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Emma, rieducata nel sistema immunitario per guarire dalla leucemia.
Art. inviato in privato da F. Melis, 11\12\2012, h. 13.55.

Da Repubblica del 11 dicembre 2012
www.repubblica.it/salute/2012/12/10/news/leucemia_bimba_guarisce_con_cellule_riprogrammate-48493209/?ref=HREC2-15

Leucemia, una bambina guarisce con cellule immunitarie riprogrammate
Il sistema immunitario della piccola è stato alterato usando il virus
Hiv disattivato, per aggredire le cellule tumorali. A sette mesi dal
trattamento, nessuna traccia del cancro. I ricercatori hanno presentato
il caso alla società americana di ematologia: "In futuro potrebbe
sostituire il trapianto di midollo"

Leucemia, una bambina guarisce con cellule immunitarie riprogrammate
Emma Whitehead, da un'immagine del sito del Children's Hospital di
Philadelphia (ansa)
INSEGNARE al sistema immunitario a riconoscere le cellule tumorali per
curare la leucemia, o per lo meno farla sparire per mesi: è quasi una
favola natalizia la storia di Emma, una bimba di sette anni la cui
guarigione miracolosa suggerisce una nuova via per la cura del tumore
del sangue. La piccola gravemente malata, ad un soffio dalla morte per
una leucemia linfoblastica acuta, è divenuta la prima bambina cui è
stato rieducato il sistema immunitario per fargli eliminare il cancro.

Grazie alla terapia sperimentata dai ricercatori del Children's Hospital
di Philadelphia fino a questo momento, a sette mesi dal trattamento,
nella bimba non c'è più traccia del tumore. E se la sperimentazione avrà
successo, spiegano i ricercatori che hanno presentato il caso insieme
agli altri su cui stanno lavorando al convegno della società americana
di ematologia ad Atlanta, negli Stati Uniti, la terapia potrebbe
sostituire il trapianto di midollo, spesso l'ultima spiaggia per i pazienti.

Il trattamento, che fino allo scorso aprile era stato provato solo su
pochi adulti, consiste nel prelevare qualche milione di cellule T, un
gruppo di cellule del sistema immunitario, e attraverso il virus Hiv
disattivato 'insegnare' loro a riconoscere le cellule B, anche loro
facenti parte delle difese dell'organismo ma che nel tipo di leucemia
della paziente impazziscono diventando maligne. Una volta corretti i
linfociti T vengono reimmessi nel sangue, dove si moltiplicano e, almeno
in teoria, eliminano il cancro: "Tre settimane dopo il trattamento Emily
era in remissione - racconta Stephan Grupp, uno dei ricercatori, sul
sito dell'ospedale - abbiamo controllato il suo midollo osseo dopo tre e
sei mesi, e ancora non c'era nessun segno della malattia. Le cellule che
combattono il cancro sono ancora nel suo organismo".

"Emma" (Emily) Whitehead faceva parte di quel 15 per cento di malati che
non risponde alla chemioterapia tradizionale, e quando ha varcato la
soglia dell'ospedale in Pennsylvania aveva già avuto due ricadute della
malattia. La sperimentazione in corso sugli adulti ha avuto risultati
contrastanti, con alcuni successi e altri pazienti che non hanno
risposto. Ma i passi in avanti compiuti fin qui hanno convinto la
multinazionale Novartis a scommettere sul team di ricercatori destinando
20 milioni di dollari per la costruzione di un centro ricerche che
dovrebbe portare il trattamento sul mercato, se possibile estendendolo
oltre che a tutti i tipi di tumori del sangue anche a quelli solidi: "Il
nostro obiettivo è avere una cura per la leucemia, ma ancora non usiamo
questa parola - ha spiegato al New York Times Carl June, il principale
ricercatore coinvolto - speriamo che un giorno questo sistema possa
rimpiazzare il trapianto di midollo, una procedura ancora più rischiosa
e costosa".

(10 dicembre 2012)
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