Su e gił per Beverly Hills

di Silvia Colombini

Dai colli bolognesi alle colline di Los Angeles: tecnologia al servizio della sicurezza con l'esperimento delle automobili parlanti.


Le automobili hanno tanto da dire. Basta saperle ascoltare. Le loro storie raccontano di avventure, di esplorazioni, di strade, di viaggi e di pericoli. Si fanno guidare da noi e ci accompagnano, testimoni silenziose di viaggi, ritardi, scoperte, liti su quale direzione prendere e paura di aver perso la strada. Quando però le parcheggiamo in strada o le chiudiamo in garage, è facile immaginare che anche loro, le nostre macchine, accendano i fari e illuminandosi l'un'altra si raccontino la propria vita, magari deprecando il nostro modo di guidare o impaurendosi per un pericolo scampato. Ed è forse immaginando un dialogo come questo che Marco Roccetti, Professore Ordinario di Architettura di Internet all'Università di Bologna, ha inventato un linguaggio che permette alle automobili di comunicare tra loro nel traffico scambiandosi, in tempo reale, informazioni preziose. Attenzione, c'è un incidente tra dieci chilometri, fermati perché stai per incontrare una coda, c'è stato un tamponamento rallenta.Tutte notizie fondamentali per evitare sinistri e ridurre i rischi di danni alle persone. Il progetto, che il Professor Roccetti ha implementato al Dipartimento di Informatica con la collaborazione dei colleghi Alessandro Amoroso e Gustavo Marfia, è stato testato proprio quest'estate sulle strade più celebri del mondo per traffico, circolazione congestionata e quantità di automobili in transito quotidiano: le highways di Los Angeles. Nella più popolosa contea statunitense persone di ogni razza si muovono ogni giorno guidando la propria automobile. Dalle numerose aree cittadine è un incessante flusso di ruote, anime e sogni che circolano verso il centro e, durante quella che viene comunemente definita rush hour, ovvero l'orario di punta che va
Foto - Computer per il test

Foto - Test in automobile - Los Angeles
dalle 15.00 alle 19.00 circa, gli incidenti avvengono a ritmo continuo. Ed è questo il motivo per cui si è deciso di sperimentare il sistema di rilevamento automatico d'incidenti proprio lungo le strade della California. Con il supporto logistico di UCLA (University of California Los Angeles), i professori bolognesi si sono messi al volante di automobili con a bordo il test d'incidenti e con le vetture in comunicazione peer to peer. Il sistema è stato programmato per inviare un messaggio di allerta ogni dieci secondi che, partendo dalla prima macchina parlante, rimbalzasse lungo le corsie, in una sorta di passaparola tecnologico, comunicando così con le automobili più vicine e raggiungendo anche quelle lontane fino a venti chilometri di distanza. Grande l'emozione quando le automobili, dotate di reti ad hoc veicolari (reti che permettono alle auto di comunicare direttamente senza il bisogno di altre infrastrutture di comunicazione), hanno iniziato a chiacchierare rimbalzandosi l'un l'altra le informazioni ricevute, in una simulazione realistica ed efficace. Tante volte le idee nascono nella mente dei ricercatori, vengono messe a punto nei laboratori, e poi alla prova dei fatti non funzionano. E calcoli, algoritmi, connessioni che sulla carta sembravano perfette rivelano un errore e bisogna ricominciare da capo. In questo caso invece le automobili sono rimaste in costante contatto, trasmettendo tutte le informazioni necessarie (cambio di direzione, brusca frenata, collisione...) ed evitando, grazie al sistema, interferenze e rallentamenti nella trasmissione dei dati. L'esperimento, il primo del settore ad aver dimostrato di poter ridurre del

40% la probabilità di tamponamenti a catena in autostrada, è stato seguito con attenzione da tutta la stampa internazionale. La sua efficacia, è, infatti, in grado di segnalare incidenti occorsi ad oltre 20 Km di distanza impiegando frazioni di secondo, ha inoltre scatenato l'interesse di case automobilistiche e compagnie assicurative, settori nei quali il sistema potrebbe dimostrarsi particolarmente utile. Oggi sono in tanti a occuparsi di sistemi vehicle-to-vehicle (V2V), a seguire lo scambio di dati e informazioni tra macchine e a studiare come inquinamento e incidenti. Le connessioni GSM, GPRS, UMTS o altre però si sono sempre rivelate poco attendibili e con una capacità di trasmissione limitata o rallentata da eventuali ostacoli che potrebbe presentarsi lungo il percorso. Roccetti e i suoi compagni invece hanno ottimizzato a tal punto il loro sistema tanto da far sì che le in formazioni si aggiornino di secondo in secondo e funzionino senza temere interferenze. Forse per questo la Città degli Angeli, che ogni giorno vede accadere le cose più mirabolanti, ha osservato con grande attenzione le prove effettuate dai professori di Bologna.Le più autorevoli riviste scientifiche americane hanno pubblicato i risultati dell'esperimento e l'Università della California ha insignito i professori del titolo di visiting professor. E se è vero che tutte le rivoluzioni cominciano per strada, speriamo che questa corra lungo le nostre evitandoci rischi inutili e salvandoci la vita.Immagine - Esempio di comunicazione simmetrica tra le automobili

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