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Dibattito	\Apple presenta la sua nuova gamma di sonniferi?
Dal blog di attivissimo e Arturo Tomaselli su universal-access.

11\09\2015.

L'articolo di Attivissimo introdotto da Massimiliano Matteoni:

complimenti al blogger  paolo attivissimo per l'ottimo e, secondo me, condivisibilissimo riassunto 
della presentazione  di ieri dei nuovi prodotti apple.

buona lettura!

Ieri Apple ha presentato i nuovi Watch e iPhone, un Apple TV potenziato, e un iPad gigante con 
tastiera e stilo. Saranno disponibili tra poco, costeranno un botto, e saranno come al solito i 
migliori di sempre. Come tutte le altre volte, ma stavolta con più sonniferi: è stato il Keynote 
più noioso della storia delle presentazioni Apple. Di novità reali, rivoluzionarie, manco l'ombra.

Ecco, vi ho appena fatto risparmiare due ore della vostra vita e tutto il tempo che avreste passato 
a leggere le recensioni dei prodotti Apple che appestano in queste ore tutti i siti dell'universo 
conosciuto. Recensioni che sono la fase finale di un ciclo acchiappaclic che frutta un pacco di 
soldi pubblicitari ai siti e li trasforma in grancasse promozionali per Apple: qualche settimana 
prima del Keynote si pubblicano gli articoli di ipotesi su come saranno i nuovi prodotti; poi si 
pubblicano quelli sulle indiscrezioni su come saranno; poi si mette online la raffica di articoli 
su come sono realmente. E intanto il contatore dei clic corre.

Posso dirlo una volta per tutte? Sono un utente Apple da anni, uso Mac come laptop e computer 
fisso, e non me ne frega niente delle ipotesi, delle indiscrezioni e delle congetture su come 
potrebbero essere i prossimi prodotti Apple. Chiamatemi quando si sa come sono realmente e 
piantatela di fare le puttane di Apple.

Tanto per dirvi a che livelli di ridicolo inconsapevole siamo arrivati, ieri è stato presentato 
l'iPad Pro, che è un iPad più grande, al quale si abbinano una tastiera e uno stilo. Risoluzione 
spettacolare, estetica al top, certo, ma lasciatemi scappare uno sbadiglio cosmico. È un bel tablet 
con tastiera, tutto qui, eppure Apple l'ha annunciato come se fosse stata la Terza Tavola della 
Legge portata da Mosé. E il pubblico ha applaudito entusiasta.

Ma guardate questa vignetta di Joel Watson, che risale al 2012, e se siete fanboy di Apple, datevi 
una ridimensionata.

?

?

?

Ballmer: Lo chiamiamo Surface ["superficie"].

Pubblico: Buuuuu! Il tuo iPad fa schifo.

Ballmer: Non è un iPad! È un Surface.

Pubblico: Succhiami la superficie! Quella del mio uccello!

Ballmer: Ha un supporto estraibile e anche un portabicchiere.

Pubblico: Il tuo iPad fa schifo lo stesso.

Ballmer: Ehi, amico, vaffanculo! Abbiamo messo una tastiera direttamente nella copertina! Tra tre 
anni, quando Apple ce lo copierà, voi stronzi penserete che sono dei geni.

Pubblico: Facci il ballo della scimmia!

WWDC 2015 - Tim Cook: Lo chiamiamo Smart Cover Touch, e crediamo che lo amerete.

Pubblico: Lo avete inventato voi!

Tim Cook: Sì, sì, lo abbiamo inventato noi.

Più seriamente, temo che l'iPad Pro sia un nuovo passo in avanti nella strategia di Apple per 
eliminare definitivamente il computer, nel senso di personal computer, quello sul quale siamo 
liberi di far girare le applicazioni che vogliamo, e spingerci sempre di più verso dispositivi 
chiusi, sui quali possiamo eseguire soltanto le applicazioni che vuole Apple, il cui modello di 
business è sempre più quello della Gillette: non vendere dispositivi per la produttività personale, 
ma vendere dispositivi che inducano i clienti a comperare servizi. Naturalmente servizi venduti da 
Apple.

E questa strategia va benissimo a molti degli altri attori coinvolti: pirateria del cinema? Non 
sarà più un problema, se su un iCoso girerà soltanto il media player con DRM (sistemi anticopia) e 
i video senza DRM verranno bloccati o degradati. C'è Adblock che blocca le pubblicità invadenti? 
Per contrastare questo crimine basterà non approvarlo nell'App Store.

Circolazione di documenti scottanti? Non sarà più un rischio, se sull'iCoso gireranno soltanto le 
applicazioni di lettura documenti benedette da Apple (che magari chiameranno Cupertino per 
informare su chi ha letto cosa e quando e dove l'ha fatto).

