Dal consenso al dissenso
La gente non ha più nell’UE la fiducia di una volta. Movimenti euroscettici o addirittura euroostili guadagnano consenso oltre ogni previsione. C’è sfiducia nel presente, paura del futuro, delusione per l’inefficienza delle istituzioni e del sistema burocratico e per il fatto che la politica non riesce a frenare l’irrazionale adesione a campagne demagogiche e ritorni di fiamma nazionalisti. La crisi economica ha inferto un colpo durissimo alla già fragile economia comunitaria, acuendo le ingiustizie e le contrapposizioni sociali, sommergendo il senso di appartenenza e di solidarietà, ridestando la xenofobia e il razzismo negli strati più deboli e meno colti della popolazione. Possiamo parlare, dunque, di disintegrazione dell’Unione Europea? Certo, vi sono molti elementi di debolezza: la carenza di soluzioni a quasi tutti i problemi transnazionali, il deficit di democrazia a livello sia nazionale, sia europeo, l’involuzione delle politiche statali e i conflitti tra aree socio-economiche e geografiche, la crisi finanziaria ed economica, culminata nella mazzata dell’austerità. A ciò si aggiunga l’assenza di politiche efficaci per combattere la disoccupazione e per promuovere la diffusione dell’occupazione e lo sviluppo sostenibile. Un cittadino europeo su quattro sperimenta oggi il rischio della povertà o dell’esclusione sociale, 122.3 milioni di persone. Ma questa tragedia non è ripartita in modo uguale tra i Paesi membri. Il divario tende, anzi, ad aumentare: in Romania e Bulgaria il 40% della popolazione è a rischio di povertà, in Grecia il 37%; ma in Finlandia, Svezia e Repubblica Ceca solo meno del 20%. Dal 2008 a oggi in 12 Stati membri le condizioni di vita sono peggiorate e il divario tra ricchi e poveri è aumentato.
Rilanciare i diritti sociali
In questo quadro di devastazione del modello sociale la Commissione Europea ha messo in campo un nuovo progetto, per ora limitato all’eurozona, nell’intento di rilanciare la politica di promozione dei diritti sociali nell’UE. Il cosiddetto “pilastro dei diritti sociali” riguarda tre aree fondamentali: - pari opportunità e accesso al mercato del lavoro; - eque condizioni occupazionali; - adeguata e sostenibile protezione sociale. Va subito sottolineato il campo d’azione limitato del progetto, che si concentra sul contesto economico e occupazionale, a scapito della lotta alla povertà e alla disuguaglianza, emergenze sempre più pericolose per la stabilità dell’Unione. Ma delude soprattutto la scarsa ambizione politica. Per avere un impatto sensibile e costruttivo il progetto dovrebbe realizzare un cambio di paradigma che modifichi l’attuale modello macroeconomico ponendo esplicitamente le persone prima dei mercati e sviluppando una strategia sociale basata sui diritti, che ponga fine all’austerità e sostenga gli investimenti pubblici nel sociale. In tal modo si potrebbe colmare il divario economico e reddituale tra gli Stati membri e al loro interno e promuovere eque politiche distributive basate su condizioni di lavoro dignitose e prevedere servizi e protezione sociale finanziati con una tassazione progressiva e garantendo l’assegnazione mirata dei fondi europei.
Pace, democrazia e prosperità
L’Europa, nata dalle ceneri della guerra, doveva promuovere la pace, la democrazia e una diffusa prosperità. Il pilastro dei diritti sociali avrà senso se riuscirà a riaffermare questi ideali di cui i diritti umani e sociali insieme con le libertà democratiche sono elementi costitutivi. Per ridare forza e credibilità al progetto europeo bisogna rovesciare il modello economico e creare uno strumento europeo di solidarietà, che dia vita a una realtà europea fondata sui valori della dignità umana, della sostenibilità sociale e ambientale, della valorizzazione della cultura e dell’universalità dei diritti umani.
Inclusione delle persone disabili
Le istituzioni dell’UE non ignorano che le persone con disabilità sono particolarmente a rischio di povertà ed esclusione sociale proprio a causa del modello macroeconomico e discriminatorio che domina il mercato. Appare pertanto incomprensibile l’assenza nel pilastro dei diritti sociali di riferimenti specifici a misure per la promozione e la difesa dei diritti umani e sociali delle persone con disabilità che nella società competitiva partono con un pesante deficit di opportunità e un forte rischio di discriminazione. Per questo motivo il Forum Europeo della Disabilità, pur accogliendo con favore la proposta, sottolinea che l’Unione Europea, ratificando la convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, ha assunto degli obblighi precisi riguardo al diritto alle pari opportunità e all’eliminazione delle barriere discriminatorie . Sia l’UE, sia gli Stati membri che hanno ratificato la convenzione hanno il dovere di promuovere e difendere i diritti delle persone disabili in tutte le iniziative politiche e legislative. Un principio fondamentale che deriva dalla convenzione è il coinvolgimento delle organizzazioni rappresentative delle persone disabili in tutti i processi legislativi e decisionali.
Cosa chiediamo
Il Forum Europeo della Disabilità invita la Commissione Europea a tener conto delle seguenti proposte: - integrare i diritti delle persone disabili nel contesto del pilastro sociale alla luce dei diritti umani e degli obblighi dell’UE e degli Stati membri sanciti dalla convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità; - specificare la natura legale del pilastro sociale e assicurare che gli strumenti legali e politici in vigore siano integrati nel testo finale; specificare come l’attuazione del progetto sarà monitorata e prevedere uno strumento appropriato di verifica a livello di EU e degli Stati membri; - ampliare il campo d’azione dell’iniziativa oltre l’eurozona, includendo inoltre tra i beneficiari anche i migranti e i rifugiati; - promuovere e monitorare l’applicazione del diritto di consultazione e di partecipazione delle organizzazioni rappresentative delle persone con disabilità nell’attuazione del pilastro a livello sia europeo, sia nazionale; - integrare esplicitamente nel pilastro i diritti delle donne e delle ragazze, in particolare di quelle con disabilità; - garantire una base di protezione sociale e di reddito minimo per emancipare le persone disabili dalla povertà e dall’esclusione; - garantire la libertà di movimento delle persone disabili e la trasferibilità dei servizi negli Stati membri; - prevenire e combattere gli effetti negativi e regressivi delle politiche di austerità sulle condizioni di vita delle persone disabili. Se queste proposte saranno accolte, il Forum Europeo della Disabilità non farà mancare la sua collaborazione alla realizzazione di questo progetto.