Tavola propedeutica
Rilievo raffigurante la visione prospettica di due figure geometriche piane
In questo rilievo le due figure geometriche piane rappresentate sono un cerchio e un quadrato, rispettivamente collocati il primo a sinistra rispetto il centro della formella e il secondo a destra. Le due figure viste frontalmente (fascia inferiore della formella) poi obliquamente (fascia superiore della formella) presentano il fenomeno della deformazione che interessa corpi piani e solidi sottoposti a scorcio prospettico poichè inseriti in uno spazio tridimensionale che rivela le misure reali dello schema in cui cerchio e quadrato sono inscritti e ne evidenzia il progressivo rimpicciolimento, man mano che le figure, addentrandosi nello spazio tridimensionale provocato dal cono visivo tendono a seguire il reticolo le cui linee convergono in un punto centrale posto su un'ideale linea di orizzonte.
Scivolando con le dita sulle linee guida che costituiscono lo schema prospettico si coglie come, tangenti ad esse, siano collocati i perimetri del quadrato e del cerchio, a indicare la loro stretta connessione con i raggi visivi che convergendo in un unico punto di fuga si presentano come linee parallele, simili a rotaie di una ferrovia, illusionisticamente destinate a toccarsi in un punto indefinito e nella realtà non convergenti. La progressiva deformazione dei corpi, e il grado più o meno accentuato dello scorcio, sono rivelatori di un'aberrazione ottica che gli artisti riproducono nelle opere d'arte allo scopo di rendere più naturalistico, e quindi più aderente al vero, il fenomeno della deformazione visiva.
Tavola propedeutica
Rilievo raffigurante un portico a due archi e una facciata in prospettiva
La nozione di deformazione visiva e illusione ottica provocata dalla prospettiva centrale, ovvero da quella costruzione dello spazio tridimensionale che implica la presenza di un unico punto di fuga corrispondente al punto di vista dell'osservatore, permette di intendere la riproduzione di un'immagine prospettica come la traduzione formale dell'intersezione piana della piramide visiva responsabile della cognizione della profondità spaziale. In questa tavola sono rappresentati a sinistra un portico a due luci e a destra la facciata di un'abitazione dotata di una porta d'ingresso e una finestra quadrata. Qui le due volumetrie solide nella parte inferiore della tavola sono rappresentate frontalmente e in quella superiore prospetticamente. Il loro inserimento nello spazio genera il medesimo fenomeno prospettico che abbiamo potuto capire nella tavola precedente e rinforza il concetto di progressivo ridimensionamento degli oggetti rispetto al punto di vista dell'osservatore e al punto di fuga centrale posto sulla linea di orizzonte.
Tavola propedeutica
Rappresentazione in prospettiva di uno spazio architettonico dominato da due pareti e un pozzo
Rilievo di una piazza in prospettiva
In questa tavola le riproduzioni a sinistra di un portico a tre luci, al centro di un pozzo e a destra di una parete sulla quale si inserisce una finestra, hanno la funzione di contestualizzare e fissare le nozioni inerenti al fenomeno dell'illusione ottica provocata dalla deformazione prospettica mediante la quale un corpo immesso in un cono visivo subisce un'alterazione nelle sue dimensioni originarie. Per far sentire come, aggiungendo degli elementi nella composizione, la prospettiva geometrico-artificiale rimanga sostanzialmente la stessa, anche se il punto di vista unico risulta decentrato, nonostante l'eliminazione delle linee guida, si coglie come le due pareti siano influenzate da un punto di vista leggermente spostato a destra che provoca uno scorcio meno accentuato a sinistra e più incisivo a destra. La scelta di ipotizzare più punti di fuga nasce dal bisogno di spiegare la prospettiva a più punti di vista e di fuga, nel proposito di individuare l'evoluzione delle rappresentazioni di corpi e spazi in una prospettiva sempre più naturalistica e mossa e sempre meno astratta e statica. Il perimetro del pozzo circolare è nettamente schiacciato nella resa del contorno in prospettiva, contorno che per la deformazione si fa ovale. L'eliminazione delle immaginarie linee guida, o raggi visivi, pur complicando la lettura del progressivo subentrare di scorci prospettici, facilita l'interpretazione intuitiva della collocazione dei corpi nello spazio, in relazione alle distanze dei soggetti rispetto all'osservatore. La prosecuzione delle linee che rappresentano la base delle due pareti in scorcio, in riferimento alla collocazione centrale del pozzo arretrato rispetto all'inizio delle pareti ma avanzato rispetto alla fine del loro sviluppo prospettico, permette di cogliere i rapporti dimensionali e spaziali che interessano ogni corpo relazionato ad un altro all'interno di uno spazio misurabile.