Comunicazioni riservate che impensieriscono inquirenti o governi, come quello americano o 
britannico? Problema risolto, se sull'iCoso gireranno solo le app di messaggistica approvate e con 
chiave di decifrazione centralizzata. Considerate, tanto per fare un esempio, che già ora WhatsApp 
scambia i messaggi cifrandoli nella versione Android, mentre in quella iOS sono in chiaro.

Un dispositivo digitale non aperto, sul quale si possa esercitare un controllo ferreo, conviene 
insomma a tanti. Era l'aspirazione alla base del contestatissimo Palladium/Trusted Computing di 
Microsoft, ai tempi in cui Microsoft era il colosso monopolista e Apple si presentava come la 
paladina del libero pensiero. Come si cambia.

Ma per arrivare al controllo bisogna eliminare il personal computer, troppo libero, troppo aperto, 
troppo flessibile e riprogrammabile. Per eliminarlo non servono leggi o sequestri: basta 
disabituare gli utenti. Pian piano e con il sorriso.

Guardate i giovani di oggi: sanno usare un iPhone perché l'hanno da sempre. Per loro passare a un 
iPad è naturale: stesse icone, stessa interfaccia, stessa filosofia. Passare a un PC o a un Mac, 
per loro che non ne hanno mai usato uno, è uno sforzo di apprendimento massiccio (santo cielo, chi 
usa iOS non vede neppure il filesystem e trova alieno il concetto di cartella, figuriamoci path e 
directory, o di salvare i dati): ditemi voi perché dovrebbero farlo, ora che c'è un super-tablet 
che ha una tastiera e un dispositivo di puntamento di precisione? L'iPad è un complemento al 
computer; l'iPad Pro è un sostituto. Un Mac o un PC, per chi ha oggi undici o dodici anni e non ha 
memoria di come fosse il mondo prima degli iCosi, sono inutilmente macchinosi e arcaici come lo è 
per me una macchina per scrivere.

Dal loro punto di vista, per quale motivo questi giovani cresciuti a pane e iOS dovrebbero faticare 
per imparare a usare un PC o un Mac, con tutte le sue bizzarrie e infettabilità, specialmente 
adesso che c'è un iPad da 13 pollici con tastiera che fa le stesse cose di un PC/Mac, ma senza 
tutte le complicazioni di un PC/Mac? Un iPad, se non viene sottoposto a jailbreak, è una 
piattaforma che non s'infetta, si aggiorna automaticamente, salva i dati automaticamente nel cloud. 
E alla maggior parte della gente rinunciare alla libertà di installare quello che si vuole in 
cambio di una maggiore sicurezza e semplicità (e dei dati personali) va benissimo.

Ricordate Cory Doctorow e il suo monito sulla guerra in atto contro il computer universale? Provate 
a rileggere le sue parole di qualche anno fa e chiedetevi, senza inutili complottismi, se aveva 
ragione.

Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene 
inclusa questa dicitura
La critica di Arturo Tomaselli su universal-access:
(omissis)
è già da tempo che non riesco più a sopportare il furore dietrologico di Attivissimo, ed anche in 
questo caso non è mancato all'appuntamento. Questo del controllo assoluto del grande fratello sul 
genere umano è una costante che attraversa tutto il suo pensiero da sempre: questa volta ad 
ispirarlo è bastata la presentazione dell'iPad pro, con stilo e tastiera, perché sarebbe un passo 
per il progressivo superamento dell'oggetto computer e dunque della libertà soggettiva della 
configurazione. Infatti scrive:
inizio citazione
"Per arrivare a proporre il controllo totale senza che ci sia opposizione bisogna prima togliere di 
mezzo il personal computer, troppo libero, troppo aperto, troppo flessibile e riprogrammabile. Per 
eliminarlo non servono leggi o sequestri: basta disabituare gli utenti a usarlo. Pian piano e con 
il sorriso."
Fine citazione
Ho riportato questo brevissimo stralcio perché alla fine mi è sembrato ilpunto centrale della sua 
polemica complottista, e menomale che lui stesso ricorda i tempi in cui invadeva la rete con le 
allarmistiche discussioni sul TPM; ora dice che le cose sono cambiate e che Apple, con i suoi 
dispositivi chiusi, sui quali girano soltanto le applicazioni approvate, che non servirebbero per 
la produttività personale, ma soltanto per la vendita di servizi prodotti dalla stessa Apple, che 
eserciterebbe il controllo sulle attività di milioni e milioni di utenti, controllati nelle 
attività di svago, perché sarebbe inibita la visualizzazione di video senza DRM, Cupertino sarebbe 
informata persino di ciò che leggono e dove leggono, dove vanno, quali contenuti condividono sui 
social e attraverso le app di messagistica, come se la storia di questo mondo si scrivesse sul 
mondo del cazzeggio di whatsapp e facebook.
Ma voglio riportare un'altra perla delle sue fobie, che non trovate nell'articolo, ma dovrete 
cercare nei commenti; è un po'lunghetto, ma è necessario leggerlo. Egli dunque scrive:
Inizio citazione:
Per chi chiede prove di questa progressione anti-utente:
-- La musica sui dispositivi iOS si installa passando solo da iTunes. Perché non la posso 
semplicemente copiare come negli altri lettori MP3?
-- iPhone, iPad nascono con la batteria sigillata. Poi arrivano gli Air: batteria sigillata, ma è 
necessario per ridurre gli ingombri. Poi la batteria sigillata arriva sui Macbook Pro. Poi anche 
Nokia e Samsung iniziano a sigillare le batterie. Messaggio di fondo: disincentivare l'utente a 
intervenire. A fine vita batteria, conviene comperare un dispositivo nuovo, perché togliere i 
sigilli costa ed è complicato. E noi (me compreso) accettiamo e compriamo.
-- iOS, da sempre, accetta solo app approvate da Apple. Se voglio metterci qualcosa di non 
approvato, devo jailbreakare. Ho ceduto il controllo del mio dispositivo a terzi, e questo a molti 
sta bene (a me no). Perché Apple non offre l'opzione "installa da sorgenti sconosciute" come fa 
Android? In nome della sicurezza o in nome del controllo?
-- Questo genere di aspirazione al controllo non è prerogativa di Apple. Ce l'hanno un po' tutti: 
Lenovo con app taroccate nel firmware, Samsung con DRM nei media player e bloatware non rimovibile 
nei cellulari, tutti i produttori che stanno progressivamente abituandoci a usare solo i loro store 
per il software.

