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"Facebook perderà l'80% degli utenti in tre anni".
Da Repubblica del 24 gennaio 2014

www.repubblica.it/tecnologia/2014/01/23/new
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la Princeton studia il declino dei social media.
Uno studio dell'Università paragona la diffusione del sito a quella
delle epidemie, ricordando casi come Myspace. "Il picco raggiunto nel
2012, poi il calo"
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

"Facebook perderà l'80% degli utenti in tre anni": la Princeton studia
il declino dei social media
(ansa)
LONDRA – E’ il più grande social network del mondo, ha già più di un
miliardo di utenti e continua a diffondersi come un virus inarrestabile.
Eppure fra tre anni Facebook potrebbe non esistere più o quasi. Uno
studio della Princeton University prevede infatti che il club digitale
dell’amicizia scompaia dal web entro il 2017: nei prossimi tre anni,
afferma la ricerca, potrebbe perdere l’80 per cento o più dei suoi
seguaci, come riporta oggi il Guardian di Londra.
Naturalmente è soltanto un’ipotesi scientifica, basata sulla curva di
crescita e decrescita di epidemie come la peste bubbonica. Ma proprio in
modo simile a un’epidemia si è diffuso il social network,
moltiplicandosi a velocità prodigiosa, da poche migliaia di studenti di
Harvard a un milione di utenti a centinaia di milioni e ormai a un sesto
dell’umanità. E altri social network, come MySpace e Bebo, sono nati,
cresciuti e precipitati nel nulla molto rapidamente: in teoria non è
escluso che possa accadere anche a Facebook, che celebrerà il suo decimo
compleanno il 4 febbraio (sì, sembra che sia con noi da sempre, ma è
nato appena nel 2004), affermano gli autori della ricerca.
John Cannarella e Joshua Spencer, docenti di ingegneria meccanica
all’università americana, hanno analizzato il numero di volte che il
nome Facebook viene digitato su Google, scoprendo che il picco è stato
raggiunto nel dicembre 2012 e da allora è cominciato il declino. "Le
idee si diffondono come un’infezione tra la gente fino al momento in cui
scompaiono e già in passato sono state descritte secondo modelli
epidemiologici, si può dunque raggiungere una condizione di immunità a
un’idea come la si raggiunge con una malattia", scrivono i due
scienziati nella loro tesi di ricerca.
L’esempio di quanto accaduto al social network MySpace è pertinente:
fondato nel 2003, raggiunse l’apice del successo nel 2007 con 300
milioni di utenti, per poi declinare fino a scomparire dal web nel 2011.
Acquistato dalla news Corporation di Rupert Murdoch per 580 milioni di
dollari e valutato a un certo punto ben 12 miliardi di dollari, finì per
essere venduto da Murdoch per appena 35 milioni di dollari. L’analogia
con Facebook regge solo fino a un certo punto, perché nel frattempo le
tecnologie si sono evolute: oggi ogni mese 870 milioni di utenti usano
Facebook attraverso i loro smart phone, il che potrebbe spiegare il calo
del social network su Google: chi vuole collegarsi non lo fa più
scrivendo la parola sul motore di ricerca. Ma il Guardian nota che David
Ebersman, capo del dipartimento finanze di Facebook, ha ammesso
recentemente che negli ultimi tre mesi c’è stata una diminuzione
nell’uso quotidiano del social network, "specialmente tra i più
giovani". E in ogni caso la ricerca degli scienziati di Princeton suona
come un monito: sul web tutto cambia a grande velocità e quello che oggi
sembra un trend destinato a conquistare il mondo, domani potrebbe essere
già obsoleto.

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