spioni Programmi anti-antivirus Art. commentato inviato da Francesco Melis su uictech, 24\06\2015, h. 15.13. L'articolo che segue tratta le incursioni della NSA, che ormai quasi non fanno più notizia, per aggredire stavolta i software antivirus. Si badi bene, i software antivirus ed antimalware, non i virus stessi, che sarebbero il vero nemico dei computers. A costoro, in effetti, dei danni provocati dai virus non frega un emerito. A costoro interessa molto di più come fare a scardinare le difese antivirus ed antimalware dei computers nei confronti di virus e software dannosi. Ciò permette loro di avere quindi libero accesso ai computers di chiunque. La lettura dell'articolo mi ha suscitato qualche riflessione. 1) non sono stati oggetto di attacco gli antivirus americani ed inglesi. Da ciò io ne deduco, opinione personalissima, che gli antivirus ed antimalware americani ed inglesi non hanno bisogno di essere hackerati dalla NSA perché a questi già gli hanno imposto di fabbrica di predisporre e lasciare a loro disposizione delle "backdoors" per entrare come e quando loro aggrada nei computers degli utenti nei quali sono installati questi softwares. 2) Altra riflessione che mi è venuta si ricollega ad un fatto che osservai già molto tempo fa. Quando si scarica un programma da Internet si può fare sostanzialmente in due modi, o dal sito ufficiale del produttore del programma, e se il programma è di tipo Open Source da uno dei depositi ufficiali tipo SourceForge, oppure da qualcuno dei tanti sedicenti "servizi" di download tipo Softonic e similari. Ebbene ho osservato in passato che lo stesso programma, stessa versione, se veniva scaricato dal sito ufficiale aveva una certa dimensione in bytes mentre se veniva scaricato da uno di questi sedicenti depositi aveva una dimensione diversa. Adesso mi è tutto molto più chiaro. I programmi scaricati da siti che fanno questi graziosi regali di far scaricare software sono stati opportunamente trattati per i loro scopi reconditi. O sono loro stessi che ci ficcano dentro spyware e quant'altro oppure si sono resi docile strumento di questi che hanno come loro scopo principale nella vita di ficcare il naso nei fatti degli altri. 3) altra riflessione, un po' più sociologica. Se questi hanno accesso praticamente a tutti i computer del mondo ed hanno gioco facile a carpirne le informazioni come si può pensare di competere nel mercato con le aziende dei paesi degli spioni, quando qualcuno da qualche parte del mondo ha un'idea sfruttabile commercialmente, se gli spioni rubano i segreti industriali e li passano gentilmente e gratuitamente alle imprese dei loro paesi? Ovviamente fra questi segreti ci possono essere segreti industriali, militari, governativi e trovo molto sbilanciata una negoziazione in cui uno dei contraenti già sa prima di cominciare a parlare quello che ha in mente di fare l'altro. 4) Spesso sento dire e commentare, rispetto alle problematiche della sicurezza e privacy: "io non mi preoccupo perché non ho niente da nascondere". D'accordo, in questa lista sicuramente c'è solo gente che ha la coscienza a posto, e, ne sono certo, nessuno ha mai scaricato una canzone, o un film, o un programma con emule o torrent. Penso infatti alle persone che albergano altrove che scaricano a manetta di tutto e di più. Costoro, mi chiedo, ci pensano o no che anche loro, e per primi, per esempio attraverso i servers fasulli di emule, sono spiati, e che quello che scaricano magari potrebbe danneggiare una ditta americana o inglese e che se a questi gli gira ci mettono un quarto di secondo per farli piangere molto amaramente? Articolo: www.repubblica.it/tecnologia/sicurezza/2015/06/23/news/datagate_ecco_il_programma_camberdada_kaspersky_e_altri_antivirus_nel_mirino_dell_nsa-117522788/?ref=HREC1-1#gallery-slider=117534305 Kaspersky e altri antivirus nel mirino dell'Nsa: il programma Camberdada Anche due società italiane, Viritpro e Novisrusthanks, fra i bersagli delle agenzie di spionaggio statunitense e britannica: l'obiettivo era proiettarsi sempre un passo avanti a chi protegge i nostri computer tracciando gli utenti e individuando le vulnerabilità dei programmi che bloccano malware e intrusioni di SIMONE COSIMI 23 giugno 2015 LA FAMIGERATA coppia Nsa-Gchq, composta dalle agenzie di intelligence di Stati Uniti e Gran