EUSTACHIO LOPERFIDO
Il Professore Eustachio Loperfido si è spento nella fredda mattina di Pasqua, di quest’anno, all’età di 76 anni. È stato neuropsichiatra infantile, ed amministratore per due lustri, negli anni 1970 – 1980, impegnato, in qualità di assessore del Comune di Bologna, nella costruzione del nuovo sistema socio-sanitario regionale.
In tutti i campi in cui il Professore Loperfido si è espresso ha contribuito a delineare notevole e diffusa tensione all’innovazione, mantenendo al centro della sua ricerca l’uomo nella sua complessità e questo all’interno della società di cui è espressione.
“Se una città è a misura di bambino è una città giusta per tutti” amava dire. E quel “tutti” lo portò ad indagare il mondo dell’infanzia e quello degli anziani, il mondo delle donne con i loro bisogni specifici, il mondo della devianza e il mondo dell’handicap e cercare le relazioni tra questi mondi così apparentemente diversi ma che tutti, secondo il suo pensiero, erano legati e formavano un’unica rete.
Questa concezione dell’uomo e della sua unicità, che vive in stretta relazione con il gruppo di appartenenza, lo portò a prefigurare una medicina nuova e si spese per il superamento del settorialismo in campo sanitario opponendosi ad ogni prevaricazione corporativa: sanitarizzazione, assistenzialismo, psichiatrizzazione, nella consapevolezza della necessità della promozione, mantenimento e recupero della salute fisica e psichica di tutta la popolazione. Guardare |
complessivamente all’uomo lo portò ad immaginare un sistema sanitario che, da assistenziale, passasse a sistema di integrazione sociale che garantisse benessere fisico e psichico creando una rete di relazione tra servizi sociali e sanitari con gli altri servizi presenti sul territorio: scuola, tempo libero, lavoro, ecc.
La sua capacità immaginativa, sorretta dalla ricerca scientifica e dalle abilità amministrative (fu sua l’idea del consorzio socio-sanitario quale soggetto giuridico di diritto pubblico) lo portò a prefigurare con anticipo alcune soluzioni per problemi allora di sola riflessione accademica. Accadde, per esempio, per la chiusura dei manicomi per cui si batté con largo anticipo, rispetto alla legge 180 del 1978, o la chiusura delle classi speciali in cui finivano isolati e ghettizzati i ragazzi handicappati, anticipando la legge 104 del 1992.
Del paziente psichiatrico il professore Loperfido aveva la consapevolezza che fosse espressione di una socio-patologia e rappresentasse un sintomo delle relazioni disturbate a livello del gruppo di provenienza; di conseguenza la necessità di comprendere il paziente, capire e curare la sua sofferenza all’interno del gruppo, scoprendone il potenziale terapeutico in esso contenuto.
L’elenco delle anticipazioni che lo videro protagonista potrebbe continuare. Ma vogliamo avviarci alla conclusione di questo breve intervento evidenziando una caratteristica del Professore che tutte le altre comprende: la consapevolezza che per il cambiamento determinante diviene |
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