Oltre l'ostacolo di Irene Schiff I 25 anni del
GESE aperto ai diversamente abili. |
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Quando la vita
è un percorso ad ostacoli e la vita ed un percorso ad ostacoli
non sono solo un gioco di parole. C’é bisogno di tanta volontà, di tanta concentrazione e di una dose di sano ottimismo per trasformare il concetto di constatazione di una realtà “la vita è un percorso ad ostacoli” in un accostamento di due simbologie: la vita ed il percorso ad ostacoli che lascia molto più spazio alla possibilità di affrontare e superare le varie difficoltà. Infatti è proprio davanti alle barriere che giunge il momento di rimboccarsi le maniche e ciò è proprio quello che è stato fatto da alcune famiglie e dai loro ragazzi che hanno dovuto fare i conti con un ostacolo chiamato cecità o ipovisione. Che fare dunque? Abbattersi, rinchiudersi, accettare passivamente questa oggettività considerandola alla stregua della parola FINE? Oppure accettare questo dato di fatto, ma in modo attivo dicendo “Ok, dato che la realtà è questa, cosa possiamo fare per andare avanti, convivendoci e non lasciandoci sopraffare da essa?” Ed è così che tali famiglie hanno suggerito ai loro ragazzi e questi ragazzi a loro volta hanno stimolato i propri genitori a voler provare esperienze nuove, che potessero arricchirli e attraverso le quali potessero dimostrare ciò che essi stessi sapevano fare. Fra le varie possibilità, una in particolare ha attirato la loro attenzione: il cavallo e l’ippoterapia. Il cavallo supera gli ostacoli, con il cavallo si può andare oltre l’ostacolo. Ed Oltre l’ostacolo é stato proprio il titolo della manifestazione della quale quattro ragazzi sono stati i protagonisti illustrando le loro aspettative, le loro difficoltà, insomma le loro esperienze e le loro emozioni ad un numeroso pubblico eterogeneo, curioso, esperto ed inesperto ma comunque sempre molto interessato a ciò che veniva documentato. Il 4 dicembre 2004 presso la sala convegni dell’impianto sportivo GESE, il parco dei cavalli, a San Lazzaro di Savena, si sono voluti documentare i risultati dell’attività già svolta e di quella tutt’ora in atto. Le due amazzoni Camilla e Debora e i due cavalieri Giulio e Matteo, hanno descritto ciò che fanno e ciò che provano quando sanno di poter andare a cavallo, quando lo preparano, lo guidano e quando si accomiatano da lui. Le spontanee, semplici e, proprio per questo, ancora più toccanti parole di questi simpatici undicenni, hanno fatto capire la loro gioia, le capacità tecniche che continuano a progredire, l’autonomia nei gesti e nei movimenti, la sempre migliore rappresentazione mentale delle strutture dell’impianto e quindi dell’orientamento autonomo. I ragazzi infatti, pur sempre sotto l’attenta ma discreta vigilanza degli istruttori, si muovono da soli potenziando quella stima di sé che è fondamentale per ogni persona. Per fare tutto ciò occorre avere voglia di socializzare, apprendere, imparare dai propri errori, praticare sport e soprattutto, divertirsi. I ragazzi hanno poi illustrato il plastico delle zone dell’impianto sportivo da loro utilizzate. Pur essendosi avvalsi della collaborazione degli istruttori, sono stati principalmente loro a capire dove erano ubicati la selleria, il maneggio, i box dei cavalli, la zona ludico didattica e a trasformare queste rappresentazioni cognitive in un modellino tattile. E sono stati proprio loro a raccogliere prima, ed incollare poi, la sabbia dei sentieri delle passeggiate, la paglia delle balle di fieno sulle quali i ragazzi, da veri cavalieri cow boy, si sedevano per le loro chiacchierate. Non ci credete? Andate a vederlo! Ma torniamo al Convegno, il primo sull’argomento organizzato dall’Istituto per ciechi Francesco Cavazza in cui proprio il Presidente Pier Michele Borra, oltre a illustrare la sempre più vasta attività dell’Istituto e ad aver ricordato il prezioso contributo all’attività della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, ha espresso anche (per scherzo o per davvero?!) il desiderio di voler diventare anch’egli un nuovo cavaliere. Il Presidente del GESE Alessandro Zanini (egli invece già cavaliere esperto) ha ricordato come da ormai 25 anni questa struttura è sempre stata fattivamente aperta agli sportivi diversamente abili ed il Roberto Flamini, Presidente dell’Aiasport, ha dichiarato di voler continuare questa valida collaborazione. Anche il Gruppo Famiglie Non Vedenti ha dimostrato la propria soddisfazione per l’attività e lo psicomotricista Claudio Bonazzi assieme alla sottoscritta, in qualità di psicologa ed istruttrice, ne hanno spigato gli aspetti tecnici, psicologici e sociali. È intervenuto anche l’Assessore Maria Cristina Baldacci che ha mostrato il proprio sincero interessamento. Il momento più toccante è stato forse quello della proiezione del filmato sull’attività realizzato dal giornalista Nelson Bova. Un lungo e sincero applauso ha reso tangibile l’interesse e le emozioni che avevano invaso la sala e solo il simpatico buffet ha messo la parola fine (o arrivederci?) al convegno. |