La vetrina dei libri negati

di Rodolfo Cattani

Lettura "off limits" per i non vedenti di tutto il mondo


Foto - Rodolfo Cattani

Pablo, 21 anni, non vedente dalla nascita, studia letteratura spagnola all’università di Montevideo. Ha chiesto dei testi di letteratura che non trova nel suo paese alla ONCE, l’organizzazione dei ciechi spagnoli, che ha una biblioteca di libri accessibili che conta più di 100.000 titoli. La risposta che riceve è negativa: “Purtroppo la legge internazionale sul diritto d’autore ci vieta di mandarle i libri richiesti”. Samir, 30 anni, arabo israeliano, ipovedente, ha bisogno di un trattato di economia disponibile in formato “Daisy” negli Stati Uniti presso la biblioteca nazionale per i ciechi e dislessici. Non può averlo, perché la biblioteca non presta libri all’estero. Gérard 18 anni, senegalese, affetto da una grave dislessia, vorrebbe leggere libri parlati per conoscere la letteratura francese, ma non può ricevere i libri dalle biblioteche francesi perché le norme sul diritto d’autore non lo consentono. Mike, 30 anni, non vedente, cittadino statunitense residente in Austria, non è autorizzato a memorizzare sul suo computer libri digitali prodotti nel suo paese e portarli con sé in Europa perché è vietato dalla legge.
Quante sono nel mondo le persone cieche, ipovedenti o con grave difficoltà di lettura che potrebbero beneficiare dei libri accessibili prodotti in paesi diversi dal loro, dove ci sono più mezzi e strutture specializzate? Certamente un numero assai rilevante, specialmente nei paesi in sviluppo, dove affacciarsi all’informazione e alla cultura può significare per le persone disabili un salto di qualità della vita. Eppure, a dodici anni dall’inizio del XXI secolo norme retrograde e punitive negano alle persone con problemi di lettura i diritti sanciti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità. Infatti, nei paesi più avanzati solo il 5% dei libri pubblicati esiste in formato accessibile, mentre nei paesi in sviluppo questa cifra si riduce a meno dell’1%. Una tale carestia di libri dovrebbe indurre tutti a una seria riflessione sulla necessità di abbattere le barriere che limitano l’utilizzazione di questo già fin troppo scarso materiale.Nell’intento di por fine a questa inaccettabile situazione, nel 2009 l’Unione Mondiale dei Ciechi (WBU) si è rivolta all’OMPI, l’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale, che stabilisce le norme che disciplinano a livello internazionale i diritti degli autori e degli editori, chiedendo l’adozione di un trattato che renda possibile l’utilizzazione da parte delle persone con disabilità visiva o di lettura del materiale librario in formato accessibile ovunque prodotto.

Questa iniziativa si situa nel più ampio contesto della campagna per l’accessibilità universale del materiale culturale, educativo e scientifico, nell’intento di rendere superflua in futuro la trasposizione in formati speciali, a tutt’oggi indispensabile. La proposta dell’Unione Mondiale e di quella Europea dei Ciechi, convintamente sostenuta da numerosi stati membri dell’OMPI, è finalizzata ad autorizzare strutture specializzate a produrre copie in formato accessibile di libri destinati all’uso esclusivo delle persone con disabilità visiva o di lettura e di legalizzarne la libera circolazione anche a livello internazionale. È opportuno precisare che l’iniziativa non è rivolta contro gli editori, ma a favore di lettori che possono utilizzare i libri soltanto in formato accessibile. Purtroppo, l’associazione internazionale degli editori mantiene un orientamento contrario al trattato, sostenendo che agli effetti pratici un accordo volontario e flessibile sarebbe molto più utile ed efficace. Gli editori temono che un trattato che sancisca delle eccezioni al diritto d’autore a favore delle persone disabili potrebbe costituire un precedente per altre eccezioni in aree diverse, compromettendo i loro interessi. Inoltre sostengono che un trattato che liberalizzi la circolazione di opere protette in formato digitale potrebbe favorire la pirateria, anche se non esiste alcun ragionevole argomento a sostegno di tale affermazione. Per risolvere il problema essi propongono il dialogo e la collaborazione, che però finora non ha dato alcun risultato concreto. In realtà gli editori vogliono mantenere una posizione dominante, mentre gli utenti sarebbero sempre soggetti al loro arbitrio. Nonostante ciò, in quattro lunghi anni di estenuanti negoziati il Comitato Permanente dell’OMPI sul Diritto d’Autore ha predisposto una bozza del testo di trattato che ha ottenuto il consenso di un crescente numero di delegati degli stati membri, a eccezione di quelli degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, che continuano a essere sensibili agli interessi degli editori più che ai diritti degli utenti disabili. Fortunatamente, questi ultimi hanno incassato il determinante sostegno del Parlamento Europeo che, pur non partecipando ai negoziati, si è espresso più volte in favore del trattato, costringendo la Commissione Europea e il Consiglio ad ammorbidire la loro posizione.

