Le origini di Palazzo Legnani - Pizzardi risalgono al 1366 quando il lombardo Giovanni da Legnano, insigne giurista e studioso di fama europea, rileva l’area compresa tra le attuali vie Luigi Carlo Farini e Massimo D’Azeglio per acquisire una scuola per lettori di legge dello Studio bolognese. Dopo la scomparsa del capostipite Giovanni, Antonio Maria Legnani, nominato senatore nel 1506, alla tradizionale vocazione degli studi, affianca una fortunata attività finanziaria di banchiere che accresce la ricchezza della famiglia ed estende la proprietà fino a comprendere le case prospicienti l’intero isolato. Alla fine del 1500, i Legnani affidano la costruzione di un palazzo senatorio a Francesco Morandi, detto il Terribilia, e proseguiti dall’architetto bolognese Francesco Guerra che disegna un imponente edificio isolato, non in linea di continuità con altri e privo di portici, allo scopo di creare una prospettiva di maggiore prestanza architettonica alla nuova dimora. L’organizzazione interna e orizzontale del palazzo rispecchia fedelmente l’elemento divisorio degli spazi comuni, in una successione parallela iniziale di due cortili d’onore affiancati e di uguale ricercatezza. Le colonne sono sovrastate da capitelli in arenaria ricchi di figure allegoriche e il passaggio attraverso il loggiato dei due cortili introduce alle altre corti, trasformate in uno splendido giardino. Nel 1676, un’importante soluzione architettonica interviene a dare respiro e collegamento tra le parti del palazzo quando viene affidata al bolognese Gabriele Chellini la costruzione di un imponente ed eclatante scalone di gusto barocco decorato con nicchie e statue per collegare il piano nobile, ma aperto anche ai cortili interni e alle logge. Nella seconda metà del Settecento, il palazzo si arricchisce delle statue scultoree raffiguranti due centauri, il giovane detto anche “il ridente” ed il vecchio detto “il piangente”, collocati all’interno dei cortili su alti piedistalli opera del bolognese Petronio Tadolini. Insieme al fratello Francesco, architetto che disegna la nicchia che lo contiene, Petronio firma anche l’altra imponente opera collocata in fondo al giardino, ma prospettica rispetto all’ingresso del palazzo sull’allora ingresso da via San Mamolo non ancora via d’Azeglio, la gigantesca statua di quasi quattro metri raffigurante Ercole, affiancata da due divinità fluviali in terracotta. Il 30 agosto 1805 Girolamo Legnani Ferri muore senza discendenza maschile. Il palazzo rimane di proprietà della famiglia fino al 1839, quando gli ultimi eredi del ramo collaterale dei Malvezzi lo vendono al marchese Camillo Pizzardi, che lo lascia a sua volta in eredità al nipote Luigi, figlio del fratello Gaetano. Luigi Pizzardi è il primo sindaco di Bologna dall’aprile 1860 a settembre 1861, senatore del Regno e presidente della Banca popolare. Nel 1868, sotto la direzione dell’architetto Antonio Zannoni, il palazzo viene ristrutturato in perfetta consonanza con il rigore della facciata cinquecentesca prospiciente, ma il lato più interessato alla trasformazione urbanistica è quello su via Farini, dove viene introdotto l’elemento architettonico del portico per dare linearità all’edificio in rapporto alle esigenze di ampliamento della via e del conseguente arretramento di alcune parti. Luigi Pizzardi muore il 3 settembre 1871. Il 30 giugno 1885, l’erede Cesare Pizzardi vende il palazzo alla Società italiana per le strade ferrate meridionali, in seguito Ferrovie dello Stato che lo adibiscono a sede direzionale. Il palazzo perde progressivamente la sua originaria natura di dimora nobiliare assumendo le caratteristiche di luogo dedicato al lavoro e agli uffici. In via Farini, al piano terra sotto il portico, per un certo periodo è anche in funzione l’agenzia commerciale, aperta al pubblico. Venduto dalle Ferrovie dello Stato, Palazzo Legnani-Pizzardi a metà degli anni ottanta del novecento è stato oggetto di una profonda ristrutturazione e attualmente ospita il Tribunale di Bologna – Sede centrale.