cecita
"Eye-phone": quando basta uno smartphone per combattere la cecità
Art. postato da V. gramuglia su mondoinformatica, 10\09\2013, h. 09.29.

Key4Biz.it del 09-09-2013

La LSHTM dell'Università di Londra ha messo a punto un sistema che
grazie a un obiettivo per la scansione della retina e a un software per
registrare i dati permette agli abitanti del Kenya di accedere alle cure
senza recarsi in un centro specializzato.

LONDRA. Telecoms. I telefonini di ultima generazione, oltre agli usi di
puro intrattenimento che se ne fanno nei mercati maturi, si stanno
dimostrando un potente strumento diagnostico in quei paesi dove
l’accesso alle cure sanitarie non è proprio alla portata di tutti. Ne è
l’ultimo esempio il sistema battezzato ‘eye-phone’ per la diagnostica
delle patologie oculari, messo a punto da un’equipe britannica e
sperimentato in Kenya, che potrebbe presto permettere a milioni di
persone di avere una diagnosi anche senza recarsi in un centro oftalmico.
È questa almeno la speranza del team di ricerca della London School of
Hygene and Tropical Medicine dell'Università di Londra, guidato da
Andrew Bastawrous, che sta testando il sistema nella regione keniota di
Nakuru: il paese conta oltre 40 milioni di abitanti, ma i medici
specializzati in patologie oculari sono solo 86, dei quali la metà
operano nella capitale Nairobi.
Il sistema di diagnostica per smartphone consta di un obiettivo che
scansiona la retina e di un software che registra i dati. Il costo è di
circa un centinaio d’euro, contro le diverse decine di migliaia d’euro
dei sistemi professionali che sono inoltre molto ingombranti.
Le informazioni così raccolte possono essere inviate agli specialisti
che possono effettuare la diagnosi e predisporre un trattamento adeguato.
Il progetto, partito 5 anni fa, è ormai in fase finale: sono state
‘esaminate’ circa 5 mila persone sia con il nuovo sistema che con un
apparecchio professionale. La comparazione dei risultati sembra essere
positiva: l’eye-phone ha consentito di individuare diverse patologie
quali il glaucoma, la cataratta, la miopia e l’ipermetropia.
200 i pazienti già operati, riferiscono i responsabili del progetto,
secondo i quali l’80% dei casi di cecità nel paese africano potrebbero
essere evitati con una diagnosi precoce della patologia che ne è
all’origine.

di Alessandra Talarico
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