c.map ChoiceMap, tutta la vita in un algoritmo. Art. commentato da F. Melis, su smanettando, 01\02\2014, h. 14.46. Da Repubblica del 1 febbraio 2014 www.repubblica.it/tecnologia/2014/01/29/news/algoritmo_cosa_giusta-77219539/?ref=HRERO-1 ChoiceMap, tutta la vita in un algoritmo: l'app che ti dice cosa è giusto fare Cambiare casa, città, lavoro o partner ma anche scegliere cosa mangiare per cena: Jonathan Jackson ha inventato un programma per iPhone, e presto una piattaforma, in grado di aiutarci a stabilire il passo più azzeccato per le sfide dell'esistenza. "Ma spesso le persone hanno solo bisogno di chiarire le proprie priorità" di SIMONE COSIMI ChoiceMap, tutta la vita in un algoritmo: l'app che ti dice cosa è giusto fare SE esiste un'app praticamente per qualsiasi cosa, come ricordava tempo fa lo spot di un gigante dell'hi-tech, perché non dovrebbe essercene una che ti suggerisca qual è la cosa giusta da fare? Certo, l'idea di mettere la propria vita in mano a un algoritmo può apparire una scelta non proprio entusiasmante. Anche se, a pensarci bene, una larga fetta della nostra esistenza è già scandita da programmi e formule automatizzate, dal semaforo alle ricerche su Google. ChoiceMap promette qualcosa di più: trasformarsi in una specie di grillo parlante da smartphone. E aiutarci a razionalizzare, certo, i problemi quotidiani. Ma anche e soprattutto le scelte più importanti (cambiare casa, città, Paese, lavoro, partner e così via), per scioglierli con un salvifico calcolo risolutivo. Almeno per ora, in vista di una piattaforma ben più ampia che vada oltre l'iPhone. ChoiceMap, che si scarica gratis dall'App Store, va bene per tutto. Dal dubbio su cosa mangiare per pranzo a come vestirsi per un appuntamento particolare, fino alle decisioni da prendere a proposito di un rapporto complicato con il partner o il capoufficio. Si fa carico, un po' alla pari di altre applicazioni simili come Feels, delle sciocchezze quotidiane così come dei bivi che ciascuno si trova ad affrontare ogni tanto. Se prima si parlava con un amico, ci si confrontava con i genitori o addirittura, in epoche passate, col proprio padre spirituale, oggi la scelta azzeccata è nascosta in tasca, a qualche tap di distanza, in un'app che valuterà per noi i pro e i contro. Sollevandoci da nottate insonni, continue frustrazioni, ansie crescenti e indecisioni che, come si dice, rischiano magari di farci perdere il treno. L'idea, infatti, è tentare di riordinare l'uragano di emozioni, valutazioni e riflessioni che ci travolge ogni volta che ci troviamo di fronte a una scelta emotivamente o lavorativamente pesante. ChoiceMap ripulisce da tutto ciò che non serve e che ci blocca. Il punto di partenza è ovviamente lasciato alla libera scelta dell'utente, che deve selezionare l'ambito della decisione (ci sono molti schemi già pronti, del tipo "rompere o rimanere insieme", "carriera" oppure "nomi per i bambini") e, soprattutto, attribuire un peso ai parametri associati a quello specifico schema. Il programma utilizzerà queste informazioni per sfornare il suo verdetto. Dall'impatto sulla propria personalità a quello sulla situazione famigliare fino al potenziale economico o al livello di avventura, è un mix degli elementi spesso responsabili della confusione personale. Il resto - cioè la valutazione dei costi e dei benefici in base alla nostra lista di priorità - la fa ChoiceMap. L'inventore dello strano programmino - emblematico, tuttavia, della (inquietante?) direzione che stanno prendendo le nostre abitudini quotidiane e non solo - si chiama Jonathan Jackson. Quei problemi, come capita a chiunque nella vita, li ha provati sulla propria pelle: doveva infatti decidere che svolta dare alla propria carriera, se traslocare in un'altra città (Los Angeles, New York o Seattle?) e che futuro dare a una relazione affettiva. C'è tuttavia anche un aspetto più legato al business: Jackson ha infatti collaborato con un'organizzazione statunitense che supporta gli imprenditori attivi nel sociale. "Mi