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Mail, fotografie e video per l'eredità digitale, ecco il Google testamento
Da Repubblica del 13\04\2013

TESTAMENTO DIGITALE

La nuova opzione: si può decidere che fare dei propri dati dopo la morte. Se
si scompare all'improvviso possono esserci online informazioni utili alla
famiglia. C'è anche un tasto con cui si programma la cancellazione totale

dal nostro corrispondente FEDERICO RAMPINI

NEW YORK. Con la solita tendenza all'iperbole, ci viene offerta "una vita
digitale nell'aldilà". Esagerazione a parte, si tratta più realisticamente
di disporre della nostra identità informatica, perché possa sopravvivere in
eterno. È l'ultima innovazione di Google: un testamento digitale, perché i
nostri dati, le informazioni che abbiamo accumulato online, le email, non
muoiano insieme a noi.
Basta accedere a una nuova funzione, pudicamente battezzata "Inactive
Account Manager". Ovvero: un accesso che ci consente di gestire e
controllare il futuro del nostro indirizzo email e tutti i contenuti ad esso
collegati, quando l'indirizzo stesso sarà diventato "inattivo"... per
decesso del titolare. Il nuovo servizio viene offerto a tutti gli utenti
della posta elettronica di Google, cioè Gmail, ed anche agli abbonati a
Google+, a YouTube, nonché al servizio di custodia dei dati nella "nuvola"
informatica Drive. Le opzioni sono flessibili. Possiamo decidere che tutte
le informazioni contenute lì dentro vadano distrutte alla nostra morte.
Oppure al contrario possiamo da vivi dare istruzioni affinché quei contenuti
vengano aperti all'accesso di un familiare, un erede, un amico. Se si
sceglie l'opzione della cancellazione, si può predeterminare che la nostra
"morte presunta" avviene se non usiamo più quel servizio per tre mesi, sei
mesi, o un anno.

La gestione dell'eredità digitale sta diventando sempre più importante.
Tutti noi ormai depositiamo una massa sterminata di informazioni nella
"nuvola" informatica. A volte anche inconsapevolmente. Via via che i server
delle aziende digitali hanno potenziato a dismisura la loro capacità
d'immagazzinare dati, noi ci affidiamo alla posta elettronica come a un
archivio onnicomprensivo. In paesi come l'America dove anche il fisco,
l'Fbi, le banche, accettano di trattare informazioni e documenti in versione
esclusivamente digitale, non c'è più bisogno di avere armadi pieni di
vecchie scartoffie, atti notarili, dichiarazioni dei redditi, rendiconti
bancari, fatture, contratti. Tutto resta custodito, senza rischio di
deperire, nella memoria della nostra posta elettronica. La "nuvola" digitale
ha capacità pressoché illimitate, a differenza delle nostre scrivanie o
delle cassette di sicurezza in banca. Il formato pdf si conserva meglio
della carta. Il problema però è l'accesso.

Se io muoio all'improvviso, posso avere lasciato dentro le mie email
informazioni utili a mia moglie e ai miei figli: e loro non possono
recuperarle. O viceversa, forse ci sono notizie che vorrei distruggere per
sempre, delle quali auspico la scomparsa quando io non ci sarò più? "Noi
speriamo - annuncia il product manager di Google, Andreas Tuerk - che questo
nuovo servizio vi consenta di progettare la vostra vita digitale
nell'aldilà, e rendere la vita più facile ai vostri cari quando ve ne sarete
andati". La legislazione sulla privacy varia da paese a paese, ma neanche in
America è stata aggiornata per gestire in modo adeguato questo problema
della nostra "afterlife", ovvero la "vita dopo". Anche il diritto delle
successioni è palesemente indietro di un'epoca, non ha previsto come
trattare il lascito digitale.

Negli Stati Uniti, per esempio, le regole adottate dalla maggior parte dei
servizi di posta elettronica non consentono di trasferire integralmente un
indirizzo a qualcun altro, neppure se l'intestatario originale lo ha
richiesto nel suo testamento. La legislazione sulla proprietà digitale è in
fieri, e la parte relativa ai lasciti è piena di lacune. In molti Stati i
dati informatici non vengono considerati alla stregua di proprietà fisiche -
come una casa - e non possono essere trasferiti con la stessa facilità. Un
servizio di posta elettronica che lasci ai familiari del defunto il libero
accesso al suo indirizzo email, potrebbe violare diverse leggi ed essere
perseguibile. All'estremo opposto rispetto a Google, Facebook ha adottato
una linea di condotta molto restrittiva: alla morte del titolare, la sua
pagina Facebook può essere solo chiusa, o trasformata in una sorta di
"memoriale" dove nessun esterno può aggiungere commenti.
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