Logo EBU - Unione Europea dei Cechi

Nel novembre 2010 più di 100 eurodeputati di tutti gli orientamenti politici hanno sottoscritto una lettera indirizzata al Commissario per il mercato interno Michel Barnier, invitando la Commissione a sostenere la richiesta dell’Unione Europea dei Ciechi (EBU) di un trattato vincolante. Il Commissario Barnier rimase fermo sull’opzione della semplice raccomandazione, insistendo che le parti avrebbero trovato un accordo sulla base di un memorandum d’intesa peraltro sconfessato dall’Unione Europea dei Ciechi. Nel Maggio del 2011 il Parlamento Europeo si è ulteriormente pronunciato affinché la Commissione operi attivamente e positivamente in seno all’OMPI al fine di concordare una norma legale vincolante basata sulla proposta di trattato presentata dall’Unione Mondiale dei Ciechi. Ancora una volta Commissione e Consiglio hanno ignorato l’invito del Parlamento e per tutto il 2011 hanno tenuto una posizione contraria al trattato.

Tuttavia, nel febbraio 2012 vi è stato un fatto nuovo. Nel corso di un’udienza del Parlamento in seduta plenaria è stata discussa la petizione dell’EBU sul trattato per l’accessibilità dei libri. Una ventina di eurodeputati hanno incalzato il Commissario Barnier che, infine, ha dichiarato di essere pronto ad esercitare un ruolo di mediazione per ottenere un trattato, a condizione che gli Stati membri glie ne conferissero il mandato. Durante l’estate scorsa la WBU e l'EBU hanno continuato un pressante dialogo con gli Stati membri e con la Commissione Europea e dopo la seduta di luglio del Comitato permanente sul diritto d’autore, sostanzialmente deludente, da più parti vi sono state dichiarazioni rassicuranti che si stava lavorando per eliminare gli ultimi ostacoli e concordare un testo definitivo. A questo punto, la tattica degli editori, rassegnati all’idea di dover accettare un trattato, tende a limitare il numero dei centri autorizzati a riformattare e distribuire le opere, nonché a rendere complicate e laboriose le modalità di fruizione da parte dei lettori disabili.

Foto - Bandiera europea

In tal senso hanno gioco facile con alcuni governi, che parteggiano apertamente per loro. Lo scorso ottobre vi è stata un’importante, se pur interlocutoria, riunione tra i rappresentanti degli utenti disabili e il Commissario Barnier con i suoi collaboratori che hanno insistito sulla necessità di fare qualche concessione per favorire l’intesa. L’EBU ha assicurato la propria massima disponibilità a chiarire tutti i dubbi e a fugare tutte le preoccupazioni, peraltro spesso pretestuose, degli editori, non avendo noi alcun interesse a estendere le eccezioni relative alla disabilità ad altre aree. Sempre in ottobre vi è stata un’ulteriore riunione consultiva del Comitato permanente per definire il testo del trattato. In novembre, quando questo numero sarà in tipografia, si terrà la seduta decisiva del Comitato permanente che dovrebbe preludere a un’assemblea Generale straordinaria dell’OMPI da tenersi in dicembre per deliberare la convocazione nel 2013 di una Conferenza Diplomatica per la definitiva adozione del trattato. Da quattro anni ormai le organizzazioni che tutelano gli interessi delle persone con disabilità visiva o di lettura si battono per alleviare la penuria di libri che è fonte di esclusione dalla cultura, dall’istruzione e dal lavoro. Ora che tutte le carte sono state giocate vogliamo essere ottimisti: la costosa e sofferta battaglia per un trattato che renda fruibile da parte di tutti i ciechi, ipovedenti e dislessici del mondo il prezioso patrimonio librario in formato accessibile è ormai prossima alla conclusione. Ci attendiamo un esito positivo, a coronamento del generoso impegno delle nostre organizzazioni e di tante persone di buona volontà.

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