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Sulle telefonate lo smartphone cede, molto meglio un cellulare tradizionale
da La repubblica del 09\02\2013.

Da Repubblica mobile.

TECNOLOGIA | 9 febbraio 2013

Sulle telefonate lo smartphone cede, molto meglio un cellulare tradizionale

Studio italiano conferma quella che è una sensazione diffusa tra gli utenti.
Il test è stato condotto su 150 mila chiamate da un numero fisso a cellulari
di ogni marca di ALESSANDRO LONGO

CHE CON i telefoni normali si telefoni meglio che non con i più sofisticati
smartphone è una sensazione diffusa tra gli utenti. Adesso c'è uno studio
italiano che lo prova scientificamente. Poche storie: con i telefoni di
ultima generazione sono più probabili le cadute della connessione ed è più
difficile
completare una telefonata.
Il test è stato realizzato dalla Fondazione Ugo Bordoni, il braccio tecnico
dello Sviluppo economico, in collaborazione con il dipartimento di
ingegneria dell'università di Ferrara.

LA TABELLA

Il test. I ricercatori sono andati nelle principali città delle venti
regioni italiane, percorrendo le strade urbane, suburbane e autostrade con
due veicoli, ognuno con dieci cellulari a bordo, di varie marche (iPhone,
Samsung Galaxy, Nokia, Blackberry). Ai rilevamenti hanno collaborato gli
operatori Telecom Italia e Vodafone, e questo allo scopo di avere risultati
quanto più possibile obiettivi. Così, da un numero di rete fissa, i
ricercatori hanno fatto un totale di circa 150 mila chiamate per ogni coppia
di cellulari (una con sim Tim e l'altra con Sim Vodafone), quindi circa
7.500 per ognuno dei venti cellulari utilizzati. Poi hanno misurato cosa
succedeva: quante volte non si riusciva a prendere la linea (blocco della
chiamata) e quante volte si interrompeva da sola (caduta della chiamata).

I risultati. Alla fine del test, durato 35 giorni, si è visto che gli
smartphone hanno un tasso triplo di caduta della connessione rispetto ai
telefoni tradizionali, e doppio per quanto riguarda l'incapacità di avviare
una chiamata. Il 97,7 per cento delle telefonate verso i telefoni non
smartphone non ha avuto alcun problema, infatti, contro il 94,6 per cento
degli smartphone. "Ci siamo fatti l'idea che i produttori investono tanto in
software per gli smartphone ma poco nell'ottimizzazione della parte radio",
dice Mario Frullone, direttore delle ricerche per la Fondazione Ugo Bordoni.

A conclusioni simili è arrivato un precedente studio curato dall'università
danese di Aalborg e da Strand Consult, storico osservatorio specializzato
nella telefonia mobile. Ha analizzato la sensibilità delle antenne di nove
modelli di smartphone, espressa in decibel-milliwatt. Ha visto cioè qual è
la potenza minima di segnale che ciascun modello è in grado di ricevere.
Ebbene, i risultati sono deludenti e, soprattutto, si vede che i modelli più
recenti hanno antenne meno sensibili dei precedenti. Il Samsung Galaxy S2 se
la cava meglio del successore, l'S3; l'iPhone 4S è meglio dell'iPhone 5.

Secondo i ricercatori, il motivo è semplice: la pressione competitiva -
crescente sugli smartphone- spinge i produttori ad accelerare il lancio,
prima delle adeguate ottimizzazioni e test d'antenna. Quando possibile, a
volte rimediano alle lacune in un secondo momento, con aggiornamenti del
firmware. Così possono correggere però solo i problemi software correlati
alla ricezione del segnale, non ai deficit dell'hardware dell'antenna. Così,
insomma, è confermata un'idea diffusa: gli smartphone sono ideali per
navigare, per le foto, il gps; ma per telefonare è meglio un modello
semplice e povero.
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