Bologna e le sue vie d'acqua di Paola Emilia Rubbi Un viaggio nella storia cittadina. |
Ponte della Carità, Ponte della Badìa, Ponte della Sega, Ponte del Fondego, Ponte dei Preti: ce ne erano una cinquantina, di ponti, a Bologna. Vuol dire che occorreva scavalcare dei corsi d'acqua. Certo. Perché Felsina (poi Bonomia, poi Bologna), fondata e cresciuta attorno alla conoide del torrente Aposa, per potere usufruire delle risorse idriche necessarie alla comunità, costituite dai due principali corsi d'acqua della zona, il fiume Reno e il torrente Savena, si dotò, intorno all'anno Mille, di due chiuse e realizzò due canali di derivazione dai quali si diramavano, in superficie, altri canali, canalette, fontanazzi e, nel sottosuolo, una fitta rete di condotti e cunicoli. |
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L'Aposa entrava dal serraglio delle mura di porta S. Mamolo e poi attraversava il Mercato di Mezzo, fornendo acqua alle beccherie grandi e piccole per il lavaggio delle carni dopo la macellazione, e alle pescherie; e ancora oggi, percorrendo l'alveo tombato dell'Aposa, si può ammirare il ponte d'epoca romana che, passato il Mercato di Mezzo, sorpassava, fin da quei tempi, il torrente. Per secoli (fino a tutto il '700) l'acqua ha mosso centinaia di attività manifatturiere che venivano svolte negli scantinati e nei piani terra delle case che, sul retro, si affacciavano sui canali e, con le botteghe, sulla via porticata. Fonte energetica e via di comunicazione, l'acqua, dunque, ha caratterizzato, già dal XII secolo, l'ambiente urbano e sostenuto l'economia bolognese. Via via tombato, coperto, nascosto quello che è stato il "tesoro" idrico della città, oggi fa la sua ricomparsa, discreta ed "episodica" sufficiente però a dare un'idea di atmosfere e costumi ormai spariti: alla finestrella di via Piella (che consente di dare uno sguardo al silenzioso fluire dell'acqua fra quinte di case, quasi senza tempo), nei decenni recenti si sono aggiunti i restauri degli "affacci" sul canale di Reno in via Piella e in via Malcontenti; |
della fornace Gallotti, della Salara, dell'ex zona portuale; il recupero dell'ex-opificio della Grada, il risanamento della canalizzazione sotterranea dell'Aposa con riscoperta del ponte romano di cui si è detto. |
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