Il 150° dell'Unità d'Italia non è solo l'occasione per riflettere sull'ultimo secolo e mezzo di storia del nostro Paese, ma anche quello di recuperare mondi, ambienti e repertori che difficilmente possono essere esplorati (per ragioni di tempo e di spazio) all'interno dei percorsi tradizionali della programmazione concertistica oppure nel corso dei programmi scolastici.
Esiste, infatti, proprio nell'Ottocento, una storia parallela a quella fatta dai nomi dei condottieri e dei patrioti, dalle date delle battaglie e dei trattati, dai grandi artisti e dai grandi eroi: una storia sociale che si costruisce nella rete dei numerosi circoli e salotti di cultura, diffusissimi in tutta Europa e quindi anche in Italia dalla fine del Settecento in poi e da Nord a Sud senza distinzione, dove le discussioni, i dibattiti, le analisi della situazione politica e del 'problema italiano' si tesseva e si incrociava con la letteratura, la pittura
e la musica.
Veri e propri luoghi di elaborazione e di integrazione del sapere, i salotti formavano la coscienza della nazione e davano vita ad una forma d'arte integrata che diveniva quindi insieme stimolo e specchio di quel momento così straordinario.
Un salotto, nell'Ottocento, era ben più di ciò che noi pensiamo oggi: il salotto era come un grande giornale, dove i fatti del giorno, tutti i fatti del giorno (della cronaca, della politica, della cultura, della pittura, della letteratura e della musica) venivano analizzati, discussi, dibattuti. E sovente questo lo si faceva coi protagonisti stessi delle vicende: a casa Maffei si ritrovavano Massimo D'Azeglio e Giuseppe Verdi, Tommaso Grossi e Franz Liszt, Alessandro Manzoni e Francesco Hayez, giusto per non fare che alcuni nomi. Ed era inevitabile che la comune discussione e l'interdisciplinarietà favorissero il passaggio di idee e di stili in una comunione di intenti vera che aveva come unico obiettivo le sorti dell'Unità d'Italia.
Come altrettanto inevitabile era il |
fatto che gli ideali risorgimentali permeassero anche senza volere e anche con intenzioni non esplicite, le opere di tutti coloro che si trovavano ad interagire in quei luoghi. Basti pensare alle opere di Verdi composte tra il 1842 e il 1849 (come non ricordare Nabucco, La battaglia di Legnano, Ernani, I lombardi alla prima crociata) i cui cori risentono dei ritmi bellicosi delle ballate di Berchet o delle pagine di Manzoni o vengono citati nel Sant'Ambrogio di Giuseppe Giusti, tutti ugualmente presenti dalla contessa Clara… E se nel salotto di Clara Maffei, agivano i patrioti e si organizzavano le sommosse, in quello torinese di Giulia Falletti Colbert, era ospite fisso Silvio Pellico reduce dallo Spielberg e il giovane Cavour ebbe modo di formarsi, in quello fiorentino di Emilia Toscanelli Peruzzi, c'erano Guerrazzi e De Amicis, e si discuteva tanto della formazione dei nuovi italiani e soprattutto delle nuove italiane e in quello napoletano di Lucia De Thomasis erano presenti Poerio e Settembrini e le 'poetesse sebezie' coi loro versi davano forza alla storia culturale della grande capitale del meridione.
Luoghi di interazione e integrazione culturale, i salotti avevano tutti una cosa in comune: erano organizzati da donne. Signore di cultura e curiosità vastissima, alle quali la società del tempo non consentiva di frequentare le associazioni pubbliche o i caffè, che avevano costruito in casa un mondo assai più allargato, interdisciplinare e vario di un circolo ristretto e specialistico (e monosessuato) e che quindi contribuirono con lo stesso peso e la stessa forza politica alla costruzione del Risorgimento.
Questi salotti hanno avuto puntuali cronisti che ne hanno raccontato degli ospiti e delle discussioni, della varietà e della vita; e a questi salotti, sono state e saranno dedicate conversazioni e riscoperte, che puntano anche a dare voce e suono a quelle riunioni, riproponendo anche le musiche consumate in quei luoghi di cultura.
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In una serie di appuntamenti (sull'onda di una 'conversazione con musica' organizzata nel febbraio scorso al Museo del Risorgimento di Bologna) l'Associazione Musicale "A.M.I.C.I di Boccherini" programma per il primo autunno la storia della musica e le cronache del salotto, intrecciate da una musicologa, affiancando le letture dei diari dell'epoca musiche degli autori noti e meno noti del tempo, da Verdi a Bazzini, da Sperati a Donizetti, da Liszt a Dohler, per pianoforte a quattro mani, per canto, per violino, per contrabbasso e per arpa eseguite da giovani e valentissimi interpreti.
Finalmente, insomma, le celebrazioni del nostro 150°, al di là dell'inevitabile quota 'celebrativa', porteranno in luce come collegato, grazie alle connessioni tra musica e cultura, anche la riscoperta di questa 'storia al femminile', da sempre purtroppo trascurata in favore degli eventi più clamorosi e rumorosi. |