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Firma Digitale accessibile di Poste e breve storia.
Nunziante Esposito su uiciechi.it, 2015-09.

Con sviluppi molto repentini, anche noi disabili visivi possiamo usufruire, in modo sempre più 
appropriato, delle nuove tecnologie. E questo, ci aiuta tantissimo a vivere molto meglio la nostra 
disabilità.

A tal proposito, vedi tutti gli apparecchi mobili di nuova generazione quali tablet e smartphone, 
che ci consentono di portare in tasca uno strumento che, praticamente ci consente di fare tutto 
quello che fanno tutti: email, navigazione internet, chattare, usare applicativi di ogni genere per 
farsi aiutare nel quotidiano, quali previsioni, letture di documenti cartacei, eccetera, oltre 
ovviamente alla possibilità di telefonare ed usufruire degli SMS ormai quasi in disuso.

Di contro, uno strumento giuridico molto importante e che sarebbe dovuto essere già di per se 
accessibile, proprio per i disabili visivi ed il guadagno di autonomia che consente, ha avuto 
vicissitudini molto controverse: il dispositivo di Firma Digitale.

Questo strumento già obbligatorio per tutti i professionisti dal 2007, quali Notai, Avvocati, 
Ragionieri, Fiscalisti, eccetera, a breve dovrebbe essere reso obbligatorio anche per tutti i 
cittadini, nell'ottica dell'informatizzazione prevista dall'agenda digitale del nostro attuale 
Governo.

Al di la della obbligatorietà o meno di questo importante strumento giuridico, per noi disabili 
della vista, questo è uno strumento che ci fa fare un salto di qualità nella privacy mai avuto 
prima. Infatti, con questo strumento abbiamo la possibilità di firmare qualsiasi atto giuridico 
senza avere bisogno di testimoni. Insomma, abbiamo la possibilità di leggere personalmente un 
documento, e solo quando si è certi di quello che stiamo per firmare, possiamo apporre la firma 
indelebile al documento, come se apponessimo una firma autografa.

E' chiaro che per poter usare questo strumento giuridico è necessario dotarsi del dispositivo e 
saper usare un computer.

Personalmente, nell'ambito delle attività della Commissione OSI, mi occupo dell'accessibilità del 
dispositivo di Firma digitale Accessibile dal 2003, quando la nostra Unione, tramite l'IRIFOR, 
decise di mettere in campo un gruppo di esperti per tutelare i disabili visivi dai problemi di 
accessibilità.

L'intento, ovviamente, era quello di far comprendere ai Gestori di questo strumento informatico 
quali erano i problemi di accessibilità che dovevano far risolvere dai loro programmatori.

Inutile dire che, nonostante la "Legge 4/2004", detta anche "Legge Stanca", imponesse già dal 2004 
l'accessibilità per software, dispositivi e navigazione Internet, tutti i dispositivi di firma 
digitali risultarono inaccessibili. Fin dai primi mesi di lavoro, il GDL IRIFOR per la firma 
digitale, sotto la guida attenta e professionale del compianto amico, avvocato Giorgio Rognetta, 
analizzò con test accurati i dispositivi di Firma digitale di Poste Italiane e di Infocert, i 
maggiori gestori di questo strumento giuridico, fornendo ai rispettivi responsabili di settore le 
indicazioni per le modifiche da apportare ai loro prodotti.

Mentre da Poste Italiane riuscimmo ad avere solo vaghe promesse di intervento, avemmo dopo qualche 
tempo rispondenza da Infocert che, dopo molta insistenza da parte nostra, fece programmare un 
software parallelo a quello che usavano tutti. Questo software, nonostante le nostre perplessità, 
era accessibile e ci consentiva di gestire il dispositivo di Firma Digitale su pendrive.

I timori iniziali, si rivelarono fondati solo dopo appena due anni. Infatti, la probabilità che il 
software parallelo fosse abbandonato e non più aggiornato si presentò puntuale così come avevamo 
temuto all'inizio. Nel 2009, si verificò proprio quello che avevamo temuto e che avevamo anche 
fatto presente ad Infocert: il software accessibile, anche se consente tutt'ora di firmare un 
documento in modo accessibile, non consente di apporre una firma valida.

