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Siti web accessibili ai ciechi, decisivo il semestre di presidenza greca
SuperAbile.it del 15-01-2014

dell'Ue

La European Blind Union sta facendo pressione affinché si affronti in
maniera prioritaria il problema, almeno per quanto riguarda gli enti
pubblici. Da parte sua la Grecia dichiara di voler fare progressi, anche
se non garantisce una corsia preferenziale.

BRUXELLES. I prossimi mesi saranno decisivi per milioni di non vedenti e
ipovedenti in Europa che hanno diritto a un web più accessibile, almeno
per quanto riguarda i siti istituzionali e della pubblica
amministrazione. A esserne convinta è la European Blind Union, il
network europeo delle persone cieche, che sta facendo pressione sulla
presidenza greca dell'Ue e sulla Commissione perché affrontino in
maniera prioritaria il problema dell'accessibilità dei siti di enti
pubblici o che offrono servizi pubblici nell'Unione Europea. E per
quanto riguarda la Grecia, sembra ci sia la volontà di fare progressi
sul file durante il suo semestre di presidenza, anche se non si
garantisce una corsia preferenziale.

Nel dicembre 2012, la Commissione ha adottato una direttiva
sull'accessibilità dei siti della pubblica amministrazione, ma tale
direttiva deve essere ancora approvata dal parlamento e dal consiglio
prima di diventare legge. E dall'ultimo rapporto europeo, stilato nel
2011, si apprende che solo un terzo dei 761.000 siti degli enti pubblici
nell'UE sono accessibili. Un sito è accessibile quando rispecchia
determinate linee guida, stabilite da un consorzio internazionale, e che
rendono la navigazione del sito stesso agevole per persone disabili come
i non vedenti, che utilizzano lettori di schermo vocali o supporti che
trasformano il testo in Braille.

L'Italia è uno dei ventuno paesi che, con la legge Stanca, già dispone
di standard minimi di accessibilità i quali, però, spesso non vengono
rispettati. Una volta che la direttiva entrerà in vigore, questa porterà
a un'armonizzazione delle leggi a livello europeo e a possibili benefici
per l'UE a ventotto di due miliardi di Euro, a fronte di costi valutati
dalla Commissione fra i duecentosessanta e i cinquecento milioni di Euro
per rendere tutti i siti delle pubbliche amministrazioni UE accessibili.

Ma la paura è che i diritti sacrosanti dei ciechi vengano sacrificati
sull'altare di altri grossi dossier che la presidenza greca dovrà
affrontare, come il pacchetto telecomunicazioni, la sicurezza telematica
e i costi per la diffusione della banda larga. E tale timore viene
espresso dal relatore della direttiva sull'accessibilità della pubblica
amministrazione al Parlamento Europeo, il tedesco di origini greche
Jorgo Chatzimarkakis che, in una lettera aperta alla commissaria per
l'Agenda Digitale, Nellie Kroes, scrive: "Dopo che la Lituania, durante
il suo periodo di presidenza, non ha affrontato il problema, ora sta
alla Grecia e alla Commissione prendere l'iniziativa nei primi mesi di
quest'anno. Il Parlamento ha fato il suo dovere (il voto finale è
previsto a febbraio, n.d.r) e il pacchetto telecomunicazioni non può
essere una scusa per non agire nel portare avanti una legge che tutela i
diritti fondamentali degli ottanta milioni di disabili europei, ma anche
degli ottantasette milioni di anziani".

Il rischio è che, se non si fanno presto progressi, con le elezioni in
primavera, un nuovo Parlamento e una nuova Commissione, si dovrà
ricominciare da zero. Carine Marzin, della European Blind Union, spiega:
"La presidenza greca sarà una presidenza breve, perché avranno solo tre
mesi e mezzo di lavoro effettivo prima del voto alle europee di maggio.
Noi non siamo felici di questo circolo vizioso che si è creato, con la
Commissione e la Grecia che giocano a fare scarica barile. Anche da
parte del Parlamento, però, chiediamo più impegno. In effetti, visto che
stanno discutendo di questa direttiva, gli eurodeputati dovrebbero
approfittare per apportare emendamenti che includano nell'ambito di
attuazione della legge anche servizi quali quelli bancari o quelli
legati ai trasporti e alle scuole, e estendere la legislazione per
coprire anche l'accessibilità degli smartphone e dei tablet". (Maurizio
Molinari)
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