La Stazione di Bologna

Viaggio nella storia di un edificio bersagliato dagli eventi
Generale Lanfranco Roccetti Ex Comandante Gruppo Speciale AUC

Inaugurata nel 1859, e ampliata negli anni seguenti per accogliere il traffico crescente, la stazione di Bologna Centrale diventa subito un luogo di riferimento per l’Italia e per la città. Il passaggio di treni provenienti da tutto il Paese e dall’estero (dal 1871 transita anche il celebre Valigia delle Indie, convoglio che collega Londra a Bombay) richiama curiosi, cittadini grandi e piccoli che si fermano sui suoi binari a osservare il passaggio di viaggiatori, sognando di partire un giorno anche loro. Ampliata nel corso del tempo, nel 1934 assume un aspetto simile a quello che conosciamo oggi, con il Piazzale Medaglie d’Oro, il ponte del cavalcavia di Galliera e la costruzione di nuovi piazzali. Snodo ferroviario sempre più importante, non viene risparmiata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. In tutta Italia strade, porti, aeroporti e ferrovie, tutte infrastrutture potenzialmente utili all’esercito tedesco e italiano, vengono attaccati. Dal luglio del 1943, con lo sbarco degli Alleati in Sicilia, e fino al termine del conflitto, anche Bologna subisce numerosi raid aerei che la devastano. La sua Stazione è considerata un obiettivo militare primario ed è presa di mira dagli attacchi aerei. I Comandi britannici sperano, in questo modo, di bloccare il passaggio delle truppe tedesche dal Brennero a Roma. Per fermare i convogli, nella notte del 15 luglio 1943 viene colpito il centro di alimentazione della rete ferroviaria, la stazione di trasformazione e smistamento dell’energia elettrica situata nel quartiere di Santa Viola. 19 tonnellate di bombe colpiscono la centrale elettrica, e con lei officine, depositi merci, scali ferroviari. Le incursioni aeree continuano. Dieci giorni dopo, il 24 luglio, 51 bombardieri Twelfth Air Force degli Stati Uniti d’America, sganciano 136 tonnellate di bombe contro la ferrovia e la città, distruggendo edifici e vite umane. Neanche l’armistizio dell’8 settembre ferma l’esercito americano perché, occupata dalle truppe tedesche, la Stazione continua a rappresentare uno snodo nevralgico. Così, il 25 settembre, avviene il lancio più devastante: 210 tonnellate di bombe scatenano una tale polvere di nebbia che, oscurando la visuale ai bombardieri, fa sì che oltre alla ferrovia venga distrutta anche la città. L’attacco del 5 ottobre rade, poi, definitivamente al suolo la Stazione Centrale che subirà ancora nel 1944, altre incursioni contro gli scali ferroviari di San Donato e San Ruffillo. Alla fine della guerra, Bologna sarà il centro dell’Italia settentrionale con il maggior numero di vittime e i più gravi danni al patrimonio artistico e industriale. La ricostruzione della città vedrà la sua Stazione tornare al suo splendore originario, ma la storia continua e, purtroppo, arriverà quella tragica mattina del 2 agosto 1980 quando, alle 10.25 del 2 agosto, sarà di nuovo una bomba a uccidere 85 innocenti e a distruggere parte degli edifici.

Stazione Centrale - Bologna, 24 luglio 1943

Servita dall’alta velocità, oggi Bologna Centrale va veloce trasportando milioni di passeggeri e centinaia di treni, ma il suo orologio, che nell’Ottocento svettava su una torre, è ancora fermo alle 10.25. Così, alzando lo sguardo, ci possiamo ricordare di un tempo che non deve tornare mai più.

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