Capirete certamente quale fu lo sconforto da parte nostra quando ci rendemmo conto che tre anni di 
lavoro, fatti assieme ai programmatori per far comprendere quali erano i nostri problemi, erano 
stati buttati al vento. Inoltre, non ci è stato più possibile avere contatti con qualche 
responsabile del dispositivo di firma digitale di Infocert, sia perché nel frattempo erano cambiati 
i dirigenti, sia perché tutte le Camere di Commercio avevano abbandonato la distribuzione di questo 
dispositivo.

Quando si crede in qualche cosa, e qui stiamo parlando di una di quelle cose molto importanti per 
la nostra autonomia, non ci si rassegna facilmente, quindi, ho cominciato a pensare di testare i 
dispositivi di Firma digitale remota che nel 2009cominciavano ad apparire sui siti dei gestori. 
Approfittando di una promozione che faceva Poste italiane per i possessori di Postepay e di 
Bancoposta, ho aderito per poter testare il dispositivo di Firma digitale remota che veniva 
concesso in modalità gratuita per un periodo di tempo.

Avendo la Postepay ho sottoscritto per un anno in modalità gratuita questo dispositivo di Firma 
Digitale e ne ho potuto accertare l'accessibilità praticamente totale. Ne ho dato immediatamente 
informazione tramite i canali associativi ed ho avuto anche la possibilità, tramite il Presidente 
di Catanzaro, Luciana Loprete, di tenere un corso a 15 persone per insegnare loro l'utilizzo di 
questo dispositivo. Personalmente l'ho usato dal 2010 allo scorso Agosto 2015.

Alcuni mesi dopo aver tenuto quel corso, mi sono reso conto che Poste Italiane non consentiva più 
di sottoscrivere il dispositivo, anche se tutti quelli che lo avevano sottoscritto potevano 
continuare ad usarlo.

Nel frattempo, avendo il timore di perdere di nuovo l'accessibilità di questo strumento che uso 
ormai dal 2004, mi sono attivato per cercare di contattare qualche responsabile di Poste Italiane 
cui poter chiedere spiegazioni e, magari, anche cercare di vedere se era possibile continuare a 
commercializzare il dispositivo di firma remota unico completamente accessibile che stavo in quel 
momento usando con molta soddisfazione.

Per avere questo contatto, mi sono rivolto alla dr.ssa Giuseppina Russo dei Servizi Integrati di 
Poste italiane a Napoli, ufficio con il quale sono in contatto dal 2006, quando abbiamo eseguito i 
test per il terminale ATM intelligente ed accessibile di Poste, ed ho potuto parlare con il dott. 
Gabriele Pasquarelli, account Manager Vendite Centro-Sud di PosteCom.

La mia prima richiesta che feci al mio interlocutore, una persona squisita e molto attenta ai 
problemi dei disabili, è stata quella di poter continuare a commercializzare il dispositivo di 
firma digitale remota che, inconsapevolmente, avevano programmato accessibile in modo completo.

La risposta che mi fu data è stata precisa e perentoria: Il dispositivo di firma digitale remota 
sarebbe stato dismesso, perché il software "Firma OK" che stavano commercializzando su pendrive era 
completamente accessibile.

Avendo provato questo software mesi prima ed avendo già constatato che tale software era 
completamente trasparente allo screen-reader, come d'altronde avevamo già verificato anni prima con 
il nostro primo approccio con Poste italiane e il loro dispositivo di firma digitale, mi fu molto 
facile controbattere, dicendo che il software era totalmente inaccessibile.

Il dott. Pasquarelli ha preteso una email che attestasse questa inaccessibilità che andavo 
affermando. Avuta tale email ufficiale come componente della Commissione OSI, mi ha fatto chiamare 
dalla ditta Bit4ID, realizzatrice del software.

Dopo il contatto con uno dei responsabili di questa ditta, avendo constatato la massima 
disponibilità ad accogliere le indicazioni per cercare di rendere accessibile il software che era 
privo di qualsiasi indicazione per uno screen-reader, mi sono reso conto che questa volta ero stato 
fortunato ad incontrare queste persone: un dirigente di Poste Italiane molto disponibile ad 
ascoltarmi e risolvere i nostri problemi ed una ditta con persone molto competenti e capaci di 
risolvere realmente i problemi presenti in questo software.

