Viaggio in una città intorno a una stanza
Installazione per la nascita del MUSEO TOLOMEO
Idea e direzione artistica
Fabio Fornasari
Curatori
Lucilla Boschi, Fabio Fornasari
Cosa racconta il Museo Tolomeo di Bologna?
Attraverso i suoi spazi e gli oggetti collezionati al suo interno, l’Istituto dei Ciechi “Francesco Cavazza" diventa un luogo che può raccontare molto del nostro tempo - presente/passato e futuro - e delle nostre città.
Il progetto presenta un racconto rivolto alla città che ha molteplici obiettivi:
raccontare una storia fatta di trame minute che si articolano attraverso momenti che hanno segnato il nostro tempo. All’interno di questo racconto, si intrecciano contestazioni, impiego di nuove tecnologie, sperimentazione di linguaggi, insieme a storie di persone, a partire da quella del fondatore, il conte Francesco Cavazza, fino a quelle dei benefattori succedutisi nel corso degli anni, degli studenti e di tutti coloro che, a vario titolo, hanno conosciuto l’Istituto Cavazza.
Il confronto con la realtà ha imposto la tessitura di una trama di sperimentazioni che ha portato anticipatamente a dovere affrontare scelte non semplici. La Biblioteca cartacea, ad esempio, è stata abbandonata già alla fine degli anni Settanta, per diventare digitale già nei primi anni Ottanta.
L’istituto diventa luogo di produzione di hardware e di sviluppo.
E’ una storia fatta di persone, spazi e cose che ricostruisce in altro modo la visione della città di Bologna dentro al proprio tempo.
Centrale è il tema delle tecnologie rivolte alla scrittura/lettura. Come riportato nel primo articolo apparso sulla rivista scientifica Nature, verrà ricordato che il primo dispositivo di scrittura analogico/meccanico - la macchina da scrivere - è pensato per i ciechi. Sarà la generazione di Pasolini che ne farà lo strumento di scrittura, lo stesso Pier Paolo Pasolini che si narra abbia frequentato i locali dell’istituto Cavazza nel corso degli anni Trenta.
Cosa si trova all’interno del Museo Tolomeo?
La sala museale consiste in una installazione che raccoglie diversi oggetti, tecnologici e non, che hanno attraversato la storia del Cavazza e si sono intrecciati con la vita della città di Bologna.
Un ambiente tra installazione intermediale interattiva e arte ambientale che permette di immergersi all’interno di un differente punto di vista su alcune nostre certezze e che riflette sulla stessa idea di arte e di racconto “del bello”.
L’installazione/sala museale avrà un commento sonoro che non rappresenta soltanto un commento audio agli oggetti esposti, diventando la colonna portante di una drammaturgia che racconta gli oggetti stessi. Sia per i vedenti che per i non vedenti, i suoni entrano nello spazio senza che ci sia la possibilità di capire da dove essi arrivino, contribuendo alla costruzione di una visione analitica, analoga a quella tattile. Si tratta di accompagnare ad un elemento acustico, diremmo musicale, l’elemento visivo. Questo per mantenere aperto un doppio canale, visivo e non visivo: visivo e tattile/acustico.
Cos’è il Museo Tolomeo?
Al museo è sempre stato riconosciuto il ruolo di conservare le opere d’arte; questa qualità ha contribuito a costruire l’aura che fino a poco tempo fa si portavano dietro solo gli originali e che ormai da tempo si estende a tutto il museo e alla sua esperienza.
Qualsiasi museo deve contenere una idea di originalità che se non si trova negli oggetti, deve trovarsi nell’esperienza che viene offerta al visitatore.
Nel museo ciò che conta ora è l’esperienza del visitatore che non solo osserva ma partecipa.
L’istituto Cavazza attraverso i suoi oggetti incontra alcune storie fondamentali, individuali e universali.
Il Museo Tolomeo, nel raccogliere i contenuti che lo compongono, non si ferma a cercare all’interno delle sue mura beni di un qualche valore economico, ma beni che nell’insieme, e proprio per la loro compresenza, rappresentano un’occasione unica, e quindi originale, rispetto ad altre istituzioni cittadine.
Non raccoglie solo beni materiali ma anche sostanze immateriali: a fianco di opere d’arte, ritratti, oggetti di qualche collezionismo troviamo storie ed esperienze che declinano la storia più ampia della città di Bologna, secondo altri punti di vista.
Un ambiente dove raccontare in forma emozionale la storia dell’istituto Cavazza, attraverso il patrimonio degli oggetti usati nel corso degli anni.
La storia diventa così un caso studio sui temi della trasmissione del sapere, dell’innovazione tecnologica, dell’intreccio tra linguaggi, uno stimolo a ragionare sul tema della collezione e del suo uso.
Il Museo Tolomeo è anche il punto di partenza per intraprendere un viaggio con un punto di vista differente sulla città di Bologna, per scoprire che visivo e non-visivo sono modalità complementari per conoscere la realtà.
Con la collaborazione di:
- Sigismondo Boschi
- Angela Di Fazio
- Andrea Prantoni
- Luca Torrente
realizzato con il contributo della
Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.