word
Perché non uso più Microsoft Word?
Fabrizio Ferri-Benedetti su uiciechi.it, 2013-11-12.

Sto scrivendo questo articolo su Google Drive e successivamente lo pubblicherò su Softonic. In 
nessun momento avrò bisogno di Word. In realtà, è da mesi
che non lo uso.

La maggior parte dei miei bisogni sono già coperti dalle applicazioni cloud come Google Drive, 
Evernote e Wordpress. Uso Word solo quando devo aprire dei
moduli, eseguire il rilevamento delle modifiche di un testo o impaginare dei documenti complessi.

In alcuni compiti per cui Word è famoso, come il controllo ortografico, ho riscontrato dei 
risultati migliori con Drive, forse perché i suggerimenti di
Google si nutrono di miliardi di pagine web.

Qualcosa mi dice che Word è invecchiato male, che il suo ultimo restyling è arrivato troppo tardi 
per salvarlo da un momento di ristagno.

Negli Stati Uniti, Google Drive è più cercato di Microsoft Word (dati di Google Trends).

Word è molto fedele alle sue origini, forse troppo.

Ho iniziato a usare Word nel ‘94. A quei tempi, la versione 6.0 aveva tutto ciò che mi serviva per 
creare e modificare un testo. Word 6 era veloce e semplice,
con solo due barre degli strumenti e una dei menù. Per chi non voleva complicarsi la vita, era un 
editor perfetto e il suo design era in linea con le altre
utility di Windows.

Dieci anni dopo, continuava ad essere quello di prima. La versione 2003 iniziava a essere più 
colorata, ma manteneva le tradizionali barre degli strumenti
e, cosa più importante, non aveva Clippy, il tanto odiato assistente di Office che ha infastidito 
innumerevoli utenti di Word 97 e che è stato disattivato
di default in Word XP.

La versione 2007 e il suo ribbon hanno creato dei grandi scompensi in molti di noi. Gli utenti si 
lamentavano di tutto: delle schede, dello sfondo colorato
e dello spazio limitato. Ma ci siamo abituati in fretta, grazie anche alla versione 2010, che 
consentiva la personalizzazione del ribbon. Con Word 2013,
invece, siamo tornati alle origini: il documento è il vero protagonista.

Poche differenze tra il 1991 e il 2013: Word è tornato alla sua funzione originaria di edizione e 
modifica dei testi

Google Drive ed Evernote sono più semplici e collegati meglio.

Dal mio punto di vista, la versione 2013 di Word è la migliore, ma è arrivata troppo tardi per 
invertire l'attuale tendenza a migrare verso i servizi cloud.
Le applicazioni desktop sono state emarginate da quelle mobile, come Google Drive ed Evernote che 
hanno portato l’edizione dei testi sui browser, sui cellulari
e sui tablet.

In entrambi i casi si tratta di applicazioni semplici, indispensabili e online. Drive ed Evernote 
facilitano il lavoro di squadra, migliorano la sicurezza
dei dati e hanno ottenuto qualcosa di eccezionale: non è più necessario inviare delle email o 
spostare delle memorie USB da un PC a un altro.

Lo sapevi che puoi anche aggiungere Drive e Dropbox a Word 2013?

Un altro fattore da considerare è la libertà che danno Evernote e Drive quando si lavora con 
sistemi operativi diversi. Per caricare un documento sul cloud
di Google non hai bisogno di installare nulla: apri un navigatore su Mac, Linux o Android e con un 
solo click hai tutti i tuoi documenti a portata di mano.

La crisi non è solo di Word, ma dell’office automation tradizionale.

Microsoft sta pagando a caro prezzo la sua scarsa velocità di adattamento, perdendo quote di 
mercato nel segmento domestico. Si parla di un "decennio perso"
e l'uso sempre meno frequente di Word è un sintomo di tale declino. Qualcuno si chiede se Microsoft 
non dovrebbe convertire Word in un prodotto gratuito
per tutti.

Word Web App emula completamente l'interfaccia di Word 2013.

Tuttavia, anche se Office fosse gratuito, non vedo perché la gente dovrebbe tornare a Word. Le 
persone non stanno lasciando Word per OpenOffice, bensì
per Drive ed Evernote.

La crisi non è di Word, ma dei software di produttività tradizionale. L’editing dei documenti non 
si esegue più esclusivamente sul desktop, bensì sul browser.
È proprio lì che Microsoft dovrebbe presentare una proposta originale, anziché un semplice clone 
della versione classica.

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Fabrizio Ferri-Benedetti.
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