"La bella vita" di Silvia Colombini Amadou e Mariam, la coppia cieca del mali che sa guardare dalla parte giusta |
Immaginate una delle spiagge più belle del mondo, sicuramente la più celebre, quella, per intenderci, dove correvano le procaci bagnine della serie televisiva Baywatch. Immaginate uno di quei tramonti che solo il Pacifico regala, riflettendo nel suo piombo immobile il rosso arcobaleno del sole che ci saluta. Immaginate persone di ogni età, sesso, razza e ceto sedute insieme ad aspettare un concerto carico di emozione e allegria. Dogs are allowed dice un cartello, e così ci sono anche i cani seduti composti in mezzo alla folla. È questo il clima nel quale il 16 agosto di quest’anno sul molo di Santa Monica, California, si sono esibiti Amadou e Mariam. Coppia di musicisti africani conosciuti come la coppia cieca del Mali, da anni girano il mondo per sensibilizzare il pubblico sui problemi della loro Africa. Lui chitarrista e lei cantante, si sono conosciuti nel 1977 all’Istituto per giovani ciechi di Bamako, la capitale del Mali, si sono sposati e hanno cominciato un progetto artistico e di vita così forte e autentico da riuscire a comunicare a ogni latitudine. Come Ray Charles o Stevie Wonder, Amadou e Mariam non sono ciechi dalla nascita. La loro cecità è stata provocata dall’assenza di risorse della loro terra: Mariam aveva cinque anni, e un morbillo non curato le ha portato via la vista. Amadou di anni ne aveva quindici, e nel suo caso è stata una cataratta per la quale, in Africa, non c’era la possibilità di ricevere quelle cure che gli avrebbero preservato gli occhi. Senza perdersi d’animo, con l’Africa nel cuore, i due hanno seguito l’esempio e il ritmo dei musicisti tanto amati e hanno cominciato la loro avventura. «Sì, è proprio così. Ray Charles e Stevie Wonder, anche loro due musicisti, anche loro ciechi non dalla nascita proprio come noi, ci hanno dato coraggio per fare il primo passo nella musica: perché se loro ce l’avevano fatta, allora voleva dire che anche noi potevamo tentare, che era possibile. Soprattutto sono stati per noi di stimolo per lavorare bene, perché non solo ci sono riusciti ma hanno fatto anche della grande musica.
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Li abbiamo conosciuti entrambi: prima in Costa d’Avorio, dove abbiamo suonato in un concerto in cui suonavano anche loro. Poi di nuovo negli Stati Uniti, a Detroit» così ha dichiarato la coppia in un’intervista. E così è stato. Il loro ritmo travolgente è diventato prima molto popolare in tutta l’Africa per arrivare poi in Europa grazie al grande Manu Chao, che diventa anche il loro produttore e li lancia nel mercato discografico internazionale. Dischi, concerti, turné come quella che li ha portati in una notte di mezza estate sul pier di Santa Monica. Quando il concerto comincia, nessuno riesce a stare seduto, tanta è l’energia e l’entusiasmo che la coppia trasmette sul palco. Sarà il funky scandito da Amadou o la voce invitante di Mariam, ma non c’è persona che riesca a stare ferma. Dal poliziotto che batte il piede sul legno del molo ai bambini che si scatenano in spiaggia giocando con la musica e con le onde dell’oceano, la coppia cieca del Mali canta nella propria lingua e in francese e anche se le parole non si capiscono, il messaggio arriva attraverso il tono e la melodia. Ed è un messaggio di pace e d’amore, di fratellanza e di libertà, di speranza e felicità, come quella del brano “la bella vita” inciso con Jovanotti nel suo ultimo album. brano che li ha resi celebri finalmente anche in Italia. Certo, sulla spiaggia di Santa Monica la vita non può che essere bella, almeno per le due ore di un concerto che lascia il pubblico senza fiato tanta è la forza dei musicisti, ottimisti anche quando raccontano i problemi della loro Africa, delle genti che, dalla Costa d’Avorio al Senegal al Mali, non dimenticano mai la solidarietà e l’amicizia. Per una notte così una delle esibizioni dei Santa Monica Pier Twilight Concert, i concerti gratuiti che da trent’anni l’amministrazione della celebre località californiana organizza, diventa una festa dove, forse, persino le gang losangeline si fermano un attimo, dove messicani coreani e afroamericani smettono la loro guerra tra disperati. Amadou e Mariam sono africani e sono ciechi, ma sanno illuminare la strada e farci vedere che c’è sempre una speranza, da qualche parte. Che sia all’orizzonte del Pacifico o tra le dune del deserto africano, l’importante è saper guardare dalla parte giusta. | |
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