lia
Libri accessibili a tutti? Non proprio!
Superando.it del 18-09-2013

di Francesco Cresci

Le critiche generali proposte nei giorni scorsi dal nostro sito sul
Progetto LIA (Libri Italiani Accessibili) lasciano oggi spazio a
un’analisi di dettaglio del servizio messo a disposizione nell’àmbito
del progetto stesso, presentato come «un catalogo online di e-book
accessibili per offrire a chi ha disabilità visive le stesse possibilità
di tutti gli altri lettori». E le sorprese (negative) non mancano…

Da una prima analisi condotta con il lettore di schermo delle pagine del
sito Libri Italiani Accessibili.it – servizio reso disponibile
nell’àmbito dell’omonimo progetto, «per offrire a chi ha disabilità
visive le stesse possibilità di tutti gli altri lettori», come si legge
nella presentazione – emerge un’esperienza di navigazione sofferta e
confusionaria. Diverse criticità, infatti, minano la piena comprensione
dei contenuti, inducendo più volte l’utente all’abbandono della sessione
internet.
Innanzitutto, dal punto di vista semantico si lamenta una scarsa
coerenza delle etichette assegnate ai link principali dell’home page in
relazione all’effettiva funzionalità delle pagine collegate. La parola
“catalogo”, ad esempio, è utilizzata in maniera impropria poiché
identifica la sezione del sito dedicata alla vetrina delle offerte,
ovvero dei titoli che per una qualche ragione si è deciso di mettere in
evidenza. Al suo interno non è possibile effettuare alcuna ricerca, non
sono presenti form e non è possibile interagire con il catalogo stesso.
Si tratta quindi, in tutto e per tutto, di una vetrina promozionale,
incentrata sugli editori e non sul libro.
La sezione Ricerca, di pari passo, offre un form che attinge
informazioni dalla vetrina, rendendo insoddisfacenti la maggior parte
delle ricerche dell’utente.

La registrazione.
Per poter accedere ai servizi offerti dal Progetto LIA, occorre
procedere alla cosiddetta “profilassi dell’utente”, ovvero alla
registrazione tramite l’apposito form. Ebbene, nonostante la quantità di
informazioni richieste sia tutto sommato esigua, ci si imbatte in un
aspetto decisamente singolare: “i termini e le condizioni d’uso”.
Titolare del trattamento dei dati personali dell’utente è la Società
Ediser e tra le finalità dello stesso è chiaramente specificata la
possibilità – in capo al titolare quindi – di trattare i dati per
finalità statistiche e promozionali; tutto questo in modo assolutamente
arbitrario e senza la possibilità per l’utente di acconsentire in
maniera specifica.
Va qui ricordato che è prassi ormai consolidata – per altro
espressamente prevista dalla normativa vigente in tema di privacy – che
l’unico caso in cui sia obbligatorio acconsentire al trattamento dei
propri dati personali, è quello strettamente necessario all’erogazione
del servizio stesso. Per intenderci: «Io ti fornisco il mio indirizzo di
casa e tu puoi memorizzarlo per inviarmi gli ordini che effettuo dal tuo
sito».
Questa anomalia procedurale si perfeziona quando si decide di inviare il
form senza spuntare le caselle di controllo («Autorizzo il trattamento
dei dati per finalità promozionali» e «Autorizzo il trattamento dei dati
per finalità statistiche»). La procedura, infatti, non viene portata a
termine e l’utente è invitato ad acconsentire in maniera “volontaria”,
al fine di vedersi riconosciuto il diritto a navigare sul sito.

