Prevenzione di Federico Bartolomei Migliorare la qualità della vita valorizzando le risorse locali. |
La maggior parte delle malattie oftamologiche generalmente possono essere curate o prevenute; tuttavia, nei paesi in via di sviluppo, dove non esistono strutture sanitarie adeguate, possono compromettere gravemente la funzione visiva. Secondo i dati dell’OMS l’85% dei casi di cecità nel mondo sarebbero evitabili con adeguati interventi sanitari: si calcola che la cataratta, principale causa della perdita della vista nei paesi più poveri, potrebbe essere operata con successo al costo di 25 euro! AMOA (Associazione Medici Oculisti per l’Africa) è una delle realtà che lavora quotidianamente per migliorare la qualità della vita di migliaia di persone in diverse regioni dell’Africa puntando sullo sviluppo delle risorse locali e sul potenziamento degli ospedali e degli istituti per i ciechi. In Senegal ad esempio, come ci spiega il Dott. Gianluca Laffi presidente di Amoa, esistono ospedali pubblici dove viene svolto un primo intervento di pronto soccorso, tuttavia sono i pazienti a dover poi provvedere personalmente al reperimento di eventuali farmaci o materiale chirurgico. A fianco di queste strutture esistono anche realtà private (di cui due |
|||
seguite direttamente da Amoa), ma ai pazienti è richiesto un ticket per la prestazione. La disponibilità di attrezzature e materiale di consumo rimane comunque l’ostacolo principale. Appare superfluo sottolineare la necessità e l’importanza di adeguati piani di prevenzione visiva; basti pensare che la seconda causa di minorazione visiva, riguardante il 18% della popolazione di questo paese, è rappresentata dai vizi di refrazione non corretti (miopia, ipermetropia, astigmatismo) mentre la principale causa di cecità deriva per il 40% della popolazione dalla cataratta non curata. Il dato relativo ai vizi di refrazione non corretti stride enormemente se lo si confronta con le statistiche dei Paesi industrializzati dove, secondo l’Istat, oltre il 41% |
della popolazione italiana fa uso di lenti e negli Usa un adulto su due accusa un difetto visivo. Per quello che riguarda il recupero dell’autonomia dei ciechi e degli ipovedenti in Senegal esiste un solo istituto (istituto INEFJA): qui i bambini con minorazione visiva seguono un ciclo di sei anni al termine del quale viene rilasciato un certificato che permette loro di frequentare una scuola media o superiore in un sistema integrato dove i non vedenti frequentano le stesse classi dei vedenti. A 15 anni gli allievi possono poi seguire una formazione di base con tre orientamenti diversi: centralino, sartoria e realizzazione di scope di paglia. L’informatica rappresenta comunque la strada più agevole per l’emancipazione dei non vedenti, per questo Amoa si è fatta carico della fornitura di materiale necessario all’allestimento di una sala informatica per studenti e insegnanti. La realizzazione di questo progetto ha utilizzato anche la preziosa consulenza tecnica dell’ausilioteca dell’Istituto Cavazza i cui operatori hanno saputo suggerire le soluzioni software e hardware più idonee a garantire la massima accessibilità e fruibilità dei computer e della rete. |