mano
La nuova mano di Shea è stampata in 3D
Art. inviato in privato da Donato Taddei, 24\03\2014, h. 20.49.

Grazie alla stampa 3D e a una comunità online, arriva la protesi opensource a costi bassissimi
Carlo Peroni

Se ancora c’è qualcuno che dubita dell’effettiva utilità della stampa 3D e delle sue applicazioni, 
questa bellissima storia servirà certamente a fargli cambiare idea una volta per tutte. I 
protagonisti della vicenda sono tre: una bambina di 9 anni con una malformazione agli arti che le 
ha causato la mancanza delle dita di una mano, una madre intraprendente che non si dà per vinta e 
una community online molto attiva e disponibile.
La bambina si chiama Shea e poco prima dello scorso Natale si imbatte in un video in cui veniva 
mostrata la protesi di una mano stampata in 3D. Decise così di chiedere ai suoi genitori qualcosa 
di simile per regalo. Sua madre iniziò una ricerca online che l’ha portata sulla pagina di E-Nable, 
una comunità di maker che costruisce e progetta protesi opensource, che significa che i progetti 
possono essere utilizzati e modificati da chiunque, gratuitamente.
Le protesi di E-Nable sono arti meccanici in plastica che svolgono la funzione delle dita grazie a 
dei tendini di nylon che fanno piegare le dita quando si muove il polso. Abbastanza semplici nel 
design e anche graziose, se vi piace un tipo di estetica vagamente fantascientifica, queste protesi 
permettono a chi le indossa di afferrare gli oggetti. Non ristabiliscono certo la completa 
funzionalità, ma rappresentano un’alternativa economica e anche etica (il prodotto vede il suo 
design migliorare man mano grazie ai vari utenti che mettono liberalmente online i loro progetti) 
per tutti coloro che hanno questo tipo di malformazioni. Particolarmente adatte per i bambini, che 
si possono stampare una nuova mano quando quella vecchia non va più bene perché sono cresciuti.
Il gruppo mette in contatto la madre di Shea con il Makerspace locale di Milwaukee, di cui fa parte 
Frankie Flood, professore associato presso l'Università del Wisconsin-Milwaukee. Flood avvia 
immediatamente i lavori, partendo da alcuni dei disegni già disponibili on-line, tra cui 
l'originale ROBOHAND e il Cyborg Beast, incominciando a modificarli. Lo scorso febbraio Shea e la 
sua famiglia vanno a trovare il Dr. Flood all’università dove lavora e Shea prova per la prima 
volta la sua nuova mano, stampata utilizzando i suoi colori preferiti. Si trova subito bene e Flood 
dice che vederla afferrare gli oggetti con la sua nuova mano è stata una delle emozioni più belle 
della sua vita. Come ingegnere e maker, non avrebbe potuto ottenere soddisfazione più grande.
Shea prova la sua nuova mano
La stampa 3D oltre alle armi fai da te e infinite, per quanto graziose, curiosità sta iniziando a 
mostrare anche i suoi lati positivi. L’alto livello di personalizzazione che rende possibile apre 
tutto un altro mondo di oggetti fatti su misura per il singolo.
I prodotti di consumo industriali e anche i prodotti di intrattenimento culturale fino a qualche 
tempo fa venivano pensati per un pubblico indifferenziato, in cui il singolo consumatore si perdeva 
in una grande massa grigia fatta di individui indistinguibili l’uno dall’altro. I prodotti, anche 
culturali, erano altamente standardizzati e omogeneizzati per trovare il pubblico più ampio 
possibile. Non c’era spazio per le nicchie.
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La rivoluzione di Internet e del digital publishing ha liberato i consumi culturali dalla dittatura 
della massa. Nasce la lunga coda, in cui anche un pubblico ristretto diventa abbastanza importante 
da trovare il proprio spazio su mezzi di comunicazione. Eppure tutto questo ha coinvolto soltanto i 
consumi informativi e culturali. Ora invece è nata la coda lunga delle cose.
Il digital manufacturing porta fuori dal computer le potenzialità di personalizzazione dei prodotti 
fisici, esattamente come il digital publishing ha messo a disposizione a tutti (o almeno a tutti 
coloro in possesso di un computer e una connessione) gli strumenti per scrivere, editare e 
distribuire i propri contenuti editoriali.
Le protesi mediche sono state tradizionalmente un prodotto che non poteva interessare ai grandi 
produttori che guardavano ai numeri delle masse. Una protesi è un oggetto altamente personale, che 
deve essere pensato specificamente su misura per l’individuo. Le protesi non possono essere, 
ovviamente, prodotti di massa. Grazie alla stampa 3D questo tipo di prodotti può ora raggiungere le 
persone che ne hanno bisogno, a un prezzo contenuto e con il supporto di un’attiva e disponibile 
comunità online.

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