acqua l'acqua e gli organismi viventi, in memoria di Emilio Del Giudice Art. commentato inviato in privato da Donato Taddei, 21\03\2014, h. 15.42. parecchi anni fa pcciechi si era già occupato di questo scienziato napoletano e delle sue ipotesi e ricerche sulla elettrodinamica quantistica, formulata dal suo amico e fisico teorico Giuliano Preparata, molto stimato nell'ambiente scientifico internazionale. A distanza di circa mezzo secolo dalla sua primitiva formulazione la fusione fredda continua a rimanere una questione molto controversa in ambito scientifico e soprattutto, se si eccettuano gli annunci dell'ingegnere bolognese Andrea Rossi che racconta diaver già venduto la sua formula agli americani per la produzione in serie di generatori di energia a fusione fredda di uso domestico monofamiliare al prezzo di qualche migliaio di euro, nessuna l'ha vista in azione se si eccettuano certe emissioni di calore molto superiori a quanto previsto dalle formule in celle a idrogeno con elettrodi di palladio, emissioni altrimenti inspiegabili, ma ciò di per sè non dice nulla: anche la teoria della relatività, oggi universalmente accettata, ha dovuto aspettare decenni per avere riscontri sperimentali, per non parlare del successivo modello standard. Un altro tema che ha visto impegnato il professor Del Giudice, cui questo articolo vuole essere un omaggio alla memoria essendosi recentemente spento il 31 gennaio, è stata la cosiddetta "memoria dell'acqua". Piccola digressione: Tra le cosiddette medicine alternative l'omeopatia è sicuramente quella più seguita a giudicare dal giro di affari del settore che, pur essendo relativamente piccolo, risetto al giro di affari della medicina ufficiale e delle sue multinazionali, risulta in progressiva espansione e con numeri molto più grandi rispetto ad altre pratiche come la medicina naturale o la fitoterapia. Tuttavia il motivo per cui essa non è accettata dalla scienza ufficiale è perchè non è capace di dar conto del perchè i farmaci omeopatici dovrebbero funzionare. Il metodo di preparazione dei medicamenti omeopatici, per dirla col suo fondatore dottor Haneman, potrebbe essere così riassunto: diluire in un mezzo bicchiere di acqua poche gocce di principio attivo; agitare a lungo; versare da esso alcune gocce in un altro bicchiere, da riempire a metà d'acqua e poi agitare ancora a lungo, ripetere l'operazione per molte altre volte, perchè uno degli assunti dell'omeopatia è che tanto più il principio attivo viene diluito tanto più diviene efficace. Per contro la chimica ci dice che se diluiamo qualcosa in rapporto poniamo da 1 a 100, dopo una decina di siffatti sciacquamenti, la probabilità che quell'acqua contenga una sola molecola del principio attivo iniziale è praticamente tendente a zero, il che equivale a dire che ci si sta curando con l'acqua fresca. L'omeopatia, fin dal suo fondatore, non si è mai dichiarata in grado di dare una spiegazione del perchèi medicamenti omeopatici dovessero funzionare, limitandosi soltanto a registrare quelli che sembravano essere gli effetti clinici sui pazienti. E, se anche fosse stata pura ciarlataneria, i pazienti sembrano trarne giovamento, tant'è che questa scuola medica, sebbene minoritaria, ha sopravvissuto indenne alle rivoluzioni tecnologiche che hanno riscritto la scienza medica degli ultimi due secoli, dal microscopio ai vaccini e alla penicillina, alla risonanza magnetica dei giorni nostri. Nella seconda metà deglianni 70 la rivista scientifica Nature pubblica uno studio del direttore di una sezione dell'istituto francese di sanità, condotto insieme a una dozzina di altri colleghi di varie nezioni, tra cui degli italiani, in cui annuncia un risultato sconvolgente: studiando la degradazione dei globuli bianchi basofili con determinate sostanze, si era reso conto che l'efficacia di tali sostanze aumentava quanto più esse risultavano diluite. Oltre a confermare la validità dell'omeopatia questa scoperta avrebbe potuto sconvolgere le conoscenze scientifiche. Perciò Nature nominò allora una commissione indipendente in cui fu chiamato a far parte anche un esperto di frodi scientifiche della Cia, e, a differenza di Vannoni, il prof. Benveniste mise a disposizione tutti i suoi appunti di lavoro, dalla cui analisi però risultò che alcuni dati erano stati manomessi, altri omessi, insomma falsificati, e venne pure fuori che un paio di assistenti del professore