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Facebook-WhatsApp, gli utenti tra dubbi sulla privacy e ipotesi di boicottaggio
Francesco La Mancusa su universal-access, 21\02\2014, h. 12.11.

Con l'acquisto di WhatsApp alla cifra record di 19 miliardi di dollari,
Facebook punta a prendersi più utenti, possibilmente giovani, ma soprattutto
a monopolizzare il fondamentale settore della messaggistica su Internet che
ha sopraffatto quella tradizionale. Nello specifico, si tratta di un bel
pacchetto di circa 27 miliardi di messaggi provenienti da 450 milioni di
utenti attivi nel mondo.
Le critiche degli abbonati - Utenti, che dopo il 'tradimento' di un anno fa
di WhatsApp diventato a pagamento per i nuovi abbonati, oggi in rete
esprimono critiche sullo strapotere dell'azienda di Mark Zuckerberg. E sono
anche pronti, in caso di cambiamenti dell'app, a boicottarla con altri
servizi simili, da Viber a weChat. I dubbi degli utenti sono soprattutto
concentrati sulla privacy e su un eventuale sbarco della pubblicità
sull'app. Nel primo caso, il timore è che i propri numeri di telefono e i
contatti che sono immagazzinati in WhatsApp vengano risucchiati dal social
network che già incamera molte informazioni sugli iscritti. Nel secondo
caso, invece, il dubbio è che il servizio di chat, fino ad ora
dichiaratamente contrario a pubblicità e "trucchetti", col cambio di
proprietà apra le porte alle inserzioni per aumentare i profitti.
Cifra enorme - "All'indomani dell'annuncio dell'acquisto - osserva il blog
Mashable - tutti si chiedono perché Zuckerberg abbia deciso di spendere
questa enorme quantità di denaro, più del Pil dell'Islanda, della Giamaica,
Bermuda, Fiji e di Monaco messi insieme". Secondo gli analisti, i 19
miliardi di dollari pagati si traducono in 42 dollari per utente a fronte
dei 140 dollari di valore di ogni 'amico' di Facebook e 160 dollari di ogni
utente Twitter. E la differenza di valore, guarda caso, sta proprio nella
pubblicità: gli utenti del social network in blu e in parte anche del blog
dei cinguettii sono valutati come occhi per la pubblicità, assente al
momento su WhatsApp.
I timori degli utenti - Tutto si fonda anche su un precedente: due anni fa,
pochi giorni dopo l'acquisizione da parte di Facebook, la popolare app delle
foto Instagram annunciò un cambio delle regole sulla privacy e ci fu una
rivolta sul web che sbarcò anche sul famoso sito di petizioni change.org. A
questo giro, la sollevazione degli iscritti di WhatsApp non ha raggiunto
questi livelli, ma serpeggia sui social network con critiche e minacce di
spostarsi, in caso di cambiamenti, verso altri servizi simili a WhatsApp. E
ce ne sono tanti.
Le alternative - Dalle chat emergenti come, WeChat e Line fino a Tango che
consentono chiamate video e tradizionali, ma anche messaggi e foto. Ai
servizi come Skype e Indoona che consentono oltre ai messaggi di fare
chiamate video. Senza dimenticare la messaggeria antesignana di BlackBerry,
che in scia dell'accordo fra WhatsApp e Facebook sale in Borsa, mentre i
titoli del social network sono in calo.
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