È un mondo musicale ricchissimo, quello di Bologna nei primi quindici anni dell'ottocento, fatto di grandi musicisti (come Rossini), di teatri per l'opera (il Comunale, il Legnani, il Formagliari, il Taruffi, il Rossi-Marsigli, il Corso), di Accademie (oltre alla Filarmonica, i Concordi, la Polinniaca, il Casino di Divertimento), di salotti nobiliari, di gazzette per presentare e recensire gli avvenimenti musicali. E con un Liceo Musicale, uno dei primi in Italia non dipendente da un'istituzione religiosa, fondato nel 1806 per formare i futuri esecutori con insegnanti di altissimo livello.
In questo mondo così culturalmente ricco si stagliano alcune figure che fanno della città un luogo rinomato: tra le tante quella di Maria Brizzi, di cui cade nel 2012 il secondo centenario della morte e la cui memoria è andata smarrita assieme a quella delle tante donne organizzatrici, insegnanti, compositrici ed esecutrici che hanno riempito la storia della musica dal medioevo ad oggi.
Maria Brizzi nasce il 7 agosto 1775, abita in via Saragozza nel Palazzo Albergati e coi fratelli, diventati celebri interpreti, studia musica con tal profitto che a soli 13 anni è già organista e maestro del coro in un importante monastero in Ancona. Nel febbraio 1794 sposa l'avvocato Luigi Giorgi e fonda nella sua dimora (nei pressi di palazzo Caparra) l'Accademia Polinniaca, scuola di pianoforte e di canto e luogo di concerti da camera tra i più importanti della città.
Non è solo organizzatrice: compone musica (tra le altre un Inno per il Generale Bonaparte nel 1797, la |
Cantata per l'arrivo di Napoleone nel 1806, le musiche con le quali la città celebrò le musiche tra l'Imperatore e Maria Luigia nel 1810) ma soprattutto fa la concertista, in Italia e all'estero.
Protagonista nel 1808 del primo concerto cameristico mai dato al Comunale, quando "l'inimitabile suonatrice di pianoforte rapì più che mai gli attoniti e muti spettatori", accompagnò al pianoforte nel 1811 la memorabile esibizione di Paganini a Bologna e riscosse ammirazione anche a Vienna che, come ricorda il Il Redattore del Reno "risuona ancora dei giusti elogi alla dolcissima armonia con cui la signora Giorgi la fece ridere e piangere con la robusta e terribile musica alemanna". Ma torniamo all'Accademia dove. alla presenza di illustri ascoltatori (ospiti fissi erano G. Battista Guastavillani Consigliere di Stato e S.E. Caprara. Grande Scudiere di S.M), si eseguivano gli operisti italiani come Paisiello, Paer, Mayr e Cimarosa e gli autori stranieri come Haydn e Beethoven, e dove si esibivano in memorabili serate recensite da tutte le gazzette dell'epoca "giovani di grandi speranze" (come Rossini) e artisti di fama internazionale (come il soprano Isabella Colbran).
A coronamento del successo arrivò per Maria, nel 1806, la nomina all'unanimità ad Accademica Filarmonica come "inimitabile professora per l'arte del suono del pian-forte", un onore tanto più grande, se pensiamo che le donne accademiche, esecutrici o compositrici, sono a tutt'oggi ancora rarissime. Dal 1811 le apparizioni di Maria in pubblico si fanno sempre più rare: è incinta e malata, ma ancora |
negli ultimi istanti "volle sopra un motivo di Paisiello sonare come le succedevano in mente alcuni affettuosissimi concerti, pieni di malinconia sì dolce che facevano per tenerezza piangere chi li intendeva: e guardando in lei pur cresceva il pianto".
È assistita da due grandi medici bolognesi, Gaspare Uttini e Matteo Venturoli, ma non c'è nulla da fare: muore il 14 gennaio 1812, pochi giorni dopo avere dato alla luce una bambina.
Ai funerali "centocinque sonatori vollero gratuitamente di loro arte prestarle estremo ufficio di amicizia e oltre un miglio fuori della città (per sì aspra stagione) l'accompagnò una moltitudine dolente alla sepoltura".
Ma molte e a lungo dureranno le manifestazioni d'affetto e le commemorazioni organizzate in città da tutte le associazioni musicali e non, a testimonianza di quanto Maria Giorgi aveva fatto per la fama e la cultura musicale di Bologna. |