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Caro Renzi, APProfittane!
Corriere della Sera - Invisibili del 29-04-2014
 

di Marco Piazza

Lo slogan potrebbe essere: “Caro Renzi, APProfittane!” Con le prime tre
lettere del verbo volutamente in maiuscolo. E sotto due righe di testo,
in gergo pubblicitario si chiama body copy, a spiegare. “Signor
presidente del Consiglio, tu che smanetti tutto il giorno sul tuo Iphone
(o Android, per rispetto della par condicio), sai che esistono decine di
applicazioni che possono facilitare, di molto, la vita di migliaia di
persone disabili? Perché non sfrutti questa situazione?”. Visto poi che
siamo in campagna elettorale non sarebbe male azzardare anche una
richiesta concreta. Qualcosa del tipo: “Uno smartphone per tutti”.
Provocazioni a parte, è un dato di fatto, ormai, che grazie agli
straordinari progressi della tecnologia e all’esplosione delle
cosiddette app, per le persone con differenti tipi di disabilità sono
oggi possibili azioni che solo fino a qualche anno fa erano addirittura
impensabili. C’è Movie Reading, l’applicazione di cui avevamo già
scritto su InVisibili, che permettendo di scaricare le audio descrizioni
e i sottotitoli rende di fatto accessibili i film, al cinema come in tv,
a non vedenti e ad ipovedenti. E che dire di Arianna, il bastone bianco
virtuale, ideato dall’Università di Palermo e presentato pochi mesi fa
al Mit di Boston, che guida il cieco attraverso le vibrazioni del suo
palmare? Simile, nel nome e nel campo di azione, è Ariadne gps, che
trasforma in audio le informazioni delle mappe e permette così di
conoscere, in qualunque momento, la propria posizione, di monitorarla
mentre si cammina, di memorizzare punti preferiti e di essere avvisati
con un suono o una vibrazione quando, a piedi, in treno o in autobus, ci
si avvicina alla propria fermata. Bellissima l’idea e bella pure la
storia del suo inventore: Luca Ciaffoni, bolognese, che prima di
diventare ingegnere informatico aveva fatto il servizio civile presso un
istituto per ciechi. Qualche giorno dopo aver lanciato la sua app è
stato contattato dalla Apple e invitato a mostrarla nella conferenza
mondiale degli sviluppatori.

Rimanendo in Italia, ma cambiando tipo di disabilità, si può far cenno
ad un’altra storia appassionante, quella di Ferdinando Acerbi, ex
olimpionico di equitazione che si dedica alle tecnologie dal 2005,
quando dopo un incidente subacqueo è rimasto paralizzato dalla vita in
giù. Lui ha fondato H-enable con l’obiettivo di costruire applicazioni
che soddisfino bisogni concreti. La sua prima creatura, H-enable Ztl,
permette a chiunque abbia bisogno di entrare nelle zone a traffico
limitato delle città, di comunicare alle pubbliche amministrazioni il
proprio passaggio insieme ai dati identificativi. Se il Comune avrà
attivato il servizio chiunque sia autorizzato a farlo (non solo
disabili, ma anche trasportatori, tassisti) potrà accedere liberamente,
risparmiando multe o code agli sportelli.

Sono solo alcuni tra i tantissimi esempi di applicazioni che costano
pochi euro, quando non sono gratuite e che riguardano anche le
disabilità intellettive, come le applicazioni che aiutano i genitori a
comunicare con i figli autistici, di cui ci occuperemo in futuri post.

Torniamo alla campagna provocatoria da girare al presidente del
Consiglio. E immaginiamo addirittura il testo di un ipotetico disegno di
legge:

POSTO CHE lo standard internazionale ISO 9999 del 2011 stabilisce che un
ausilio è “Qualsiasi prodotto (dispositivi, apparecchiature, strumenti,
software ecc.), di produzione specializzata o di comune commercio,
utilizzato da (o per) persone con disabilità per finalità di: 1)
miglioramento della partecipazione; 2) protezione, sostegno, sviluppo,
controllo o sostituzione di strutture corporee, funzioni corporee o
attività; 3) prevenzione di menomazioni, limitazioni nelle attività, o
ostacoli alla partecipazione…

RICORDANDO POI che l’ultima edizione del nomenclatore tariffario delle
protesi e degli ausili, quell’elenco, citiamo testualmente, “di prodotti
che il servizio sanitario nazionale garantisce alle persone invalide (o
in attesa di riconoscimento dell’invalidità) per la prevenzione, la
correzione o la compensazione di menomazioni o disabilità funzionali
conseguenti a patologie o lesioni, al potenziamento delle abilità
residue nonché alla promozione dell’autonomia dell’assistito” risale al
1999 (tecnologicamente un paio di ere geologiche fa) e non prevede, ad
esempio, i software tra i prodotti erogabili…

SI STABILISCE CHE, in attesa che il nomenclatore tariffario venga
finalmente aggiornato e che alle persone con tutti i tipi di disabilità
siano (davvero) messi a disposizione gli ultimi ritrovati della scienza
e della tecnologia, il governo (o chi per lui) si impegna a pubblicare
l’elenco aggiornato di tali ritrovati e a fornire gratuitamente uno
smartphone a ciascun disabile.

Suono della sveglia e fine della provocazione. A meno che qualcuno non
abbia inventato un app che trasforma i sogni in realtà.
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