C'è un mondo ricchissimo e straordinario nella Bologna dell'800: quello dei circoli culturali, delle accademie e dei salotti nobiliari. Tra questi uno dei più celebri, per il luogo, per i personaggi che vi sono passati e per il nome della protagonista fu il Salotto Hercolani, incentrato sulla figura di Maria Malvezzi Hercolani, chiamata in tutta Bologna come "Donna Marì".
Nata il 25 giugno 1780, sposa a 18 anni del principe Astorre Hercolani, fece del suo palazzo in Strada Maggiore uno dei luoghi (assieme al salotto Murat, Rossi Martinetti e De Gregorio) centrali nella vita della città; vedova nel 1828 fu questa condizione ad esaltare il ruolo sociale: Marì venne iscritta nel 1831 nel registro dei compromessi politici dello Stato Pontificio perché nel suo palazzo si tenevano “riunioni di esaltati liberali".
Nel suo salotto tuttavia non mancava la cultura: Marì frequentava i concerti della Società del Casino, aveva fondato l'Accademia Filodrammatica (la passione per il teatro la portò a sposare nel 1845 l'attore e patriota Francesco Lombardi, che "d'animo turbolento e fiero cadde vittima di un domestico che lo ferì mortalmente" ed era amica di importanti musicisti come Gioachino Rossini.
Proprio Rossini, anzi, nel corso delle serate musicali a Palazzo eseguiva le sue opere opportunamente adattate e le fu a tal punto legato da aiutarla economicamente in momento di grandissime ambasce. Maria "buona e nobile dama generalmente amata da tutti" morì nel 1865 e, come scrisse Bottrigari nella sua Cronaca di Bologna "Colla sua morte va a chiudersi una casa che era aperta sempre agli uomini di merito, agli egregi artisti e alla distinta società del Paese".