sono reso conto che l'algoritmo che ho scritto aveva risolto un problema personale: dove dovessi andare dopo la laurea - racconta Jackson - ma la matematica aveva anche un potenziale maggiore, in grado di risolvere questioni sociali. Tutti facciamo errori, questo ha dato vita all'idea di una piattaforma digitale che aiutasse le persone a prendere le decisioni migliori". Difficile evitare di sbagliare: fatevi almeno aiutare da una formula. "Abbiamo compilato una lista di suggerimenti provenienti dagli amici, dai beta tester e dalle nostre stesse esistenze - continua Jackson spiegando la nascita di ChoiceMap - e abbiamo sottoposto la stessa lista delle decisioni al programma, cercando per ciascuna scelta i fattori importanti da sottoporre all'utente". Il punto è che in fondo la cosa giusta non è sempre la migliore in senso assoluto. "Le varie opzioni proposte ricevono raramente il 100 per cento di perfezione, perché il mondo reale non è quasi mai perfetto - aggiunge l'inventore - ciononostante questo trasmette sicurezza e fiducia in sé stessi". Ciò che ci distrugge è infatti l'incapacità di pesare con lucidità le alternative che abbiamo di fronte. Capire cosa perderemmo se facessimo un certo passo, a prescindere dal fatto che si vada o meno in quella direzione: "La cosa divertente - chiude il programmatore - è che con ChoiceMap le persone non devono per forza decidere cosa sia meglio per loro. Spesso hanno solo bisogno di mettere in chiaro le proprie priorità, l'app le aiuta a delinearle. Man mano che gli utenti usano ChoiceMap forniscono infatti al nostro algoritmo tutte le informazioni di cui ha bisogno per classificare le loro opzioni. Tanto che, alla fine del percorso, le persone scoprono che hanno già raggiunto la propria conclusione". Come? Attraverso una serie di piccoli passi che hanno messo ordine al caos mentale. Proprio come è accaduto per Jonathan Jackson: alla fine ha scelto Seattle. "Ed è stata la migliore decisione che abbia mai preso". Fine articolo. Commento di Francesco: In informatica esistono da decenni algoritmi di supporto alle decisioni per aiutare chi deve fare delle scelte di tipo industriale o finanziario. Essi rientrano nelle discipline ben consolidate della "Ricerca Operativa" e dell'"Ottimizzazione" che afferiscono all'area più vasta dell'informatica. Con questi strumenti un dirigente di una azienda può pianificare le sue strategie industriali, anche come investimenti, per avere l'"ottimo" secondo un certo criterio, che potrebbe essere la massimizzazione dei profitti o la minimizzazione dell'impiego di risorse o altri criteri ancora. Qui però si parla di faccende umane. Come si fa a trovare l'ottimo nelle scelte umane? L'essere umano non è deterministico come una fabbrica. E' proprio questo che lo differenzia dal resto. Se ci affidassimo nelle scelte che si presentano nella vita ad un algoritmo saremo "prevedibili", perché un algoritmo, dato un certo insieme di dati di ingresso, risponderebbe sempre fornendo le stesse risposte, (ovviamente escludendo nell'algoritmo la presenza di variabili casuali che potrebbero produrre dei risultati casuali). In altri termini saremo noi stessi delle macchine, incapaci però di pensare, dato che avremo bisogno di affidarci ad altre macchine in grado di farlo per noi. Allora sarebbe facile pensare di predisporre delle condizioni, (input), verso qualcuno, per indurlo a fare quello che si desidera, tanto lui si affiderebbe all'algoritmo per fare la scelta, e noi conosciamo bene la risposta dell'algoritmo a quell'input, poiché noi stessi lo abbiamo predisposto. Dove andrebbe a finire allora il libero arbitrio? F. Nota: deterministico tecnicamente significa che un certo sistema, (deterministico), che si trovi in un certo stato, sottoposto agli stessi ingressi, risponde sempre invariabilmente con le medesime uscite. Il concetto è contrapposto al termine "stocastico" o "probabilistico", nel quale il sistema risponde in modo aleatorio, (per esempio le estrazioni del lotto).Torna all'indice