ebook Ebook, un'occasione mancata. Il fatto quotidiano del 11\06\2014. ebookIl decreto Cultura, approvato con il beneplacito di Matteo Renzi, ha confermato l?Iva al 22% per i libri elettronici. Ci risiamo, il Consiglio dei Ministri non è riuscito a dare quel colpo di reni che avrebbe segnato una svolta. Anche se il ministro dei Beni Culturali aveva lasciato intendere la sua intenzione di abbassare l?aliquota al 10%. Niente di fatto, l?Italia si è allineata all?Europa ?per non incorrere in sanzioni?? Ma cosa significa mantenere l?Iva al 22% ? In primo luogo viene sancita una differenza tra il libro cartaceo e quello elettronico: il primo con Iva al 4%, il secondo con Iva al 22%. E questo si traduce in una penalizzazione delle vendite in un mercato, quello dell?editoria, che vede l?Italia già fanalino di coda in Europa. E poi pone un freno a quella che potrebbe essere una vera ?rivoluzione? per la diffusione della lettura a un costo ?equo & solidale?. Oggi, secondo i dati diffusi in questi giorni da Netcomm, negli acquisti online l?editoria vale solo l?1,9%, una pulce rispetto agli altri Paesi, in particolare la Gran Bretagna dove l?e-book corre. Ma la vera domanda è perché l?Europa penalizza l?editoria digitale? Chi ha interesse a frenare il settore? In questo momento, oltre ai lettori, vengono penalizzati gli editori italiani che sono costretti a proporre gli e-book con Iva al 22%, mentre Amazon, che ha sede in Lussemburgo, propone gli e-book con l?aliquota variabile a seconda del Paese, come è spiegato nel loro sito, ma per i contenuti digitali per Kindle -ovvero gli e-book in formato proprietario per l?e-reader del colosso americano- l?aliquota è al 3%. Come è possibile? E? il solito gioco delle tre carte, generato principalmente dalla confusione che vige nelle leggi europee. A quanto pare gli eurodeputati non sono ancora riusciti a comprendere la differenza tra e-book (il file o libro elettronico) e l?e-reader (lo strumento che consente di leggere gli e-book). Questa confusione si traduce in leggi che consentono a diversi operatori di vendere gli stessi prodotti con aliquote IVA differenti. Inoltre, alcuni Paesi europei hanno scelto di contravvenire alle leggi europee, applicando agli e-book un?aliquota più bassa beccandosi la reprimenda dell?Unione ma favorendo i lettori e la circolazione dei libri. Anche se a volerla dire tutta gli editori potrebbero abbassare i prezzi di vendita degli e-book visto che i costi di un libro elettronico sono sicuramente inferiori a quelli dell?equivalente cartaceo. Con l?e-book vengono eliminati: il costo della carta, della stampa e della distribuzione. Cosa rimane? Il diritto d?autore, la realizzazione dell?e-book e ovviamente i costi fissi di gestione. L?e-book è dunque uno scossone alla filiera dell?editoria che fino ad oggi è stato un gigante dai piedi di argilla, con fatturati che spesso sono stati calcolati sui libri stampati e non su quelli venduti; con libri che vanno e vengono dall?editore ai distributori alle librerie per poi tornare sotto forma di resi alla casa editrice e poi al macero (sic!). E bisogna tener presente che in Italia ci sono poi anche casi nei quali, ad esempio Mondadori e Feltrinelli, l?editore fa tutto: pubblica, distribuisce e vende. Insomma una gran confusione che rende il mercato un pachiderm e l?e-book sicuramente potrebbe riuscire a modificare profondamente questa situazione. Ma forse per l?Italia, o meglio per il sistema, non è ancora arrivato il tempo della rivoluzione digitale. www.ilfattoquotidiano.it/2014/06/11/e-book-unoccasione-mancata/1023727/ www.ilfattoquotidiano.it/2014/06/11/e-book-unoccasione-mancata/1023727/ __._,_.__Torna all'indice