Bretagna, aveva messo mani e occhi anche sugli antivirus. Quei programmi che ciascuno di noi ha installato sul proprio computer, magari trovandoceli già montati al momento dell'acquisto o scaricandoli e comprandoli più avanti. Software che servono a proteggere la macchina da virus, malware, a bloccare l'accesso a siti malevoli nel corso della navigazione su internet, insomma sentinelle che nel corso degli anni si sono arricchite di numerose altre funzioni per l'ottimizzazione dei pc. Nuovi documenti diffusi dal sito The Intercept fondato dal giornalista Glenn Greenwald, e procurati dall'ex consulente informatico Edward Snowden rifugiato in Russia, raccontano ora dell'ennesima operazione che continua a comporre il puzzle Datagate. Nome in codice: Camberdada. In sostanza le agenzie governative avrebbero utilizzato diverse tecniche di reverse engineering per ficcare il naso non solo nei segreti delle compagnie di sicurezza - monitorando enormi quantità di dati in ingresso e in uscita fra il software distribuito sui pc dei clienti e i server aziendali - ma anche nel funzionamento dei loro programmi. L'obiettivo dell'operazione, avviata fin dal 2008, era dunque rimanere sempre un passo avanti ai colossi dell'antivirus per capire come evitare i filtri e su quali strumenti informatici puntare per condurre le azioni di spionaggio internazionale. Ma anche tracciare gli utenti. Attacchi veri e propri dei quali sarebbero state vittime ben 23 società, nessuna delle quali statunitense o britannica. Rimangono infatti fuori nomi come McAfee, Symantec e Sophos. C'è però la famosissima russa Kaspersky Lab, il cui capo Eugene Kaspersky aveva non a caso denunciato settimane fa attraverso un post sul blog ufficiale infiltrazioni dietro alle quali sospettava si nascondesse un attacco di Stato. "Una delle compagnie più citate nei documenti è Kaspersky - si legge nel servizio firmato da Andrew Fishman and Morgan Marquis-Boire - con 270mila clienti aziendali e 400 milioni di utenti privati". Non basta. Sembra che le compagnie abbiano anche avuto accesso ad e-mail interne nelle quali gli esperti e gli ingegneri del gruppo segnalavano e discutevano di nuovi virus e vulnerabilità, nonché di come contrastarli. L'utilità di un lavoro del genere è insomma lampante: gli antivirus hanno spesso elevati privilegi di accesso ai sistemi operativi dei computer. Vale a dire, sono delle ricche fonti d'informazione da utilizzare non solo in termini di spionaggio ma anche di hacking. "Un gioco in stile gatto e topo" lo definiscono efficacemente i giornalisti di The Intercept, nel quale le agenzie tentano di scoprire punti deboli e falle degli antivirus e i produttori cercano a loro volta di tenere alla larga i servizi segreti da simili incursioni. Nel dettaglio, secondo una richiesta di rinnovo di un'ordinanza datata 2008 hanno fatto ricorso per garantirsi copertura legale rispetto a violazioni del copyright del software), l'agenzia britannica vedeva Kaspersky come un ostacolo alle sue operazioni di hacking, manifestando così la necessità di neutralizzare il problema. D'altronde proprio la compagnia russa aveva svelato lo scorso febbraio l'esistenza dell'organizzazione Equation Group, un team di spionaggio internazionale che sosteneva poter essere stato messo in piedi proprio dall'Nsa, "probabilmente uno dei più sofisticati gruppi del mondo" responsabile di blitz informatici nei sistemi di governi, eserciti, compagnie tecnologiche, centrali nucleari e centri media di 30 Paesi. Fra le tante compagnie finite nel mirino di Nsa e Gchq anche le italiane Tg Soft (indicata nel documento come Viritpro) e Novirusthanks. Insieme a loro la finlandese F-secure, la romena Bit-Defender, la polacca Arcabit, la cinese Antiy, l'israeliana eAladdin, la ceca Avast (il cui antivirus free è uno dei più utilizzati, anche in Italia) e molte altre. "È estremamente preoccupante che le organizzazioni governative si preoccupino di colpirci anziché concentrarsi contro i legittimi avversari - hanno commentato da Kaspersky - lavorando per boicottare i software di sicurezza che ci proteggono. Tuttavia non è una sorpresa. Abbiamo lavorato duro per proteggere i nostri utenti da tutti i tipi di nemici. Fra questi rientrano sia i comuni cybercriminali che le operazioni di cyberspionaggio da parte degli Stati".Torna all'indice