"Il meglio deve ancora venire"

Guardare oltre lo scoglio esistenziale e rivalutare le potenzialità nascoste dei sentimenti per raccontare il dramma sospeso dell’esistenza
Enzo Vignoli

Ottimo incontro a metà strada fra la commLocandina del film "Il meglio deve ancora venire"edia degli equivoci e un nascosto dramma interiore che sembra configurarsi e ampliarsi in diretta, dal vivo. "Il meglio deve ancora venire" è un delizioso work in progress in cui a momenti esilaranti – grazie soprattutto ad una sceneggiatura messa in risalto dalla prova attoriale di Fabrice Luchini – si affianca un potenziale esplosivo che lascia incerto chi guarda, come se si fosse dentro un thriller psicologico. I registi e sceneggiatori Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte sanno ricamare molto discretamente attorno al dramma sospeso dell’esistenza e riescono nel piccolo miracolo di equilibrismo di non fare mai respirare un’atmosfera pesante all’interno della storia. È preferibile lasciare lo spettatore all’oscuro della trama. Non bisogna guastare la piacevole sorpresa offerta dal continuo inanellarsi dei suddetti momenti brillanti cui si alterna un senso di prostrazione per il disvelamento di un’inevitabile verità che viene sempre rimandato. Per buona parte della durata del film mi sono chiesto come gli autori l’avrebbero portato a conclusione. In agguato c’erano uno scontato patetismo o un possibile e rocambolesco rovesciamento di una situazione, tale da modificare il film in burletta per negare la drammatica condizione umana. Entrambi i rischi vengono brillantemente evitati dagli autori che gettano lo sguardo oltre lo scoglio esistenziale e rivalutano le potenzialità nascoste dei sentimenti umani. Un piccolo gioiello questo Le meilleur reste à venir, titolo originale che, una volta tanto, viene rispettato alla lettera nella traduzione italiana. Si ribadisce che la storia è impreziosScena dal film "Il meglio deve ancora venire"ita dalla recitazione di Fabrice Luchini. In ogni nuovo film che interpreta, l’attore transalpino riesce a calarsi con partecipazione e in maniera convincente nei ruoli che gli vengono affidati. Positiva anche la spalla offertagli da Patrick Bruel e la presenza onirica di Zineb Triki: tutti insieme riescono a rendere credibile l’utopica aspettativa dell’esistenza umana.Si ribadisce che la storia è impreziosita dalla recitazione di Fabrice Luchini. In ogni nuovo film che interpreta, l’attore transalpino riesce a calarsi con partecipazione e in maniera convincente nei ruoli che gli vengono affidati. Positiva anche la spalla offertagli da Patrick Bruel e la presenza onirica di Zineb Triki: tutti insieme riescono a rendere credibile l’utopica aspettativa dell’esistenza umana.

 

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