horus
Horus, occhiali "hi-tech" per i non vedenti
Corriere Comunicazioni.it del 25-11-2014
 

Il dispositivo consente ai disabili di avere un assistente personale
elettronico che li supporti nelle azioni quotidiane. In campo giovani
ricercatori dell'Università di Genova.

di Massimo Canorro

Sul portale del progetto, sostenibile attraverso una campagna di
crowdfunding, si specifica che ?Horus al momento è un prototipo e nel
2015 inizieremo delle fasi di test con i potenziali utenti?. Horus è un dispositivo che
consente ai non vedenti e ipovedenti di avere un assistente personale
elettronico
che li supporti nella quotidianità. Frutto del lavoro di un giovane team
multidisciplinare di ricercatori composto (collaboratori esclusi) da
Saverio Murgia,
Luca Nardelli e Benedetta Magri, ?nasce dall?esperienza mia e di Luca
nell?ambito della visione artificiale applicata ai sistemi robotici,
congiuntamente alla volontà di utilizzare queste tecnologie per migliorare la qualità
della vita di persone che non possono usare un senso importante come la
vista?,
spiega Murgia. Quindi chiarisce il suo intento: ?Il maggior problema che
vogliamo risolvere è la limitata indipendenza che spesso persone cieche
e ipovedenti devono affrontare, e per raggiungere questo obiettivo vogliamo
realizzare un dispositivo che non necessariamente sostituisce gli
strumenti già in uso,
ma si posiziona al di sopra offrendo assistenza su più fronti e
risolvendo diverse criticità?. Forte di un?idea che è già stata premiata
al Contest idea
challenge organizzato in Olanda da Eit Ict Labs, un?iniziativa
dell?istituto europeo dell?innovazione e della tecnologia appoggiata
direttamente dall?Ue,
Murgia descrive il funzionamento di Horus.

?Questo dispositivo viene indossato agganciando una parte agli occhiali,
dove si trovano i sensori e il meccanismo di conduzione ossea per
comunicare con
l?utente, e ponendo in tasca l?unità di elaborazione e batteria. Durante
l?utilizzo è possibile navigare un menu utilizzando dei pulsanti oppure
utilizzando
i comandi vocali. Horus, al pari di un assistente personale, può
rispondere a questi comandi vocali guidando l?utente nel suo utilizzo?.
Qualche esempio
pratico? ?Un esempio sono le indicazioni per il posizionamento di un
libro durante la sua lettura. Oppure l?aiuto nel trovare attraversamenti
pedonali,
riconoscere volti e descrivere quelli di persone nuove, individuare
oggetti. In qualsivoglia situazione il funzionamento è come sarebbe se
si stesse parlando
con una persona che assiste?, risponde Murgia.

Un progetto, quello che questi giovani universitari genovesi stanno
portando avanti, non circoscritto però al territorio nazionale.
?Sicuramente ci espanderemo
all?estero, dove già abbiamo riscontrato molto interesse. Abbiamo deciso
di iniziare dall?Italia poiché qui abbiamo un network più esteso e per
noi si
è rivelato più facile iniziare questa affascinante impresa?, conclude
Murgia.
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