Mi sono subito prodigato a dare alla ditta tutte le informazioni che sono solito dare quando 
qualcuno ci contatta per capire cos'è l'accessibilità per i disabili visivi ed ho collaborato con 
questa ditta per circa otto mesi, coinvolgendo anche uno degli ipovedenti della Commissione OSI che 
aveva anch'egli fatto parte del GDL IRIFOR: Massimiliano Martines.

Dopo pochi mesi, in totale ne sono passati nove, abbiamo avuto le modifiche sostanziali al software 
tali da poterlo usare quasi completamente con gli screen-reader NVDA e Jaws. Forniti gli ulteriori 
suggerimenti per eliminare i problemi residui, il software è stato reso completamente accessibile 
con gli screen-reader NVDA e Jaws a fine Luglio 2015.

L'utilizzo del software è di una semplicità unica. In pratica si tratta di una pendrive che 
contiene al suo interno una sim simile a quelle telefoniche ed una memoria nella quale è contenuto 
il software portatile per il dispositivo di Firma Digitale. Inoltre, sempre nella memoria della 
pendrive, sono contenuti i software portatili Mozilla Firefox e Mozilla Thunderbird, nonché i 
documenti di manualistica per l'utilizzo del dispositivo.

Per chi sa utilizzare in modo sufficiente un computer, con un minimo di apprendimento, può usare 
questo dispositivo di firma digitale accessibile senza problemi. Inoltre, con i software contenuti 
nella pendrive, se si aggiunge una versione portatile di NVDA, il possessore del dispositivo può 
firmare un documento su qualsiasi computer e senza installare nessun software.

Se poi si considera che può avere a sua disposizione su qualsiasi macchina anche i software 
necessari per poter navigare su Internet e per gestire la propria posta elettronica con i software 
di casa Mozilla appositamente configurati per le sue esigenze, si capisce immediatamente quali 
vantaggi si hanno.

Anche se abbiamo dovuto lavorare un poco per far capire alla software-house i problemi di 
accessibilità che erano presenti nel software, dobbiamo ritenerci soddisfatti, perché ora abbiamo 
di nuovo un Dispositivo di firma digitale accessibile con il quale salvaguardare la nostra privacy.

Per il raggiungimento di questo obbiettivo, dobbiamo ringraziare la sensibilità e la disponibilità 
del dott. Gabriele Pasquarelli e la competenza dei programmatori della ditta Bit4ID: il primo per 
aver imposto alla ditta di rendere accessibile il software, i programmatori per aver realizzato 
l'accessibilità del software. Sono anni che chiedevo ai programmatori di poter avere un software di 
questo tipo accessibile e tutti mi hanno sempre preso in giro dicendo che un software Java non 
consente l'accessibilità.

Come vi renderete conto da soli quando userete questo dispositivo, anche con questi tipi di 
software l'accessibilità si può fare e la si può fare anche in modo completo, per far usare il 
dispositivo anche ad un cieco assoluto che riesce ad usare un computer in modo sufficiente.

Per il futuro prossimo, spero che l'IRIFOR farà un programma di divulgazione di questo importante 
strumento giuridico per tutta l'Unione, partendo proprio dai dirigenti associativi, in modo da 
evitare di continuare ad usare il dispositivo di Infocert o di Aruba, entrambi inaccessibili.

Purtroppo, tutti quelli che hanno sottoscritto prima di Agosto 2015 un dispositivo di firma 
digitale su pendrive, si sono trovati tra le mani uno strumento usabile solo con la vista, quindi, 
sono stati costretti ad usare il dispositivo di firma digitale con l'aiuto di un vedente, quindi, 
in pratica si fanno firmare i documenti da una persona di fiducia vedente. Questa pratica 
abbastanza diffusa, mette in seria discussione la privacy di chi accetta di farsi sostituire, e chi 
si comporta in questo modo molto probabilmente non si rende conto di quello che fa.

In pratica avviene quello che è avvenuto quando ci siamo ritrovati con il dispositivo di firma 
digitale di Infocert aggiornato e con il software che non potevamo più usare in autonomia come 
prima. Lo stesso dicasi per il dispositivo di firma digitale di Aruba su pendrive: praticamente il 
software è trasparente allo screen-reader e lo si può usare solo con la vista.

Ora che l'accessibilità di questo strumento giuridico è reale ed è a portata di mano, la si può 
chiedere in tutti gli uffici postali, direi che un altro passo avanti importante lo abbiamo fatto e 
cercheremo di salvaguardarlo con cura per il futuro.

Nunziante Esposito
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