Una vita per l'Istituto

di Pier Michele Borra

Si è spento, ad 84 anni, il Conte Paolo Emilio Cavazza, custode dei valori
del fondatore e garante delle necessarie rigorose trasformazioni.


Entrò in Consiglio di amministrazione dell’Istituto F. Cavazza nel 1959 e per circa 50 anni ha rappresentato un costante punto di riferimento e la conferma dell’interesse che la famiglia del fondatore dell’Istituto ha sempre voluto rinnovare e esprimere.
Nei momenti di crisi dell’istituzione che si sono verificati negli ultimi decenni, la sua presenza ha sempre richiamato tutti al rispetto e alla valorizzazione degli obiettivi ideali, sociali e culturali che avevano ispirato l’azione del fondatore dell’istituto stesso.Foto - Arco ingresso Istituto Cavazza
I cambiamenti radicali, imposti all’Istituto, dalle scelte politiche e culturali del Paese che, a metà degli anni settanta, ha avviato il processo di integrazione scolastica delle persone con disabilità, portando di fatto al superamento del modello operativo e organizzativo anche degli istituti per i ciechi, la conseguente necessità di ripensare il ruolo, le strutture e le attività degli istituti stessi, lo hanno visto impegnato nel contribuire alla seria e profonda riflessione che ha consentito all’Istituto Cavazza di attivarsi, già

Foto - Facciata dell’Istituto Cavazza

all’inizio degli anni ottanta al fine di costruirsi un nuovo spazio-ruolo come centro di servizi che fossero in grado di supportare il processo di integrazione scolastica e che offrisse occasioni di specifica formazione professionale ai giovani ciechi.
In quei difficili momenti la costante partecipazione del Conte Paolo Emilio, ha finito per rappresentare un sicuro punto di riferimento per tutti coloro che erano interessati ad una rigorosa trasformazione dell’ente sempre ed esclusivamente al servizio dei ciechi italiani.
Negli ultimi anni del secolo scorso e nei primi di questo, davanti alle esigenze di innovare e semplificare la struttura istituzionale per renderla più efficace e maggiormente rispondente alle nuove esigenze dei ciechi, la coerente presenza e il costante contributo di Paolo Emilio, hanno

assicurato ai consigli impegnati nelle trasformazioni e negli adeguamenti, il necessario supporto della famiglia del Fondatore e la consapevolezza di dover mantenere ben saldi i principi ispiratori dell’istituto stesso.
Nell’ultimo rinnovo consiliare, Paolo Emilio Cavazza ha voluto far subentrare in Consiglio suo figlio Gualtiero, anche a causa delle sue condizioni di salute.
Il Consiglio ancora impegnato nella trasformazione istituzionale dell’ente, in considerazione dell’importante ruolo sempre svolto da Paolo Emilio negli ultimi cinquanta anni, sta seriamente pensando a come legare il suo nome all’ente stesso, avvicinandolo e associandolo di fatto al fondatore dell’Istituto.