La cecità corneale

Intervista al Professore Luigi Fontana Direttore dell’Unità di Oftalmologia dell’IRCCS Policlinico Sant’Orsola di Bologna
Federico Bartolomei

Le patologie gravi della cornea ovvero la superficie oculare che si trova nella parte anteriore dell’occhio subito dietro le palpebre, possono indurre gravi alterazioni della sua trasparenza causando una riduzione della vista e in alcuni casi addirittura la cecità. Nella popolazione adulta, le opacità corneali costituiscono il 3,21% delle cause di cecità e l’1,14% delle cause di deficit visivo moderato o severo. Secondo gli studi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il numero globale di persone considerate cieche è di circa 39 milioni e si stima che l’80% di tutti i casi di cecità corneale siano evitabili e soprattutto reversibili.

Di cecità corneale abbiamo parlato con il Professore Luigi Fontana, Direttore dell’Unità di Oftalmologia dell’IRCCS Policlinico Sant’Orsola di Bologna che ci spiega che essa “rappresenta la quarta causa principale di cecità nel mondo, nello specifico fa seguito alla cecità dovuta a cataratta, a glaucoma e alla degenerazione maculare legata all’invecchiamento fisiologico”. Secondo il Professore Fontana

“La principale soluzione al problema in questione è il trapianto di cornea che ha l’obiettivo di ripristinare la funzione visiva e di garantire la miglior trasparenza corneale possibile”.

Professore Luigi Fontana, Direttore dell’Unità di Oftalmologia dell’IRCCS Policlinico Sant’Orsola di Bologna - Ritratto fotograficoLe più comuni patologie che portano al trapianto di cornea sono le malattie ereditarie-degenerative e acquisite dell’endotelio corneale, le opacità corneali acquisite a seguito di sviluppo di infezioni microbiche (virali, batteriche, fungine e parassitarie) e le alterazioni ectatiche della cornea tra cui per maggiore frequenza il cheratocono.

Abbiamo chiesto al Professore Fontana se esistono condizioni prevenibili o evitabili:

“Sì, certamente. Per il cheratocono l’associazione a patologie allergiche e lo sfregamento degli occhi costituiscono segnali che possono essere utilmente impiegati per la diagnosi precoce e la prevenzione della malattia. La diagnosi precoce associata al trattamento del crosslink corneale sono in grado nella maggior parte dei pazienti di evitare la necessità di ricorrere al trapianto di cornea”.

Oggi parliamo di trapianto di cornea, notizia di questi giorni l’Unità di Oftalmologia guidata dal Direttore Fontana, ha toccato un record di trapianti, ma tante persone che hanno perso la vista per altre malattie probabilmente si chiedono se e quando sarà possibile trapiantare altre parti dell’occhio come ad esempio la retina.

“Attualmente non esiste né il trapianto dell’intero bulbo oculare né il trapianto di altre parti dell’occhio tra cui la retina. La ricerca si sta concentrando, tuttavia, sul trapianto di alcuni strati retinici tra cui l’epitelio pigmentato con risultati promettenti ma ancora iniziali”.

 

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