La mostra, Toccare la Bellezza, dedicata ai due protagonisti impegnati nel lavorare con l’infanzia attraverso la dimensione sensoriale Ci sono cose che si leggono e si studiano ma hanno bisogno di un incontro per diventare fisiche, reali. Anche i pensieri hanno bisogno di spazi, di luoghi fisici e di persone che ne conservano materialmente lo spirito. Dialogando con Michele Borra in merito alla storia dell’UICI per l’occasione della mostra del Centenario, gli ho posto una domanda. La sua risposta è stata quasi ovvia per lui e pure per me ascoltarla perché in realtà avrei dovuto ricordare. Ma sono state le sue semplici parole a rendermelo tangibile. La domanda era relativa alla possibilità che Augusto Romagnoli e Maria Montessori si conoscessero, se sapessero della reciproca ricerca. Nei mesi scorsi ho avuto occasione di curare l’allestimento per la mostra Toccare la Bellezza Maria Montessori e Bruno Munari ad Ancona, voluta dal Museo Omero e dal Comune di Ancona. La mostra ha lo scopo di indagare i due approcci dei protagonisti impegnati nel lavorare con l’infanzia attraverso la dimensione sensoriale. La prima riscopre il bambino osservandolo. Un’osservazione analitica che arriva a produrre una serie di materiali didattici che muovendo dalla Vita pratica approda ai differenti linguaggi per approdare all’educazione cosmica.
Per Munari c’è un’attenzione del tutto simile. Restare in ascolto del bambino che essendo libero da schemi, ha davanti a sé l’infinito. Lo sguardo del bambino, agendo creativamente, si sintetizza attraverso pratiche che per quanto tattili restano molto legate ad un universo sincretico, globale. Ad esempio le tavole tattili. Questa mostra, indagando la bellezza percepita con il tatto, rende tangibili due approcci rivoluzionari per il loro tempo: uno analitico e uno sincretico e offre l’occasione per sperimentarlo. Il confronto ricalca in parallelo l’attività esplorativa tattile e l’attività conoscitiva visiva. Toccare con mano per conoscere il mondo è certamente un’attività analitica: devo esplorare il mondo palmo a palmo per comporre il puzzle dell’ambiente intorno a me. La mano ha uno spazio di azione ristretto e quindi il bambino ha bisogno di sommare le varie parti che mano mano tocca. Movimento e tattilità sono le due qualità che si riconoscono nei materiali didattici di Maria Montessori, e valgono pure per Augusto Romagnoli. Michele Borra ha una grande conoscenza della cultura che riguarda la storia dei ciechi in Italia. Così conosce molto bene la vita e le opere di Romagnoli e gli basta ricordarmi un titolo: Ragazzi Ciechi dove il rapporto tra i due esce con grande evidenza. Qui leggo: “… la Montessori giustamente osserva che il senso muscolare e il tatto hanno nei fanciulli vedenti una parte molto più considerevole che negli adulti, la cui educazione visiva li porta sempre più a dimenticarsi che precisamente il tatto e il senso muscolare furono gli educatori dell’occhio”.