naviga
Nuove strumentazioni tiflotecniche dietro impulso diAndrea Bocelli
Art. postato da Francesco Melis su smanettando, 14\01\2014, h. 21.13.

Da Repubblica del 14/01/2014
www.repubblica.it/salute/medicina/2014/01/14/news/un_navigatore_per_non_vedenti_bocelli_mette_al_lavoro_il_mit-75924641/?ref=HRLV-22

Un navigatore per non vedenti
Bocelli mette al lavoro il Mit
Sistemi elettronici che aumentano l'autonomia delle persone prive di vista.
Il primo prototipo segnala ostacoli sul cammino, legge cartelli e
riconosce gli amici
DAL NOSTRO INVIATO ARNALDO D'AMICO

BOSTON - Non ho pensato alla mie esigenze, io sono un privilegiato. Ho
pensato ai tanti non vedenti come me che vivono in città, hanno problemi
ad andare al lavoro, a fare la spesa e recarsi dagli amici, che hanno
bisogno sempre di qualcuno che li accompagni. Così, quando tre anni fa,
dopo un concerto, ho avuto la fortuna di incontrare, qui a Boston,
Munther Dahleh, professore del Massachussets Institute of Technology
(Mit), gli ho chiesto se potevano realizzare uno strumento che rendesse
i non vedenti in grado di assolvere le incombenze della vita, senza
dipendere più dagli altri. E concedersi il desiderio di essere, come
tutti, da soli ogni tanto. Mi rispose come Obama, “Yes, we can”. Mi
allargò il cuore. Da allora ho un motivo in più per cercare di cantare
al meglio, per raccogliere i fondi per sostenere il lavoro degli
scienziati». Così Andrea Bocelli, in un’aula cristallo e acciaio del Mit
a Boston, ha raccontato come, insieme al centro di ricerca tecnologica
più famoso del mondo, abbia avviato una collaborazione che in tre anni
ha fruttato già un prototipo, che, appeso al collo, rende più autonomo
un non vedente (le funzioni sono illustrate nell'interattivo). Un
incontro quello organizzato a Boston che ha ricevuto il patrocinio del
ministero degli Esteri nell'anno della Cultura italiana negli Usa e vede
la partecipazione di ricercatori statunitensi e di numerose università
italiane (Pisa, Firenze, Milano-Bicocca, Cà Foscari, Palermo e Scuola
Superiore Sant'Anna).

I risultati raggiunti, e i problemi ancora da risolvere, sono stati
illustrati di recente dal responsabile del laboratorio di Tecnologia
assistiva del Mit, Seth Teller. In sintesi il prototipo, al momento
ancora un nudo telaio di metallo grande come uno zainetto, dove i vari
componenti possono essere facilmente montati e rimossi, individua gli
ostacoli sul cammino, riconosce i volti di persone conosciute e fornisce
informazioni su distanza e direzione in cui si muovono, individua
nell’ambiente circostante cartelli e scritte presenti e le legge.
«Abbiamo risolto il problema della trasmissione delle informazioni al
non vedente - ha spiegato Teller - attraverso un sintetizzatore vocale,
come nei sistemi di navigazione satellitare. Ma l’udito per il non
vedente è un canale sensoriale prezioso che è bene non “ingolfare” con
una voce. Per questo abbiamo studiato una tavoletta la cui superficie
mobile si “anima” delineando lettere, simboli Braille o di qualunque
altro tipo o immagini da leggere col tatto. La difficoltà ora è dotare
il prototipo delle funzioni del cervello».

E sì, perché se l’occhio, inteso come la parte del prototipo che legge
le scritte e le trasmette al non vedente, si può considerare fatto, ora
gli va dato un cervello che gli indichi dove sono le scritte importanti,
quali invece ignorare, quali leggere prima delle altre. Ma non
conoscendo come il cervello umano affronti questi problemi, non si sa
che cosa “copiare”.

Lo stesso limite per i volti. Un video ha mostrato un non vedente
equipaggiato col prototipo che, incontrando una persona in un corridoio,
la saluta per primo, chiamandola per nome. «Il non vedente non può
cercare nessuno, può solo aspettare di essere cercato», ha ricordato
David Hayden, il giovane dottorando che sta lavorando sul riconoscimento dei
volti. Ma per raggiungere la capacità di riconoscere amici e conoscenti
in una riunione o in una folla in movimento e in tempo reale, anche in
questo caso, bisogna sapere come opera il cervello.

