Istituito al Cavazza il corso di Alta formazione dedicato alla figura del responsabile del Terzo settore nell’ambito della disabilità
Con la sostanziale mutazione del sistema di assistenza pubblica, avviata con l'arrivo della perdurante crisi finanziaria, che prevede(va) l'erogazione di finanziamenti pubblici a favore dei soggetti più deboli, in un'ottica prettamente assistenziale, e certamente gravata da un vizio genetico che spesso non consentiva di discernere i progetti meritevoli di attenzione dagli altri, si è giunti ora ad una sostanziale erosione dei diritti precedentemente garantiti dal welfare statale. Per l'effetto, si sta assistendo al recepimento, all'interno dell'organigramma degli enti no profit, della figura professionale, di derivazione anglosassone, del project manager.
Si tratta di un'innovazione che assolve l'esigenza degli enti privati no profit di ricercare ed ottenere risorse finanziarie nel rispetto del proprio statuto peculiare, che non consente loro di inserirsi appieno nel mercato, dovendo rispettare limiti imposti dalla legge a salvaguardia delle finalità perseguite. Il "terzo settore" è oramai oggetto di attenzioni anche da parte delle Università, con numerosi corsi di studio e finanche master dedicati. Non fa eccezione, naturalmente, l'Università degli studi di Bologna, che, su iniziativa congiunta del Dipartimento di Sociologia e diritto dell'economia, dell'Unione italiana dei ciechi ed ipovedenti (ora presieduta dal dott. Mario Barbuto, già ai vertici dell'Istituto dei Ciechi Farncesco Cavazza Onlus) e dell'I.Ri.Fo.R. (Istituto Nazionale di Formazione, Ricerca e Riabilitazione per la disabilità visiva, longa manus dell'Unione) ha istituito il corso di Alta Formazione dedicato alla figura del "responsabile del terzo settore nell'ambito della disabilità". Il corso risponde alla duplice necessità di fornire un'opportunità professionale per i ragazzi non vedenti o ipovedenti, ma anche le imprescindibili nozioni per i dipendenti dell'Unione Italiana dei Ciechi, al fine di garantire la corretta competenza da applicare nell'azione quotidiana.
Il corso, riservato a 21 partecipanti tra i 22 ed i 35 anni, dei quali almeno tredici con disabilità visiva certificata, tutti in possesso di laurea triennale, magistrale e/o quadriennale e dotati di conoscenze informatiche e linguistiche specifiche, si è svolto, sotto la direzione della Prof. sa Roberta Paltrinieri, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi e Sociologia dei consumi, presso la Scuola di Scienze Politiche dell'Alma Mater Studiorum Università di Bologna e pure nelle aule fornite dall'Istituto Cavazza, dal 25 gennaio all'11 marzo 2016. Articolato in 240 ore di lezioni, sono state trattate: la normativa relativa al terzo settore ed il ruolo che esso ha nel sistema del welfare, i diversi modelli di welfare e le prospettive di fusione tra il pubblico ed il privato, la gestione delle risorse umane, con particolare attenzione al ruolo dei volontari all'interno degli enti no profit. Ma al centro della didattica sono assurte anche il fund raising; le modalità di partecipazione ai bandi europei; la comunicazione ed il marketing sociale, con le derive digitali; la contabilità e l'amministrazione degli enti del terzo settore. Tutte cognizioni atte a formare una figura professionale specializzata nella pianificazione di strategie che consentano la raccolta di finanziamenti da molteplici fonti, anche grazie alle abilità comunicative finalizzate a rendere nota l'offerta del singolo ente no profit, al fine di soddisfarne le esigenze istituzionali.
Il corso ha erogato 21 crediti formativi universitari e ha visto alternarsi sulla cattedra docenti dell'Alma Mater: Flavia Franzoni e Alessandro Martelli per l'insegnamento concernente le politiche sociali e modelli di welfare; Paola Parmiggiani e Piergiorgio Degli Esposti (comunicazione e marketing sociale); Claudia Golino (legislazione del terzo settore); Emanuele Menegatti e Anna Montanari (gestione delle risorse umane); Rebecca Levy Orelli e Pierpaolo Pattitoni (economia sociale); Paolo Venturi (principi di fund raising); nonché un'esperta del settore, Giorgia Perra (europrogettazione).
Alla teoria si è accompagnata la pratica, grazie ad un tirocinio che si sviluppa tra aprile e ottobre 2016, della durata di 240 ore, presso strutture dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti o collegate. É stato anche possibile offrire una borsa di studio per consentire la partecipazione gratuita al corso ad uno studente. La consegna dei diplomi avverrà a novembre del 2016, una volta concluso il citato tirocinio. Si tratta dell'ennesima dimostrazione dell'attenzione che l'Istituto Cavazza, e con esso l'Unione Italiana dei ciechi ed ipovedenti, dedica da sempre agli strumenti formativi in grado di rendere le persone affette da disabilità visive non solo più autonome, ma anche pienamente inserite nel tessuto economico e sociale, per completare un circolo virtuoso alla base della stessa essenza dell'ente con sede in via Castiglione.