risultarono al soldo di case farmaceutiche omeopatiche e il prof. Benveniste finì nel ridicolo. Passarono altri 40 anni e a riproporre la questione è il premio nobel per la medicina 2008 Luc Montagnier, scopritore del famigerato virus HIV e e presidente della fondazione per la prevenzione dell'Aids, con un esperimento cui ha partecipato anche il nostro Emilio Del Giudice. Il sito "scienze e conoscenza", su cui ho trovato molti articoli interessanti, e di cui consiglio una scorsa, ha pensato bene di riproporre come ultimo omaggio alla sua memoria una sua intervista precedentemente pubblicata sul sito, che spiega l'esperimento di Montagnier. www.scienzaeconoscenza.it/articolo/l-acqua-e-gli-organismi-viventi-intervista-a-emilio-del-giudice.php?idn=553&[_IDC_]&idlink=3 Donato Taddei L’acqua e gli organismi viventi: intervista a Emilio Del Giudice All’edizione 2011 del Convegno di apertura dell’evento interdisciplinare Le Connessioni Inattese. La Frontiera, L’Ignoto, L’Eresia, è stato presente il Prof. Emilio Del Giudice, medaglia Prigogine 2009, ormai famoso per i suoi studi in biofisica che, partendo dalla meccanica quantistica, hanno fatto luce sul fondamentale ruolo dell’acqua nella vita. Lo ha intervistato per noi Roberto Germano, uno dei padri de Le Connessioni Inattese. Roberto Germano: Ciao Emilio, è sempre un piacere ed un onore riaverti qui a Napoli, nella tua città natale. Tu hai studiato, fin dagli anni ’80 del secolo scorso, il fondamentale ruolo dell’acqua nella vita, utilizzando gli strumenti della Fisica e dell’Elettrodinamica Quantistica in particolare. Cominciamo con una domanda base: cos’è l’acqua? Si è capito abbastanza di questo liquido così diffuso? È davvero un insieme di palline, di molecole di H2O, che stanno insieme caoticamente? Emilio Del Giudice – Grazie a voi di avermi invitato! Quanti giorni ho per rispondere a questa semplice domanda?! Scherzi a parte, è semplice rendersi conto che l’acqua ha un ruolo fondamentale nella vita. Il nostro corpo, come numero di molecole, è costituito da circa il 99% da molecole d’acqua; soltanto il restante 1% è costituto da molecole diverse dall’acqua (proteine, DNA, ormoni, vitamine, ecc…). Ci si può chiedere come mai i biologi finora hanno studiato l’1% e trascurato il 99%. La ragione è che esiste il preconcetto secondo cui la dinamica biologica è governata dalla chimica, cioè dal fatto che questo 1% di molecole si incontra, fa reazioni chimiche, e l’insieme di tutte queste reazioni chimiche da luogo alla dinamica biologica. Siccome le molecole d’acqua non fanno reazioni chimiche, vengono trascurate, come se fossero gli spettatori della partita: allo stadio 22 persone giocano e 60 000 guardano… Come superare questo preconcetto? Sarà di certo difficilissimo. Ad esempio, ci sono voluti secoli per cogliere l’esistenza della pressione atmosferica… Il trucco sta nel farci una domanda ingenua. Spesso sono proprio le domande ingenue che danno origine alle grandi scoperte. Nella visione attuale, posto che siano le molecole diverse dall’acqua che danno origine alla dinamica vivente, come fanno queste molecole a riconoscersi, a trovarsi e ad incontrarsi? Infatti, nella dinamica biochimica non ci sono errori, non ci sono incontri che danno luogo a specie molecolari non volute. Mentre in un reattore chimico industriale ci sono incontri di ogni genere, per cui oltre al prodotto che si vuole si producono anche i rifiuti. Ma allora deve esistere una sorta di “governo” delle reazioni biochimiche, un qualche agente fisico che dice alle molecole dove devono andare e chi devono incontrare. La domanda apparentemente sciocca, come quelle che fa il tenente Colombo, ci sta iniziando a far intuire qualcosa… Quindi, qual è questo agente? Si può senz’altro candidare a questo ruolo il campo elettromagnetico. Infatti esiste un teorema che dice che quando un campo elettromagnetico occupa una certa regione di spazio ed oscilla ad una certa frequenza, è capace di attirare in quella regione molecole che oscillino alla stessa frequenza (o a frequenze molto simili). C’è quindi un meccanismo selettivo di richiamo. Ma chi produce questo campo elettromagnetico? Negli ultimi anni, la risposta a questa domanda ha fatto cogliere il ruolo fondamentale dell’acqua. Le molecole d’acqua sono capaci di avere un’attività collettiva, cioè in metafora: le molecole dell’acqua liquida non sono una folla di oggetti