi ultimi decenni di collaborazione tra l’Istituto e la Regione Emilia-Romagna nel campo della formazione professionale, e quanta importanza questo rapporto ha avuto nell’esperienza di emancipazione personale e sociale di tanti ciechi non solo del territorio regionale, ma bensì, dell’intero territorio nazionale. Senza trascurare il ruolo e l’apporto positivo in quell’ambito, offerto dall’U.I.C.I.. È venuto, quindi, il momento per l’atteso e gradito intervento della dott.ssa Francesca Bergamini rappresentante della Regione, che ha rimarcato l’importanza della collaborazione con l’Istituto, che questa modalità di rapporto rientra pienamente negli indirizzi operativi della Regione, e che permangono tutte le condizioni per proseguire proficuamente in questa direzione. Ha confermato, altresì, la disponibilità a valutare, con l’Istituto, eventuali ulteriori percorsi formativi correlati con l’offerta già in essere, anche in relazione alle mutate richieste del mondo del lavoro, in conseguenza delle costanti innovazioni tecnologiche e digitali che lo caratterizzano, che richiedono necessariamente, aggiornamenti dei contenuti della didattica, per nuove competenze e nuovi profili professionali.
A questo punto della cerimonia, la parola è passata ai ragazzi dei corsi. I quali, dopo un primo momento di incertezza e di ritrosia da timidezza, hanno cominciato a raccontare della loro esperienza fatta, nell’ambito del percorso formativo, ma anche nelle dinamiche di vita dentro l’Istituto. Tutti gli intervenuti hanno sottolineato con convinzione, la decisiva importanza dell’esperienza trascorsa, sotto il profilo della crescita professionale, ma anche per la significativa opportunità che è stata offerta loro, dal modello di comunità proposto dall’Istituto, che ha inciso sensibilmente nello sviluppo delle capacità personali di relazione, nell’elevazione dei livelli individuali di autonomia e mobilità, nella maturazione di una nuova consapevolezza e fiducia nei propri mezzi, unite alla convinzione di aver investito positivamente nella scelta di affrontare questo periodo di formazione lontano dal proprio ambiente e dalla sicurezza della famiglia. Tra tutti, sono apparsi particolarmente toccanti e densi di patos, i racconti di Petria e di David. Petria, immigrata dalla Romania, dopo avere affrontato innumerevoli difficoltà per ambientarsi in Italia, ha raccontato, con commozione, di aver trovato nell’accoglienza e nel modello del Cavazza e nel corso di formazione, una insperata possibilità di dare finalmente una svolta concreta alla propria vita sul piano personale, della certezza del lavoro e per la stabilità della sua famiglia. Ha ringraziato l’Istituto per averle consentito di partecipare assiduamente a tutte le opportunità sociali, culturali e sportive messe a disposizione, oltre che per la possibilità di giovarsi ampiamente dei contenuti didattici offerti dal corso, per sé, e per il suo futuro professionale. David, reduce da una grave malattia che ha cambiato e condizionato sensibilmente la sua vita, ha descritto il suo percorso di recupero funzionale, psicologico e umano, ponendo l’accento su due fattori fondamentali: da un lato, il grande impegno personale profuso, facendo ricorso alla sua ferrea volontà, dedizione e costanza, dall’altro, la forza coinvolgente del Cavazza, riconoscendo ai servizi dell’Istituto, agli insegnanti del corso, ai suoi compagni allievi, un ruolo essenziale e decisivo, per avere dedicato in particolare a lui: attenzione, vicinanza umana, comprensione e sostegno morale e materiale. Ha quindi ringraziato tutti, per l’opportunità che gli è stata concessa, e per il contributo di esperienza e di stimolo posti a sua disposizione, dai quali ha potuto trarre grande beneficio.
L’ultima parte della cerimonia, è stata dedicata alla consegna effettiva dei diplomi. La dott.ssa Bergamini, su chiamata del Presidente dell’Istituto, ha dato il diploma singolarmente, tra applausi e grida di incoraggiamento, ad ogni allievo dei corsi, con gli auguri per un futuro lavorativo celere e soddisfacente.
Tra i saluti generalizzati, il presidente ha chiuso la cerimonia ringraziando tutti i presenti, dando appuntamento al prossimo anno per la consegna dei diplomi agli allievi del corso a venire.