Nello scorso ottobre l’Università della prefettura di Yamanashi, in Giappone, ha richiesto la presenza del Museo tattile Anteros all’interno di un seminario di studi dedicato alle funzioni cognitive e pedagogiche dell’educazione estetica in presenza
di minorazione visiva, organizzato dalla prof.ssa Hiroko Takesue. L’invito, rivolto ai responsabili e ideatori del metodo di traduzione e trasmissione della pittura ad uso delle persone non vedenti e ipovedenti, ha richiesto una fase teorica ed una pratica, per dimostrare concretamente le potenzialità cognitive dell’educazione estetica impartita alle persone con minorazione visiva.
Il convegno, tenutosi presso il Museo di Kofu, prevedeva una sezione seminariale e una laboratoriale: la prima tenuta da chi scrive, la seconda dal prof. Paolo Gualandi e entrata sulla dimostrazione delle tecniche di progettazione e costruzione di un bassorilievo volto a tradurre plasticamente i valori formali della pittura. La collaborazione con i ricercatori di origine nipponica risale al 2001, mentre la prima trasferta presso il NISE (The National Institute of Special Education) di Yokosuka risale al 2002. All’epoca il compito fu esportare e adattare i nostri metodi pedagogici e didattici alle esigenze percettive e cognitive della cultura giapponese, per permetterne un’estensione di significato utile alle autonomie quotidiane delle persone non vedenti e alla strutturazione del loro pensiero concreto, astratto e simbolico. Da quell’incontro con il prof. Susumu Oouchi, Responsabile per l’Educazione delle persone con minorazione visiva del Dipartimento per la Ricerca del NISE, e i suoi Collaboratori, nacque un sodalizio che ancora oggi vive e dà risultati di valore. Negli anni a venire, sempre più chiaramente si profilarono le ragioni di un’affinità di pensiero tra pedagogia speciale delle arti giapponese e italiana. Nacque così uno studio sulle costanti e variabili delle tecniche di esplorazione tattile dei bassorilievi che traducono plasticamente la pittura, al fine di esaminare le funzioni della lettura tattile guidata e sviluppare tecniche di percezione aptica differenziate e attagliate alle specifiche necessità cognitive delle persone non vedenti italiane e giapponesi. Tra il 2003 e il 2006, con la collaborazione degli scultori e docenti Paolo Gualandi e Marco Marchesini, realizzammo le traduzioni plastiche di due celebri stampe tratte dal genere Ukyio-e: la Grande Onda, opera di Katsushika Hokusai e Okita allo specchio, opera di Kitagawa Utamaro.
Dal 2002 ad oggi, in Giappone sono stati acquisiti importanti pezzi della nostra collezione di traduzioni della pittura in bassorilievo. Gli anni di collaborazione hanno dato risultati significativi, compresa una pubblicazione specialistica congiunta, edita presso il NISE, permettendo a tutti noi, operatori del Museo tattile Anteros dell’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza, di apprendere ed esercitare stati di condivisione, dialogo e accoglienza, altrimenti difficili da sperimentare. Tale dialogo ha approfondito l’amore per la terra e la cultura del Giappone e ha dato i natali al Museo tattile Anteros di Tokyo, un gemellaggio significativo, che sta offrendo contatti di pregio anche con la Biblioteca Nazionale del Braille a Tokyo, entro la quale di recente si è svolta un’esposizione di plastici che riproducono in scala ridotta architettura civile e religiosa del Sol levante. All’interno di questa mostra è stato esposto anche il rilievo dell’Ultima Cena di Leonardo, realizzato diversi anni fa dal nostro Museo tattile Anteros. La visita al Museo Nazionale di Tokyo e il confronto scientifico con i suoi servizi educativi ci ha fatto conoscere un’estetica basata sull’affinamento della sensibilità e sull’uso cognitivo della metafora, anche nella pratica dell’insegnamento. Durante la trasferta in Giappone abbiamo raccolto il frutto di anni di studio congiunto con una cultura che esamina rigorosamente gli esiti della ricerca applicata. In quelle intense giornate un tifone ha scosso il Giappone, facendo sentire la forza degli elementi anche nell’avveniristica Tokyo, un tempo antica Edo.