Per questo Laura Giarrè dell’università di Palermo, coordinatrice
scientifica del programma Challenges, sostenuto dalla Fondazione Andrea
Bocelli (Abf), che sta sviluppando il prototipo, ha organizzato e
presieduto al Mit anche un confronto tra scienziati che sviluppano
sistemi di ausilio a non vedenti, “occhi elettronici” per robot e sonde
spaziali, e neurofisiologi che indagano sulla visione provenienti da
vari centri di ricerca degli Stati Uniti e di molte università italiane
(una sintesi di questi studi nell’articolo in alto a destra).

Infine Bocelli, insieme al presidente del Mit Rafael Reif, e
all’ambasciatore italiano negli Usa Claudio Bisogniero, ha aperto nel
pomeriggio anche il workshop del secondo programma sostenuto da Abf
“Break the Barriers” che si occupa di lotta alla povertà. Il presidente
di Abf Laura Biancalani, i project managers haitiani della Fondation
Saint Luc, partner di Abf per l’intervento in Haiti e membri dell’Abdul
Latif Jameel Poverty Action Lab (Jpal), centro di ricerca sempre del Mit
che studia come rendere efficaci gli interventi umanitari nei paesi
poveri e non solo. È noto infatti che l’invio di soldi, alimenti e altre
risorse “a pioggia”, senza individuare prima degli obiettivi, le
strategie per raggiungerli e soprattutto verificare i risultati, spesso
non dà alcun beneficio ed a volte, anzi, peggiora la situazione. Nel
workshop sono stati analizzati i risultati sinora ottenuti ad Haiti su
acqua e educazione.

Ecco la nuova guida hi-tech per non vedenti
Il prototipo è targato Bocelli Foundation-Mit
Nello 'zainetto' sensori e telecamere che indicano il percorso sicuro,
segnalano persone note e in che direzione vanno, leggono e comunicano le
indicazioni stradali. E' il frutto del programma 'Fifth sense', promosso
dalla fondazione del tenore e realizzato dal Massachusetts Institute of
Technology con la collaborazione di numerose università italiane
di ARNALDO D'AMICO

Ecco la nuova guida hi-tech per non vedenti Il prototipo è targato
Bocelli Foundation-Mit
Il prototipo realizzato dagli ingegneri del Mit nel progetto della
Bocelli Foundation
Dopo appena un anno e mezzo di lavoro, il prototipo del sistema che
renderà più autonomi i non vedenti è già in una fase avanzata. Ha le
dimensioni di uno zainetto da portare sul petto e, come ogni strumento
in fase sperimentale, è "nudo": telecamere ed altri sensori, sistemi di
elaborazione e di comunicazione col non vedente e relativi grovigli di
fili colorati "a vista", senza un guscio. Ma riesce ad assolvere a tre
funzioni preziose per chi non ha il dono della vista: individuare il
percorso sicuro davanti al soggetto e guidarlo mentre lo segue in tempo
reale; riconoscere persone note e dire in quale direzione stanno
andando; rilevare e leggere le scritte circostanti come insegne,
cartelli, tabelloni luminosi ecc. Tutte queste informazioni arrivano poi
al non vedente su un display tattile grande quanto uno smartphone.

I risultati del progetto "Fifth Sense" (quinto senso) saranno illustrati
venerdì prossimo a Boston, nella sede del Massachusetts Institute of
Technology, la "fabbrica dei Nobel" meglio conosciuta con la sua sigla
Mit, che lo ha realizzato. È il primo frutto della Andrea Bocelli
Foundation, che festeggerà i due anni dal suo lancio proprio a Boston, e
che sta sostenendo la realizzazione di Fifth Sense.