In sintesi, man mano ci stiamo abituando all'idea che i dispositivi che usiamo non siano 
manutenibili liberamente da noi anche quando potrebbero benissimo esserlo. Ci stiamo abituando 
all'idea di non avere controllo su quello che facciamo, leggiamo o consumiamo sui nostri 
dispositivi.

Non sto dicendo che il controllo totale sia realisticamente fattibile e che ci sia un malefico 
piano per implementarlo: è semplicemente una tendenza, una convergenza d'interessi comuni a danno 
di noi utenti, che osservo e che francamente vorrei tentare di prevenire.

fine citazione.

Qui ognuno può attingere alla propria esperienza d'uso del o dei propri dispositivi per concorrdare 
o dissentire; personalmente sostituii la batteria rimovibile di un Nokia pagandola ?60 ed ho invece 
sostituita la batteria dell'iPhone con ? 39, lavoro compreso.
E' vero che posso usare soltanto app approvate, ma a me sembra che tale approvazione attenga a 
garanzie di sicurezza e non certo al controllo sui contenuti. Potrei fare molti esempi, ma guardate 
soltanto la questione dei video: nativamente l'iPhone potrebbe leggere soltanto gli mp4, ma poi 
l'appstore vi mette a disposizione un'infinità di app che vi consentono di leggere qualsiasi 
formato.
La questione della musica che si può caricare soltanto tramite itunes è vera, in compenso però 
Apple vi realizza un sistema di gestione della libreria musicale a prova di cretino.
Certo ha ragione quando individua una generazione ormai incapace di approcciarsi al computer, 
perché ha l'iPhone da sempre e perché il passaggio all'iPad sarà del tutto naturale. Ci sarebbe da 
chiedersi cosa ci sarà di tanto strano in questo da metterlo in allarme. Purtroppo Trascura 
un'altra molto più ampia fascia di esseri umani: gli ultra cinquantenni, sessantenni e perché no, 
anche settantenni ormai che il tablet ha felicemente liberato dal computer,dai suoi labirinti di 
sistema, registro, memoria, dai crash incomprensibili, da tutto quanto banalissimo, ma che 
richiedeva l'iontervento del solito tecnico che gli vendeva come intervento da grande guru la 
semplice manovra di riavvio della macchina. E poi costoro oltretutto si sono accorti che con in 
mano un iPad fanno oggi molto molto di più di quanto sapessero ottenere da un computer, con 
un'interfaccia umana, per niente subordinata a quelle specifiche conoscenze discriminanti e 
frustranti.
Allora di quale libertà stiamo parlando: di quella dei pochi che sanno smanettare, libertà che solo 
Attivissimo vede in pericolo o quella dei tanti che finalmente possono vivere una reale 
democratizzazione dei contenuti? Io sono disposto a difendere la libertà di Attivissimo, a patto 
però che ci si sforzi di osservare la realtà per quello che oggi è, e non per quello che potrà 
essere tra x anni, perché questo altrimenti mi sembra un mero esercizio da intellettuale fine 
novecento.
Oggi prodursi in previsioni anche sull'arco di cinque anni, diventa un vero azzardo, come i fatti 
hanno dimostrato.
Avrei molto altro da scrivere, ma poi a chi interessa?
Tutto questo per dire che a me l'articolo di Paolo Attivissimo non mi è piaciuto. 
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