ausili
Hi tech ma economiche: ecco le invenzioni che migliorano la vita dei disabili 
Redattore Sociale del 22-05-2015

Dal braccio meccanico che aiuta nei movimenti al telecomando che
controlla gli elettrodomestici in casa. Nell'ultimo numero del mensile
SuperAbile Inail le idee tecnologiche e alla portata di tutti, pensate
per semplificare la vita delle persone con disabilità.

ROMA. Supertecnologiche ma economiche, e soprattutto pensate insieme
alle persone che devono usufruirne. Sono le innovazioni che migliorano
la vita dei disabili. Ausili a basso costo e ad alta specializzazione,
realizzati da gruppi di professionisti e di persone disabili, che
riescono con semplicità a risolvere i problemi legati alla
quotidianità. A loro è dedicata l?inchiesta del numero di maggio di
SuperAbile Inail.

Da Tina la robottina a Mando: così si semplifica la vita delle persone
con disabilità. Se all?inizio gli ausili per disabili erano
soprattutto fai da te, pensati in casa dai familiari per aiutare il
parente in difficoltà, oggi sono gruppi di designers e progettisti che
si dedicano allo studio di queste nuove tecnologie. E nell?inchiesta
di Michela Trigari e Antonio Storto, sono tante e diverse le
esperienze raccolte. Si parte da Torino dove il consorzio Kairos, ha
dato vita ad Hackability, la prima gara ?non competitiva? per la
realizzazione di strumenti innovativi a basso costo ma ad alta
tecnologia. Un mese dopo, le idee emerse sono state trasformate in sei
prototipi pronti a soddisfare altrettante esigenze personali. Tra
queste c?è ?Tina la robottina?, un braccio meccanico pensato per
aiutare Giulia, una ragazza di 13 anni che si sposta in carrozzina
elettrica per via dell?artogriposi, una malattia rara che le impedisce
di usare braccia e gambe e la costringe su una carrozzina elettrica.
Ai progettisti del Fablab di Torino Giulia ha chiesto di realizzare un
marchingegno che le consentisse di mangiare in autonomia, senza
sentirsi troppo osservata da amici e familiari. E nata così?Tina la
robottina?, che è stata poi installata direttamente su un lato della
sedia a ruote, e ora le consente di eseguire una serie di movimenti
molto precisi. C?è poi ?Movitron? un carillon geolocalizzante nato per
rispondere alle esigenze di Samuele, un bambino cieco dalla nascita
che per camminare ha bisogno di un corrimano dotato di sensori di
movimento, messo a punto dalla Lega del Filo d?oro. Il problema, come
spiega il padre Andrea ?è che l?apparecchio è troppo pesante per
essere spostato?. La risposta è stata questo speciale carillon che,
inserito in una scatolina, può essere trasportato pressoché ovunque.
Tra le altre idee messe a punto c?è ?Mando?, un telecomando universale
che, grazie all?uso combinato di infrarossi e radiofrequenze, può
controllare in remoto ogni tipo di elettrodomestico e apparecchio
radiotelevisivo; ?Manipola?, una manovella da forno per non vedenti
con i simboli posti in rilievo, e una plancia ergonomica che, grazie
alle fessure per le mani, permette alle persone con disabilità motoria
di spostarsi dalla carrozzina al sedile della macchina. Idee
innovative sono state presentate anche al Maker Faire di Roma, un
concorso dedicato agli artigiani digitali. Tra gli ausili pensati per
la disabilità la protesi in plastica 3D realizzata dal Fablab di
Genova per una bambina senza una mano e il prototipo di un braccio
azionato dagli impulsi celebrali attraverso un caschetto wireless. E
poi ancora: Too Wheels una sedia a ruote da auto-costruire pensata per
gli amanti dello sport. Tutte soluzioni realizzabili spendendo al
massimo poche centinaia di euro.

Una mano robotica per ricominciare. Anche la copertina del magazine è
dedicata a un?innovazione tecnologica: Softhand, la prima mano
robotica sensibile, tutta made in Italy. Un progetto di tecnologia
avanzata, realizzato grazie alla collaborazione tra l?Inail e
l?Istituto italiano di tecnologia. Precisa nei movimenti, proprio come
se fosse vera, la mano artificiale sarà disponibile a partire dal
2017, alla fine della fase di sperimentazione con i pazienti del
Centro protesi Inail di Vigorso di Budrio. Ma il suo prototipo è già
stato testato con successo da Marco Zambelli, un invalido Inail,
amputato a un braccio all?età di 15 anni, in seguito a un infortunio
sul lavoro come operaio. Da circa quattro mesi il sessantenne è il
collaudatore ufficiale di SoftHand. ?Ho perso un braccio quando ero
poco più di un ragazzino, di conseguenza le protesi hanno sempre fatto
parte della mia vita ? afferma -?. Ma solo oggi torno a vivere come se
avessi di nuovo entrambe le mani?.
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