indipendenti, ma sono come un corpo di ballo, cioè danno luogo ad un ordine, non di tipo spaziale, come in un cristallo, ma “si muovono” in modo definito. Poiché i campi magnetici sono prodotti dalle oscillazioni delle cariche elettriche, un’oscillazione di un gran numero di molecole in fase da luogo appunto ad un campo elettromagnetico ben definito. Ecco l’origine del campo elettromagnetico, che si comporta da governatore; ed ecco quindi anche il ruolo per i 60 000 dello stadio i quali, facendo la “ola”, fanno sì che i calciatori giochino meglio… Ma, andando fuor di metafora, ci vuoi accennare a quali sono le evidenze sperimentali che è proprio così che vanno le cose? Luc Montagnier, ad esempio, ha recentemente ottenuto risultati interessantissimi. Come sai bene ne ha parlato, poco dopo averli ottenuti, anche a Le Connessioni Inattese a Napoli, due anni fa. Montagnier ha lunga dimestichezza con i virus e il DNA: è premio Nobel per la medicina proprio per queste sue competenza sperimentali. Seguendo anche lo schema con cui Montagnier illustra l’esperimento, ce lo puoi brevemente descrivere? Montagnier pone in una provetta in acqua delle sequenze di DNA batterico; e poi – molto importante – diluisce via via con acqua. Una bobina prende i segnali elettromagnetici provenienti dalla provetta. Prima cosa importante è il fatto che più si diluisce più aumentano i segnali elettromagnetici! Quindi è l’acqua a regolarne l’intensità. Quali frequenze? Lo stabilisce il DNA. Infatti, l’acqua può oscillare su un grande numero di frequenze, ma è il partner con cui l’acqua se la sta facendo in quel momento che stabilisce quali. Già questo è interessantissimo, e si capisce che Montagnier si è ispirato ai famosi esperimenti di Benveniste, che a suo tempo purtroppo furono incompresi. Sì, infatti, Montagnier non ne fa mistero… Ma lui è andato oltre, e infatti la seconda parte dell’esperimento è quella più sconvolgente. Ebbene, cosa succede? Questi segnali vengono inviati ad un secondo recipiente con pura acqua distillata e, per evitare dubbi di contaminazione, la cosa è stata fatta anche per via telematica a centinaia di km di distanza. Che succede nel recipiente di acqua pura esposto a questi segnali? Gli sperimentatori aggiungono a quell’acqua pura le sostanze necessarie alla strutturazione del DNA, adenina, timina, citosina e guanina, più i necessari catalizzatori, le polimerasi, ecc… e cosa succede? Dopo un certo numero di ore (circa 20 ore) compare fisicamente lo stesso tipo di DNA da cui era stato estratto il segnale!!! Eccezionale! Quindi, capire l’acqua fresca… aiuta a risolvere il mistero della vita?! Eh sì! Ma, non solo, capire queste cose potrà permettere di dare origine ad una nuova industria chimica non inquinante, che si ispiri al caso biologico, in cui le molecole interagiscono in maniera precisa tra di loro senza generare composti a caso, e cioè in maniera altamente efficiente, a basso consumo energetico, e senza generare rifiuti inquinanti… E credo che l’Effetto Ossidroelettrico che hai da poco sperimentalmente evidenziato in PROMETE, cioè l’estrazione di corrente elettrica dall’acqua, mediata dalle molecole di Ossigeno, possa essere un primo passo in questa direzione. Infatti, gli organismi viventi riescono proprio grazie all’acqua a trasformare energia di basso grado (calore, infrarossi) in energia di alto grado (energia elettrica, energia chimica), appunto con questo tipo di meccanismi ancora non molto chiari ai più… Dacci una previsione sull’applicabilità diffusa di queste metodiche. Dipenderà soltanto dall’entusiasmo con cui ci si applicherà. Così come gli antichi romani avevano già conoscenze che sono diventate operative solo 1.500 anni dopo… Dipende da meccanismi economico-sociali, non da motivi scientifici. Un po’ come nel caso del cuscinetto a sfere, già disegnato da Leonardo Da Vinci nel 1500 e poi riscoperto solo agli inizi del 1900! Sì! Però c’è una nota ottimistica con cui vorrei concludere, legata al fatto che questo tipo di ricerche non richiede affatto finanziamenti enormi. Il primo esperimento di Montagnier sopra descritto fu condotto in Camerun, e non a New York o a Parigi, le città in cui Montagnier normalmente vive. L’attuale mancanza di finanziamenti alla ricerca forse non ha effetti totalmente negativi, perché obbligherà i ricercatori a fare cose così intelligenti che si possano fare senza soldi….Torna all'indice