privacy L'importanza della difesa della privacy Francesco Melis su uictech, 15\03\2015, h. 12.35. Un interessante articolo che rimarca ancor più l'importanza della difesa della privacy su Internet. Altro che "tanto io non ho niente da nascondere"... come sostengono tanti ingenui. Da Repubblica del 15 marzo 2015 www.repubblica.it/tecnologia/social-network/2015/03/14/news/facebook_pubblicita_pompe_funebri-109512849/?ref=HREC1-27 Scopre di avere un cancro, su Facebook trova la pubblicità delle pompe funebri: "Scandaloso" Daniel Kapp, 46 anni, ha appena saputo di avere un tumore. Così si informa sul web. E subito dopo sul suo profilo compaiono ripetutamente annunci di agenzie di pompe funebri. La storia è raccontata dal Daily Mail di ROSITA RIJTANO Scopre di avere un cancro, su Facebook trova la pubblicità delle pompe funebri: "Scandaloso" Ricevere una pubblicità molesta, inopportuna e "scandalosa"? Succede ai tempi di Internet, dove tutto è confezionato su misura per te, persino troppo. Il colpevole è Facebook, mentre il bersaglio è in carne e ossa. Si chiama Daniel Kapp. E dopo aver scoperto di avere un tumore, ha visto sulla bacheca del suo profilo social proliferare gli annunci pubblicitari di servizi per la sepoltura. Senza nemmeno riuscire a rimuoverli. Tutto ha inizio il mese scorso, spiega il Daily Mail, che ne racconta la storia, quando i medici diagnosticano a Kapp la malattia. E lo informano: ha un cancro alla prostata. Un duro colpo per il 46enne, consulente strategico di un'azienda austriaca. Così inizia la sfida più importante della sua vita. Come le inevitabili ricerche online e le nottate trascorse a setacciare il web. Con l'obiettivo di ottenere conforto e soprattutto informazioni sul suo attuale stato di salute. Una decisione dalle conseguenze inimmaginabili e immediate. Appena il giorno dopo, infatti, aprendo Facebook, l'uomo ha una sorpresa. Sulla sua news feed fanno capolino dei nuovi messaggi promozionali. "Siamo qui per aiutarvi", dice lo slogan dell'annuncio, che sullo sfondo ha due signori anziani, sorridenti e distesi su un prato. Poi la scoperta della beffa: si tratta di un'agenzia locale di pompe funebri. "Sono rimasto sconvolto nel vedere che cosa appariva sul mio schermo", racconta Kapp al tabloid britannico. "Una réclame completamente insensibile, e ogni volta che ho cercato di cancellarla, compariva di nuovo". Il consulente è talmente scosso da lanciare un tweet ironico, dove scrive: "Dopo che ho dichiarato apertamente di avere il cancro su Fb, ho cominciato a ricevere gli annunci di pompe funebri #wtf #epicfail". Ma la questione è ben più seria. Kapp è indignato, accusa Facebook per l'uso che ha fatto dei suoi dati personali. Con l'intento di servirgli pubblicità su misura, cosiddette comportamentali. E aggiunge: "Penso sia semplicemente di cattivo gusto e scandaloso, sembra che chiunque cerchi informazioni su Google, usando parole chiave come 'aspettative di vita' e 'cancro', possa ricevere contenuti inappropriati sui social network". Una totale mancanza di tatto, che - stando a quanto riferito da alcuni media locali austriaci - ha lasciato basite persino le compagnie funebri, inconsapevoli protagoniste delle pubblicità moleste. "Posso confermare: queste cose non dovrebbero mai accadere", avrebbe detto un loro portavoce. Un'insensibilità digitale che trova le sue radici tecnologiche nei cookie, il meccanismo usato dall'azienda di Palo Alto per seguire i movimenti dei suoi utenti. Persino se in quel momento stanno navigando altrove. Basta il login sulla piattaforma dallo stesso browser e il gioco è fatto. Lo scopo è naturalmente "fornire advertiser interessanti". Ma si rischia una involontaria crudeltà. Facebook non è, di certo, il solo a sfruttare queste tecniche. Giusto per dare un'idea: secondo uno studio di Tim Libert, ricercatore della Pennsylvania University, la maggior parte dei siti di salute statunitensi - sia governativi sia for profit - sono caricati con metodi di tracciamento che inviano le richieste ricevute a giganti del web del calibro di Google, Pinterest e lo stesso Facebook. Un problema non da poco se si tiene conto che il 70 per cento delle volte i dati trasmessi "contengono informazioni che espongono specifiche condizioni, trattamenti e malattie". C'è un modo per evitare questa persecuzione digitale? Una gestione è possibile andando sul sito della European Interactive Digital Advertising Alliance, l'organizzazione che permette di regolare la pubblicità comportamentale in Europa. ------------------------------------ ------------------------------------Torna all'indice