Settimane blu

di Lucia Iuvone

Dieci giorni dedicati alla vela tra regole e disciplina, rigore e amicizia
per ragazzi ciechi o ipovedenti.


Cazza la randa… Strozza la scotta… Vai a prua… Sono a poppa…
Sono queste le frasi che per dieci giorni Camilla, Michele, Alice, Filmon, Wesley, Antony, Andrea, Luca, Elena, Lorenzo, Martina, Giulia, Titti, Kevin, Debora, Marco, Giulio e Francesco si sono scambiate.
Dieci giorni a Rimini o a Bogliaco sul Garda per apprendere la vela, le regole, la disciplina e il rigore del mare ma anche la goliardia, la condivisione, l’aiuto e l’amicizia.
La “Settimana Blu” è l’occasione per misurarsi con le autonomie che il quotidiano impone e per potersi confrontare con chi, come loro, affronta le difficoltà della cecità e dell’ipovisione.
I loro pensieri testimoniano quanto sia coinvolgente per loro questa esperienza: mi sono molto divertita e l’ultimo giorno io e Giulia abbiamo pianto perché non volevamo andare a casa. L’anno prossimo se lo rifanno io ci vado.
Mi trovavo a Bogliaco frazione di Garniano, sul lago di Garda, nella costa bresciana. Non era un caso se mi trovavo là il motivo era perché, ogni anno il Cavazza organizza un corso di vela. Io ero con Francesco e Giulio due miei amici non vedenti e insieme a loro, durante la settimana, ci siamo divertiti tantissimo; sia in barca, ma soprattutto nei momenti liberi con mamma Cavazza. Ma purtroppo la sera mentre Giulio e Francesco parlavano io dormivo di sana pianta perché ero molto stanco dopo le 5/6 ore di navigazione giornaliera. Però durante la navigazione una buona parte di me si stancava fisicamente per guardare il

meraviglioso paese di Bogliaco che si affaccia dolcemente sul lago di Garda con tre porti di cui uno comunale, il secondo, quello più a sud, si chiama porto 2000; infine l’ultimo, quello più a nord, un piccolo porticciolo chiamato porto Homerus. Porto Homerus a dire la verità per una settimana è stato il mio porto, perché Homerus un circolo di vela e i soci lo hanno definito “La vela autonoma per non vedenti e ipovedenti”.
Allora tutti i giorni uscivamo in barca ed era proprio li che potevo sognare infinitamente vedendo il paesaggio.
Il paesaggio, visto dal lago, sembrava formato da tanti occhi che guardavano stupiti un immenso lago di oro, ma la cosa più bella è che gli occhi eravamo noi. A me, in quel momento, mi sembrava di essere un re, perché circondato da tutte quelle ricchezze della natura. Comunque mi sono trovato benissimo in mezzo al lago, ma il bello era che quando andavamo 2/3 miglia più in là da Bogliaco si scoprivano paesaggi ancora più belli, magari arricchiti da piccoli paesi, graziose villette o proprio grandi ville settecentesche.
Purtroppo i miei due amici che erano in barca con me non potevano vedere il paesaggio, ma a volte quando anch’io non riuscivo a vederlo bene, il nostro istruttore di barca ce lo descriveva e tutti noi eravamo stupefatti di quello che ci circondava.
Però quando io riuscivo a vedere qualcosa subito lo dicevo con Francesco e Giulio; tante volte me lo chiedevano ma a me piaceva molto raccontarglielo.

Immagine - Logo del Progetto Homerus

Foto - Non vedenti su barca a vela

Foto - Bogliaco sul Lago di Garda