Grey Eyes
di Federico Bartolomei, foto di Attilio Ruffo
Campagna di prevenzione visiva per la terza età.
L’organizzazione
mondiale della sanità, da anni ribadisce che l’ipovisione, allo
stato attuale, rappresenta un problema prioritario per i servizi sanitari
di tutti i paesi. Le stime indicano approssimativamente in 11 milioni il numero
di ipovedenti presenti in Europa e 1 milione il numero di ciechi.
Fra le cause di cecità nei paesi industrializzati sono diminuite le
malattie infettive e di contro hanno subito un notevolissimo incremento le
forme cosiddette degenerative legate all’età e agli infortuni.
I motivi di questo cambiamento sono molteplici; al primo posto figura sicuramente
il progressivo invecchiamento della popolazione (si stima che in Italia per
ogni bambino vi siano 3 anziani).
Recenti valutazioni indicano, inoltre, che il numero di individui sopra i
65 anni sarà cresciuto più del doppio tra il 1995 e il 2030,
pertanto si stima che il peso dell’handicap visivo sia destinato ad
aumentare drasticamente nel tempo. Di norma la cecità aumenta di 20
volte passando dai 65 ai 90 anni di età. In pratica nelle persone con
età compresa tra 65 e 74 anni si ha una prevalenza dello 0,4-0,8%,
in quelli con più di 75 anni del 2,3% e più.
Prevenire significa intervenire prima che si verifichi un evento dannoso per
la salute e in oftalmologia molte sono le patologie che si adattano a programmi
di prevenzione, sia sul piano
individuale che collettivo.
Tuttavia le frequenti condizioni di indigenza, solitudine, abbandono, depressione
e decadimento psicofisico, che spesso accompagnano la terza età, possono
influenzare pesantemente la possibilità di fare una diagnosi precoce,
di seguire terapie adeguate e di osservare tutte le precauzioni volte a salvaguardare
la vista.
In questo contesto si è inserita la campagna di prevenzione visiva
Grey Eyes, programmata dall’Istituto dei ciechi F. Cavazza, in collaborazione
con ANCESCAO, nel quadro delle attività relative al Progetto C.I.F.R.A.,
finanziate dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.
Durante tutto il mese di febbraio si sono svolte visite di screening visivo
gratuite presso ambulatori realizzate all’interno di quattro Centri
Sociali cittadini, rispettivamente: il Baraccano, Villa Paradiso, Villa Torchi,
Santa Viola. L’iniziativa si è rivolta ad una utenza di circa
17.500 persone.
I protocolli adottati hanno permesso di fare diagnosi precoci di malattie
quali: il glaucoma e la degenerazione maculare senile e di verificare che,
molto frequentemente, i disturbi visivi sono associati all’uso di occhiali
correttivi non adeguati perché vecchi o non confezionati su misura
e su prescrizione.
Al programma ha portato un importante contributo il contesto dell’Ottica
e dell’Optometria bolognese. Infatti, molti professionisti che operano
in aziende aderenti al Sindacato dei titolari dei negozi di Ottica aderente
all’ASCOM di Bologna, hanno partecipato alla realizzazione del progetto
di screening a seguito di un rigoroso programma formativo realizzato dall’Istituto
superiore di Ottica ed Optometria Benigno Zaccagnini. Le attività degli
Ottici Optometristi bolognesi sono state supportate da due importanti aziende
di lenti per occhiali quali Essilor ed Hoya, il che ha consentito a coloro
che non possedevano occhiali correttivi adeguati di acquistarne a prezzi sociali
e predefiniti.