Venerdì sarà illustrato, sempre nella sede del Mit, anche l'altro
progetto in corso sostenuto dalla fondazione, "Break the Barriers",
iniziativa umanitaria ma con approccio scientifico. È noto infatti che
l'invio di soldi, alimenti e altre risorse "a pioggia", senza
individuare prima obiettivi e strategie per raggiungerli spesso non dà
alcun beneficio ed a volte, anzi, peggiora la situazione. Per questo la
Fondazione, dopo essere da un anno "sbarcata" ad Haiti, al fine di
amplificare l'efficacia dei suoi progetti, ha coinvolto J-Pal (Abdul
Latif Jameel Poverty Action Lab), un altro dipartimento del Mit che
studia come rendere efficaci dal punto di vista economico e sociale gli
interventi umanitari nei Paesi in via di Sviluppo e non solo.

Ad esempio, attualmente gli alimenti vengono consegnati a bambini nelle
scuole quale incentivo alla frequenza, raggiungendo così altri due
obiettivi, oltre quello di combattere la fame: togliere i bambini dalla
strada e dal rischio criminalità e invogliare le famiglie a far ricevere
ai figli un'istruzione, indispensabile perché siano in grado, da adulti,
di produrre reddito autonomamente. Venerdì saranno gli operatori
haitiani a raccontare cosa si sta facendo e a mettere la loro esperienza
a disposizione di altre iniziative umanitarie in altri paesi.

"Fifth Sense è solo l'inizio del programma Challenges (sfide) sostenuto
dalla Andrea Bocelli Foundation - spiega la coordinatrice scientifica
Laura Giarré, professore di controlli automatici all'Università di
Palermo - ; un programma che mira alla realizzazione di un insieme di
dispositivi che permetta al non vedente o ipovedente di acquisire
maggiore autonomia soprattutto nella svolgimento della sua vita
quotidiana e nella socialità. Oltre al Mit sono coinvolte, e
presenteranno i loro studi, le Università di Pisa, Firenze e della
Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, che hanno dato anche il loro
patrocinio; e inoltre le Università di Venezia Cà Foscari, Milano
Bicocca e Palermo, oltre che professori di Harvard e di altre università
americane. L'obiettivo - aggiunge Giarré - è fare incontrare il maggior
numero possibile di realtà che stanno studiando il problema perché solo
dall'incontro e dallo scambio di idee ed esperienze nascono le scoperte.
Aumentare l'autonomia di un non vedente è già una sfida impegnativa. Ma
questa contiene tante sfide, Challenges appunto, diverse. A seconda
dalla causa, esistono tante classi di non vedenti diverse: se la vista
non si è mai avuta, si è persa da giovani, da adulti o da anziani, come
avviene sempre più spesso con l'aumentare delle degenerazioni retiniche,
si hanno soggetti con caratteristiche psicologiche, meccanismi di
compenso, sino alle stesse strutture cerebrali diversi. E non è detto
che uno strumento utile a un non vendete lo sia anche per un altro".

"Al momento comunque - conclude la Giarrè - ci possiamo dire
soddisfatti. Il progetto Fifth Sense sta rispettando la tabella di
marcia, cosa non scontata in un'impresa di ricerca. Se continuiamo così,
dovremmo uscire presto dalla fase di prototipo".

"La collaborazione col MIT, il coinvolgimento di università Italiane -
osserva la presidente della fondazione, Laura Biancalani - ma
soprattutto il confronto tra diverse culture, ci dicono dell'importanza
e della necessità di stimolare il dialogo e la conoscenza quali mezzi
principali per la crescita comune". Proprio per la sua valenza
culturale, d'innovazione e sviluppo il workshop è patrocinato dal
ministero degli Affari Esteri ed è stato inserito nel programma
ufficiale delle celebrazioni dell'Anno della cultura italiana negli
Stati Uniti. Sarà presente anche l'ambasciatore d'Italia negli Usa,
Claudio Bisogniero: "ABF MIT: una partnership che riflette appieno gli
obiettivi delle celebrazioni - ha detto l'ambasciatore - . Innovazione,
ricerca e scoperta sono infatti i motivi ispiratori dell'Anno della
cultura, che con più di 300 eventi, sta contribuendo a rafforzare
ulteriormente le già eccellenti relazioni tra Italia e Stati Uniti". La
giornata sarà trasmessa in live streaming. Per maggiori informazioni è
possibile visitare il sito www.abfmit2013.com.
Torna all'indice