Fruizione del servizio.
Ma il vero tallone d’Achille del sito si riscontra nell’eccessiva
sovrapposizione di procedure necessarie al completamento delle richieste
di base. Questo si verifica ad esempio durante l’acquisto di un libro.
Procedendo con ordine analitico, un qualsiasi utente – quindi non
necessariamente un utente con disabilità visiva – si aspetta che, per
soddisfare la richiesta in questione, le macro-operazioni necessarie
siano riconducibili a pochi passaggi consequenziali. Nell’ordine
possiamo riassumerle in: Scelgo – Acquisto – Pago – Ricevo la
merce/Scarico il prodotto.
Purtroppo la vetrina LIA non consente questo tipo di approccio perché
non mette direttamente a disposizione dell’utente il titolo prescelto.
L’utente, a un certo punto, si trova infatti costretto ad uscire dal
sito LIA (dove non risiedono fisicamente i libri che si intendono
acquistare), per entrare in un altro sito in cui si procede
concretamente all’acquisto del prodotto. Dalla vetrina-catalogo del sito
LIA, infatti, una volta inseriti i prodotti nel carrello personale, non
è possibile procedere al checkout dell’ordine, a meno di specificare a
quale libreria far riferimento in fase di evasione.
L’utilizzo del termine “libreria”, tra l’altro, è già di per sé
altamente fuorviante, se non correttamente contestualizzato all’interno
del form e tuttavia un aspetto ancor più critico lo si rileva nella
mancanza di indicazioni da parte del sistema, qualora il form sia
inviato senza esprimere la propria preferenza. In questo caso si assiste
a un semplice aggiornamento della pagina, avvenimento che, nella maggior
parte dei casi, suscita nell’utente che utilizza il lettore di schermo,
la convinzione di essersi “perso” nel bel mezzo della procedura. Come
anticipato, infatti, pur interpretando nel modo corretto la pagina e
portando a termine l’operazione, il tanto sospirato checkout altro non è
che un indirizzamento a un sito esterno, che si assume l’onere di
prendere in carico l’ordine del cliente, ovvero la “libreria” online.
Trattandosi quindi di un gestore diverso da quello che ha elaborato la
richiesta, l’utente deve necessariamente registrarsi anche all’interno
di questo secondo sito. La mole di informazioni è decisamente più esosa
e, poiché questi dati saranno necessari in fase di spedizione, tutti
obbligatori.
Portata a termine la procedura – che tra l’altro si perfeziona con la
validazione del proprio account attraverso la posta elettronica (per la
seconda volta in una manciata di minuti) – sarà poi necessario superare
altri tre step (Fatturazione – Pagamento – Ordine), prima di raggiungere
il tanto agognato bottone Download.
Durante i nostri test con il lettore di schermo abbiamo avuto modo di
verificare il ricorso a oltre trenta operazioni differenti attraverso
tastiera, per riuscire a scaricare un eBook dalla vetrina LIA.

Il prodotto.
A questo punto, se la fatica della ricerca avrà prodotto risultati, si
dovrà far fronte alla varietà di formati che, nella maggior parte dei
casi, richiederà l’installazione di ulteriore software sul proprio
dispositivo, per poter avere accesso e interagire con il contenuto
dell’eBook.
Questa procedura non è esente da problemi legati all’inaccessibilità dei
software in questione (problemi spesso legati all’immaturità di
programmi giovani e non ancora adatti all’utilizzo esclusivo da tastiera).

Il bollino LIA.
Ma l’aspetto più ambiguo fra tutti quelli rilevati è certamente la
pubblicizzazione, quantomeno inopportuna, di un fantomatico “bollino
LIA” che, stando a quando specificato in ogni scheda libro presente in
vetrina, certificherebbe il soddisfacimento di tutti i requisiti di
accessibilità del titolo presente in catalogo (si rimanda al sito LIA
per prendere visione di tali requisiti).
Verificando nello specifico, è chiaro quanto il sito LIA sia soltanto
una vetrina e, come tale, contenitore di documenti e formati di cui non
è né proprietario né produttore. In altre parole il bollino LIA non può
non essere conseguito da qualsiasi eBook del catalogo poiché, per sua
natura, qualsiasi eBook non amatoriale soddisfa i requisiti LIA.

Francesco Cresci,
Consulente della Biblioteca Multimediale della Sardegna.
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